AVSI in DR Congo
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AVSI è presente nell’ex Zaire dal 1970, quando i primi volontari italiani hanno sostenuto gli sforzi di ricostruzione dopo un lungo periodo di conflitto e instabilità.
Oggi, AVSI è attiva in quattro province orientali della Repubblica Democratica del Congo, con programmi nei settori dell’istruzione, protezione, mezzi di sussistenza, nutrizione, ambiente ed energia.
Questi interventi mirano a rafforzare la resilienza e promuovere l’autosufficienza tra rifugiati, sfollati interni e comunità ospitanti.
Conflitto e sfruttamento delle risorse nell’est della RDC
Da oltre 30 anni, l’est della Repubblica Democratica del Congo, ricco di minerali, è afflitto da conflitti, una situazione che risale alle conseguenze del genocidio ruandese del 1994, quando milioni di rifugiati Hutu fuggirono in Congo. La loro presenza ha innescato tensioni regionali e interventi armati.
Nel 1996 è scoppiata una guerra brutale, che ha coinvolto eserciti stranieri e gruppi ribelli.
Questa eredità di violenza, sfollamenti e lotte di potere continua ancora oggi ad alimentare l’instabilità. I gruppi armati da tempo si contendono il potere e il controllo sulle vaste risorse della regione, sfidando le autorità centrali e coinvolgendo i paesi vicini, con conseguenze devastanti.
Tra i gruppi più noti c’è l’M23 (Movimento del 23 Marzo), una milizia ribelle composta in gran parte da Tutsi congolesi. Il gruppo prende il nome da un accordo di pace del 2009 tra il governo della RDC e il suo predecessore, il Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP), che secondo l’M23 non è mai stato pienamente attuato.
Cosa sta succedendo oggi?
Il conflitto nel 2025 è entrato in una fase nuova e ancora più destabilizzante. Nonostante gli appelli al cessate il fuoco da parte dei leader della Comunità dell’Africa Orientale (EAC) e della Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Australe (SADC), le forze ribelli dell’AFC/M23 continuano la loro offensiva, conquistando nuovi territori.
Il 27 gennaio, i ribelli del gruppo militare AFC/M23 hanno preso il controllo di Goma (abitata da due milioni di persone) e, alcune settimane dopo, di Bukavu (1,3 milioni di abitanti), le capitali delle province del Nord e Sud Kivu.
Situate strategicamente al confine con il Ruanda e sulle rive del Lago Kivu, queste città sono snodi cruciali per il commercio e i trasporti, con collegamenti diretti alle città minerarie che forniscono metalli e minerali molto richiesti.
Dopo la caduta di Goma, le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme per l’aumento della criminalità e dell’insicurezza, aggravando la crisi umanitaria. Gravi carenze di cibo e acqua, ospedali sovraffollati e scorte mediche in esaurimento hanno portato la città sull’orlo del disastro.
Crisi umanitaria: ritorno di massa degli sfollati interni da Goma ai luoghi di origine
Dal 2022, la crisi umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo si è aggravata, in particolare nel Nord Kivu, dove l’intensificarsi della violenza armata e delle violazioni dei diritti umani ha provocato massicci spostamenti di popolazione. I conflitti interni e le tensioni politiche hanno costretto centinaia di migliaia di persone a vivere in campi sovraffollati o in condizioni precarie, con accesso limitato alle risorse di base.
A partire dal 2024, il numero di sfollati interni (IDP) nel paese ha superato i 6,3 milioni. L’insicurezza alimentare ha raggiunto livelli allarmanti, con una stima di 25,4 milioni di persone che hanno sofferto di fame grave nel 2024, inclusi 1,6 milioni nella regione del Kasai Centrale. I tassi di malnutrizione, soprattutto tra i bambini sotto i cinque anni, restano critici a causa dell’interruzione delle attività agricole e della mancanza di forniture alimentari costanti.
Secondo l’UNICEF, nella Repubblica democratica del Congo muoiono 76 bambini ogni 1.000 nati vivi, a testimonianza della gravità della crisi.
Nel gennaio 2025, in seguito alla presa di Goma da parte dell’AFC/M23, molti sfollati che vivevano nei campi hanno iniziato a fare ritorno nelle loro aree di origine, in particolare a Masisi e Rutshuru. Per valutare la situazione sul campo, AVSI ha condotto una valutazione dei bisogni in questi territori all’inizio di marzo 2025. I risultati hanno confermato un significativo movimento di reinsediamento, con il 95% degli sfollati che è tornato a casa.
Tuttavia, le sfide legate alla reintegrazione restano gravi, in particolare per quanto riguarda l’alloggio, la sicurezza alimentare e l’accesso a mezzi di sussistenza sostenibili.
Prima di gennaio 2025, AVSI era attivamente impegnata nei campi per sfollati interni. Oggi, con il ritorno di molte famiglie in aree scarsamente servite, AVSI sta adattando la propria risposta umanitaria.
L’organizzazione sta spostando i suoi programmi dai campi alle comunità in cui i rimpatriati affrontano vulnerabilità persistenti, instabilità e mancanza di servizi essenziali, garantendo un supporto continuo a chi ne ha più bisogno.
A Goma, SYOPADI, partner della Fondazione AVSI, sta attualmente conducendo una campagna di sensibilizzazione fondamentale per evidenziare i pericoli e i rischi rappresentati dalle mine antiuomo, disseminate in città e nelle aree circostanti a gennaio 2025.
L’iniziativa va oltre la semplice sensibilizzazione: include anche dimostrazioni pratiche su come identificare e affrontare in sicurezza potenziali minacce.
La presenza di mine antiuomo è emersa come una delle principali preoccupazioni tra i genitori dei bambini sostenuti da AVSI attraverso il Programma di Sostegno a Distanza. Sebbene le scuole abbiano riaperto dopo il conflitto, molte famiglie hanno ancora paura degli ordigni inesplosi.
Attraverso il Programma di Sostegno a Distanza, gli operatori sociali di AVSI stanno monitorando la situazione di 1.000 bambini sostenuti — verificando se si trovano ancora a Goma o se si sono spostati in cerca di aree più sicure — e fornendo supporto psicosociale per aiutarli ad affrontare questo periodo difficile. Inizialmente, il supporto veniva offerto telefonicamente a causa delle restrizioni agli spostamenti, ma oggi gli operatori sociali possono visitare le famiglie di persona, verificare se i bambini sono tornati a scuola e rilevare i bisogni emergenti per pianificare al meglio i prossimi interventi.
L'economia della Repubblica democratica del Congo tra sfruttamento delle risorse, povertà e disoccupazione
Nonostante sia uno dei Paesi più ricchi di risorse al mondo, i benefici derivanti dalla vasta ricchezza mineraria del Congo non si è tradotta in una prosperità economica diffusa. Al contrario, gran parte della popolazione è intrappolata in un ciclo di povertà, con oltre il 73% che vive al di sotto della soglia di povertà di 2,15 dollari al giorno (dati della Banca Mondiale).
I tassi di disoccupazione sono elevati, in particolare tra i giovani, che faticano a trovare lavori stabili e ben retribuiti. L’economia è dominata dal settore informale: agricoltura di sussistenza, commercio ed estrazione mineraria su piccola scala. attività minerarie artigianali sono spesso l’unica fonte di reddito. Ma queste soluzioni, precarie e rischiose, non offrono prospettive di crescita.
La mancanza di opportunità di lavoro formale è uno dei principali fattori di instabilità economica e spinge molti, soprattutto giovani, a cercare mezzi di sussistenza in settori precari o addirittura pericolosi, come l’estrazione artigianale.
Il PIL della RDC, sebbene in crescita negli ultimi anni grazie, rimane vulnerabile alle fluttuazioni del mercato globale, alla corruzione e all’instabilità che colpisce settori economici chiave. Le infrastrutture sono ancora poco sviluppate e gli investimenti in settori diversi da quello minerario sono limitati. La mancanza di diversificazione rende il Paese fortemente dipendente da poche materie prime, esponendolo a shock economici.
L'impatto del cambiamento climatico
In Repubblica Democratica del Congo sono fondamentali strategie di resilienza climatica: le comunità già estremamente vulnerabili negli ultimi anni si ritrovano a vivere in un ambiente sempre più segnato da eventi meteorologici estremi: inondazioni, piogge torrenziali, disastri naturali.
Le attività di AVSI in Repubblica democratica del Congo dall’emergenza allo sviluppo.
Combattere la fame e promuovere la sicurezza alimentare
Nelle province di Ituri e Tanganyika dal 2017 AVSI fornisce supporto nutrizionale e alimenti terapeutici a decine di migliaia di persone, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili come bambini e donne in gravidanza.
AVSI si occupa inoltre dello screening della malnutrizione nei centri sanitari, il trattamento della Malnutrizione Acuta Moderata e di campagne di sensibilizzazione la distribuzione sulle buone pratiche nutrizionali e sulla prevenzione, offrendo formazione sull’alimentazione di neonati e bambini piccoli in situazioni di emergenza.
Attraverso il coordinamento con attori umanitari, incluso il ruolo come membro del Nutrition Cluster e la collaborazione con il Programma Nazionale di Nutrizione (PRONANUT), AVSI garantisce che i suoi interventi siano allineati con gli sforzi umanitari più ampi nella regione. Queste azioni complete mirano non solo a fornire un sollievo immediato, ma anche a gettare le basi per una resilienza nutrizionale a lungo termine.
Graduation approach
AVSI sta implementando il modello Graduation Approach nel Kasai che consiste in un percorso che accompagna 10 mila famiglie in condizione di povertà estrema verso l’autosufficienza. Un elemento centrale di questo approccio è il coaching personalizzato, che rafforza le capacità individuali. Il Graduation Approach non propone soluzioni standardizzate, ma risposte su misura, frutto di un processo di ascolto e ricerca che coinvolge staff e partner. AVSI raggiunge i suoi obiettivi grazie al lavoro in rete: con donatori, ministeri nazionali, organizzazioni, istituti di ricerca, enti locali e istituzioni. Fare rete e costruire connessioni è un fattore chiave del successo di questo modello, che ha incoraggiato sistematicamente le persone a unirsi attorno a bisogni concreti (come il risparmio), promuovendo una partecipazione più attiva nella comunità.
Lotta alla povertà energetica e tutela dell'ambiente
Nelle regioni Ituri, Nord e Sud Kivu e Tanganyika, AVSI sta riducendo la dipendenza dai combustibili tradizionali, spesso provenienti da aree deforestate, contribuendo così al degrado ambientale.
Le soluzioni di cottura pulita svolgono un ruolo cruciale nel mitigare la deforestazione, ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la qualità dell’aria negli ambienti domestici. Oltre 550.000 persone sono state formate sulla tutela ambientale: oggi sono agenti di cambiamento nelle loro comunità.
In collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile della RDC e con il finanziamento del Ministero italiano dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, AVSI sta migliorando l’accesso alle fonti di energia rinnovabile nel Sud Kivu.
Questo progetto ha permesso la realizzazione di una mini-grid con pannelli fotovoltaici e un’unità idroelettrica, che oggi fornisce energia a quasi 2000 persone. Ha permesso inoltre di formare 40 imprenditori sull’uso produttivo dell’energia per favorire pratiche commerciali sostenibili. Questo approccio integrato non solo offre un sollievo immediato dalla povertà energetica, ma rafforza anche la resilienza delle comunità agli shock climatici, costruendo le basi per una sostenibilità ambientale e socio-economica a lungo termine.
Accesso all'educazione per bambini vulnerabili o sfollati a causa dei conflitti armati
Nella Repubblica Democratica del Congo, AVSI ha implementato una strategia educativa completa volta a facilitare l’accesso all’istruzione primaria e secondaria per i bambini più vulnerabili, inclusi sfollati interni, rifugiati e minori colpiti dai conflitti.
AVSI offre corsi di recupero per favorire l’inserimento scolastico, sostiene il pagamento delle tasse scolastiche e fornisce materiali didattici.
L’organizzazione interviene anche sul campo per migliorare le infrastrutture scolastiche, creando spazi di apprendimento temporanei e costruendo scuole semi-durevoli o durevoli, spesso con il supporto di programmi di cash for work.
Per migliorare la qualità dell’istruzione, AVSI forma insegnanti, direttori scolastici e membri della comunità coinvolti nell’educazione, e istituisce comitati per contrastare l’assenteismo, promuovere la pace e garantire l’igiene.
Parallelamente, AVSI implementa un solido sistema di protezione all’interno delle scuole, offrendo supporto psicosociale a insegnanti e studenti, organizzando attività ricreative e creando sistemi di monitoraggio per tutelare il benessere dei bambini.
Attraverso interventi multidimensionali, AVSI non solo facilita l’accesso all’istruzione, ma garantisce anche che l’ambiente scolastico favorisca lo sviluppo emotivo e sociale dei bambini vulnerabili.
Il programma di Sostegno a Distanza in RDC
Il Programma Sostegno a Distanza è attivo nella Repubblica Democratica del Congo dal 2002, in seguito alla prima risposta di AVSI all’emergenza causata dall’eruzione del vulcano Nyiragongo.
L’obiettivo è offrire aiuto concreto e speranza a bambini e famiglie precipitati nella povertà a causa del contesto socio-politico e culturale, peggiorato negli ultimi dieci anni per via della crescente instabilità.
Dal 2013, l’intervento si concentra nel Nord Kivu, nei sobborghi della città di Goma (Ndosho, Katoyi e Ngangi), le aree più esposte alla povertà, all’instabilità e all’insicurezza. Il progetto attualmente sostiene circa 1.000 bambini e le loro famiglie, in gran parte vittime dell’esodo rurale e sfollati costretti ad abbandonare le proprie case a causa dei conflitti con gruppi armati.
Attraverso il lavoro degli operatori sociali, ogni bambino riceve supporto psicosociale, educativo, medico ed economico, coinvolgendo famiglia, scuola, autorità locali, religiose e comunitarie per facilitare l’accesso ai servizi e/o soddisfare i bisogni fondamentali.
Tutti i bambini inclusi nel programma ricevono il pagamento delle tasse scolastiche, i materiali necessari per frequentare la scuola e un contatto diretto con gli insegnanti. Bambini, famiglie e comunità partecipano ad attività di sensibilizzazione, ricreative, gruppi di discussione e colloqui a domicilio e in ufficio, per vivere in un ambiente sicuro e protetto.
L’attuazione delle attività si basa su una strategia di empowerment e partecipazione delle famiglie, che diventano protagoniste del proprio sviluppo grazie all’inclusione in gruppi di risparmio e credito per avviare o rafforzare attività generatrici di reddito.
Infine, il Programma di Sostegno a Distanza viene realizzato in sinergia con progetti che permettono di includere altri membri della famiglia del bambino sostenuto in corsi di formazione professionale o in incontri di sensibilizzazione sul cambiamento climatico e sull’uso di nuovi sistemi di cottura migliorati, promuovendone l’adozione domestica e, in alcuni casi, la vendita.
Protezione e costruzione della pace per rafforzare le comunità
Per identificare e affrontare situazioni di abuso e sfruttamento AVSI crea spazi a misura di bambino dove i minori possono partecipare ad attività ricreative e di supporto emotivo. AVSI offre supporto psicosociale a bambini e adolescenti vulnerabili e facilita l’identificazione, la documentazione, la ricerca e il ricongiungimento dei minori separati.
Rafforza inoltre il sistema locale di protezione attraverso la formazione del personale su salute mentale, supporto psicosociale, gestione dei casi e trasferimenti monetari d’emergenza.
Oltre agli interventi di protezione dell’infanzia, AVSI promuove la pace e la stabilità nelle comunità facilitando il dialogo, la risoluzione dei conflitti e attività di peacebuilding. L’organizzazione collabora con leader comunitari, gruppi di donne e giovani, offrendo formazione su protezione dell’infanzia, violenza di genere e tecniche di costruzione della pace.
Per le persone sopravvissute alla violenza di genere, AVSI fornisce un supporto completo: assistenza psicosociale, accompagnamento legale e aiuti economici d’emergenza, sensibilizzando al tempo stesso le comunità sui temi legati alla violenza di genere.
Integrando protezione, supporto psicosociale e costruzione della pace, AVSI promuove un approccio olistico che rafforza le persone, favorisce la coesione sociale e contribuisce alla pace duratura in contesti fragili.
Approccio olistico e multisettoriale
Integrando settori diversi — come educazione, nutrizione, protezione e costruzione della pace — in una strategia coerente, AVSI non solo offre un sollievo immediato, ma rafforza la resilienza e il recupero a lungo termine delle comunità vulnerabili.
Questo approccio riconosce l’interconnessione delle sfide affrontate da queste popolazioni, permettendo ad AVSI di costruire sistemi solidi e adattabili che affrontano sia i bisogni urgenti sia le cause profonde della vulnerabilità.
La collaborazione con attori locali, la coerenza delle politiche, la condivisione dei dati, la formazione e la mobilitazione efficace delle risorse sono elementi essenziali della strategia AVSI, che garantiscono interventi completi e sostenibili.
In un contesto incerto e complesso come quello della Repubblica democratica del Congo, AVSI crede fermamente che questo approccio olistico sia fondamentale per creare soluzioni durature e promuovere uno sviluppo a lungo termine.