I riti di vedovanza: una violenza contro le donne congolesi

In Congo, una donna che perde il marito perde i suoi diritti: grazie a un progetto sostenuto dall’unione europea abbiamo potuto sostenere Felicité, sopravvissuta ai riti di vedovanza.

Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, per ricordare le vittime di maltrattamenti, abusi e femminicidi e per combattere le discriminazioni e le disuguaglianze di genere.

Nell’esperienza di AVSI non è possibile prevenire, assistere, educare se non dentro la costruzione di una relazione nuova e alla pari tra le persone consapevoli della propria unicità e del loro valore positivo. 

Un esempio è il progetto "Kutelema na kuniokuama ya ba kento - Alziamoci contro i maltrattamenti contro le donne" in Repubblica del Congo sostenuto dall’Unione europea e in collaborazione con una rete di organizzazioni locali che ci ha permesso di sostenere Felicité, vittima di violenza dopo essere rimasta vedova.

In Congo, una donna che perde il marito perde anche i suoi diritti

Felicité è vedova, ha perso suo marito nel 2008 e vive sola con i figli nella loro casa a Mboukou, nell’area rurale del Kouilou, in Repubblica del Congo.

Dopo la morte del marito il rientro a casa era un incubo. Felicité aveva paura di incontrare i cognati e i nipoti che ogni volta tentavano di cacciarla di casa, di impedirle di entrare. Dalle umiliazioni si passava spesso alle minacce di morte.

In Congo, una donna che perde il marito perde anche i suoi diritti.

I riti di vedovanza: annientare la donna sopravvissuta al marito

Le pratiche previste dai rites de veuvage - riti di vedovanza - hanno l’obiettivo di annientare la moglie “sopravvissuta” e ogni legame con il marito deceduto e la sua famiglia.

Le cognate rasano la vedova fino a farla sanguinare, la costringono a denudarsi in pubblico e a immergersi nel fiume, a restare a fianco del corpo del marito fino alla sepoltura, seduta a terra, senza potersi muovere, e ad andare in bagno e mangiare non più di una volta al giorno. La vedova subisce la spoliazione dei beni, l’esclusione dall'eredità e deve lasciare la sua casa, insieme ai figli, anche quando l’ha costruita o abitata con il marito per anni.

Questo è quello che è accaduto anche a Felicité. “Sono rimasta sola, tutto era a carico mio. Per fortuna riuscivo ancora a lavorare nei campi per rimediare un po’ di saka-saka* per sfamare mio figlio. Ma non era vita”.

Sopravvissuta ai riti di vedovanza Felicité ha dovuto affrontare l’ennesima sfida: problemi cronici post-traumatici allo stomaco e ipertensione senza la possibilità accedere a cure sanitarie adeguate.

Abbandonata dalla propria famiglia e ormai senza speranze, l’incontro con gli operatori formati da AVSI sul tema della violenza di genere ha segnato un nuovo inizio. Felicité ora sa a chi può rivolgersi per ottenere un sostegno giuridico, medico e psico-sociale e, soprattutto, è consapevole di averne diritto.

Con l’unione europea, la lotta di AVSI contro la violenza di genere

Il progetto contro la violenza di genere con le organizzazioni locali congolesi

Per aiutare le donne vittime di violenza AVSI sostiene otto organizzazioni congolesi della società civile: grazie ai fondi dell’Unione europea abbiamo rafforzato le loro capacità organizzative, operative, finanziarie e di gestione dei progetti.

Consolidare le capacità della società civile locale e le sinergie tra organizzazioni e servizi già presenti sono elementi fondamentali dell’approccio di AVSI. Sostenere gli attori locali contribuisce alla sostenibilità del progetto: garantisce che le iniziative e gli impegni assunti non svaniscano con la fine del finanziamento internazionale.

Prevenire la violenza di genere: la sensibilizzazione

Informazione e sensibilizzazione sono due elementi fondamentali per la prevenzione della violenza sulle donne.

L'accesso a informazioni chiare favorisce la consapevolezza dei propri diritti: le donne sopravvissute diventano attori chiave nella difesa e nella promozione dei loro diritti, rifiutando la violenza e denunciando sistematicamente gli autori.

Per questo nell’ambito del progetto AVSI promuove campagne di sensibilizzazione con l’obiettivo di raggiungere almeno 15.000 persone usando la lingua locale, coinvolgendo i leader delle comunità e usando lo strumento di comunicazione più diffuso: la radio.

Assistenza per le donne sopravvissute alla violenza di genere

Il progetto di AVSI in Congo contro la violenza di genere permette alle donne vittime di violenza di accedere a cure mediche, psicosociali e legali in collaborazione con centri sanitari e partner locali (Associazione Tayuwana e Gruppo di Riflessione contro la violenza di genere - GRCVBG).

L’obiettivo è sostenere 450 donne. Donne come Felicité che oggi può immaginare una vita normale per sé e suo figlio. Sapere di non essere sola, di essere sostenuta e compresa da altre donne e ragazze nella sua situazione le ha ridato la forza di intraprendere un percorso legale - per denunciare le violenze subite - e di cura, fisica e mentale.

Cos’è la violenza di genere

La violenza di genere (GBV - Gender based violence), è qualsiasi atto che provoca sofferenza o un danno fisico, sessuale o mentale, ma anche la sola minaccia di tali atti, la coercizione e altre privazioni della libertà che vengono perpetrate contro la volontà di una persona, sulla base del suo genere.

La GBV è una violazione dei diritti umani e può avere conseguenze fisiche e psicologiche di lunga durata. Sebbene anche uomini e ragazzi possano essere vittime di violenza di genere, sono le donne e le ragazze le più colpite.


*Il saka-saka è un piatto tipico congolese, realizzato con le foglie di manioca pestate.