Repubblica Democratica del Congo

Repubblica Democratica del Congo

AVSI in DR Congo
  • Goma Hq Office
    Av. La Corniche n*084, Quartier (Q) le Volcans, Commune de Goma Province du Nord-Kivu RDC
    Lorenzo.timpone@avsi.org
  • Ituri Office
    AV. Manzikolo n°115 ; Quartier (Q) Bankoko, mbunya, Province de l’Ituri
    Tel: ++243833187474 Lorenzo.timpone@avsi.org    
  • Tshikapa Office
    AV. Likasa1 N° 003 ; Quartier (Q) Kompung ; Commune de Kanzala, Province de Kasaï Central
    Tel: +243833187474 Lorenzo.timpone@avsi.org
  • Kananga Office
    AV. du poisson ; Quartier (Q) Tshinsambi ; Commune de Kananga, Province de Kasaï Central
    Tel: +243833187474 Lorenzo.timpone@avsi.org  
  • Uvira- South-Kivu Province Office
    N° 68, Av. du Congo, Q. Kimanga, Commune de Kalundu, Ville d’Uvira. Tel: +243833187474 Lorenzo.timpone@avsi.org

AVSI è presente nell’ex Zaire dal 1970, quando i primi volontari italiani hanno sostenuto gli sforzi di ricostruzione dopo un lungo periodo di conflitto e instabilità.

Oggi, AVSI è attiva in quattro province orientali della Repubblica Democratica del Congo, con programmi nei settori dell’istruzione, protezione, mezzi di sussistenza, nutrizione, ambiente ed energia.
Questi interventi mirano a rafforzare la resilienza e promuovere l’autosufficienza tra rifugiati, sfollati interni e comunità ospitanti.

Conflitto e sfruttamento delle risorse nell’est della RDC

Da oltre 30 anni, l’est della Repubblica Democratica del Congo, ricco di minerali, è afflitto da conflitti, una situazione che risale alle conseguenze del genocidio ruandese del 1994, quando milioni di rifugiati Hutu fuggirono in Congo. La loro presenza ha innescato tensioni regionali e interventi armati.
Nel 1996 è scoppiata una guerra brutale, che ha coinvolto eserciti stranieri e gruppi ribelli.
Questa eredità di violenza, sfollamenti e lotte di potere continua ancora oggi ad alimentare l’instabilità. I gruppi armati da tempo si contendono il potere e il controllo sulle vaste risorse della regione, sfidando le autorità centrali e coinvolgendo i paesi vicini, con conseguenze devastanti.

Tra i gruppi più noti c’è l’M23 (Movimento del 23 Marzo), una milizia ribelle composta in gran parte da Tutsi congolesi. Il gruppo prende il nome da un accordo di pace del 2009 tra il governo della RDC e il suo predecessore, il Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP), che secondo l’M23 non è mai stato pienamente attuato.

Cosa sta succedendo oggi?

Il conflitto nel 2025 è entrato in una fase nuova e ancora più destabilizzante. Nonostante gli appelli al cessate il fuoco da parte dei leader della Comunità dell’Africa Orientale (EAC) e della Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Australe (SADC), le forze ribelli dell’AFC/M23 continuano la loro offensiva, conquistando nuovi territori.

Il 27 gennaio, i ribelli del gruppo militare AFC/M23 hanno preso il controllo di Goma (abitata da due milioni di persone) e, alcune settimane dopo, di Bukavu (1,3 milioni di abitanti), le capitali delle province del Nord e Sud Kivu.
Situate strategicamente al confine con il Ruanda e sulle rive del Lago Kivu, queste città sono snodi cruciali per il commercio e i trasporti, con collegamenti diretti alle città minerarie che forniscono metalli e minerali molto richiesti.

Dopo la caduta di Goma, le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme per l’aumento della criminalità e dell’insicurezza, aggravando la crisi umanitaria. Gravi carenze di cibo e acqua, ospedali sovraffollati e scorte mediche in esaurimento hanno portato la città sull’orlo del disastro.

Crisi umanitaria: ritorno di massa degli sfollati interni da Goma ai luoghi di origine

Dal 2022, la crisi umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo si è aggravata, in particolare nel Nord Kivu, dove l’intensificarsi della violenza armata e delle violazioni dei diritti umani ha provocato massicci spostamenti di popolazione. I conflitti interni e le tensioni politiche hanno costretto centinaia di migliaia di persone a vivere in campi sovraffollati o in condizioni precarie, con accesso limitato alle risorse di base.

A partire dal 2024, il numero di sfollati interni (IDP) nel paese ha superato i 6,3 milioni. L’insicurezza alimentare ha raggiunto livelli allarmanti, con una stima di 25,4 milioni di persone che hanno sofferto di fame grave nel 2024, inclusi 1,6 milioni nella regione del Kasai Centrale. I tassi di malnutrizione, soprattutto tra i bambini sotto i cinque anni, restano critici a causa dell’interruzione delle attività agricole e della mancanza di forniture alimentari costanti.

Secondo l’UNICEF, nella Repubblica democratica del Congo muoiono 76 bambini ogni 1.000 nati vivi, a testimonianza della gravità della crisi.

Nel gennaio 2025, in seguito alla presa di Goma da parte dell’AFC/M23, molti sfollati che vivevano nei campi hanno iniziato a fare ritorno nelle loro aree di origine, in particolare a Masisi e Rutshuru. Per valutare la situazione sul campo, AVSI ha condotto una valutazione dei bisogni in questi territori all’inizio di marzo 2025. I risultati hanno confermato un significativo movimento di reinsediamento, con il 95% degli sfollati che è tornato a casa.

Tuttavia, le sfide legate alla reintegrazione restano gravi, in particolare per quanto riguarda l’alloggio, la sicurezza alimentare e l’accesso a mezzi di sussistenza sostenibili.

Prima di gennaio 2025, AVSI era attivamente impegnata nei campi per sfollati interni. Oggi, con il ritorno di molte famiglie in aree scarsamente servite, AVSI sta adattando la propria risposta umanitaria.
L’organizzazione sta spostando i suoi programmi dai campi alle comunità in cui i rimpatriati affrontano vulnerabilità persistenti, instabilità e mancanza di servizi essenziali, garantendo un supporto continuo a chi ne ha più bisogno.

A Goma, SYOPADI, partner della Fondazione AVSI, sta attualmente conducendo una campagna di sensibilizzazione fondamentale per evidenziare i pericoli e i rischi rappresentati dalle mine antiuomo, disseminate in città e nelle aree circostanti a gennaio 2025.

L’iniziativa va oltre la semplice sensibilizzazione: include anche dimostrazioni pratiche su come identificare e affrontare in sicurezza potenziali minacce.

La presenza di mine antiuomo è emersa come una delle principali preoccupazioni tra i genitori dei bambini sostenuti da AVSI attraverso il Programma di Sostegno a Distanza. Sebbene le scuole abbiano riaperto dopo il conflitto, molte famiglie hanno ancora paura degli ordigni inesplosi.

Attraverso il Programma di Sostegno a Distanza, gli operatori sociali di AVSI stanno monitorando la situazione di 1.000 bambini sostenuti — verificando se si trovano ancora a Goma o se si sono spostati in cerca di aree più sicure — e fornendo supporto psicosociale per aiutarli ad affrontare questo periodo difficile. Inizialmente, il supporto veniva offerto telefonicamente a causa delle restrizioni agli spostamenti, ma oggi gli operatori sociali possono visitare le famiglie di persona, verificare se i bambini sono tornati a scuola e rilevare i bisogni emergenti per pianificare al meglio i prossimi interventi.

Far fronte alle emergenze

Fulcro del lavoro di AVSI nella Repubblica Democratica del Congo è la risposta ai bisogni delle migliaia di sfollati che continuano a spostarsi da un luogo all’altro senza meta per via dei continui scontri. AVSI assiste queste famiglie distribuendo loro articoli di prima necessità, assicurando ai bambini un’educazione di qualità o attraverso interventi di trasferimento di denaro in contanti, il cash transfer. Questo strumento consiste nel trasferire denaro liquido senza imporre alcuna condizione ai beneficiari. L’idea alla base è che sono proprio questi ultimi a conoscere meglio di chiunque altro come soddisfare i propri bisogni.

Per le nuove generazioni

AVSI implementa progetti nel settore educativo riabilitando e ricostruendo scuole, distribuendo materiale scolastico e sostenendo gli studi dei bambini più vulnerabili.


Per un'educazione di qualità, AVSI lavora con gli insegnanti a cui fornisce kit didattici per i quali ha ideato una formazione specifica sulla gestione dei traumi subiti dagli alunni. Per la sua efficacia, questo "modulo psico-sociale" è considerato da UNICEF una best practice.

Sicurezza alimentare e nutrizione

AVSI sostiene i centri nutrizionali, organizza sessioni di formazione per il personale sanitario, opera nei villaggi per l’identificazione dei casi di malnutrizione e si occupa della fornitura di cibi terapeutici.

Protezione dell’infanzia

Attraverso l’educazione AVSI promuove strategie di tutela dei diritti dei bambini. Tra le attività: creazione di comitati comunitari per la protezione dei bambini (RECOPE, Réseau Communautaire Protection Enfant), sessioni di sensibilizzazione, identificazione dei casi di abusi e violazione dei diritti.

Energia

AVSI realizza progetti per l’uso di tecnologie di cottura più pulite, affidabili, economicamente ed ecologicamente sostenibili concentrandosi sull’aumento della consapevolezza, della convenienza e dell'accessibilità di stufe migliorate alle famiglie più vulnerabili.

Nel campo dell’energia solare, crea sistemi fotovoltaici per assicurare l'accesso a fonti di elettricità affidabili, incentivando la crescita economica e sociale delle comunità più disagiate.

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