Il tema dell’incontro che ci vede convenuti riveste un'importanza cruciale non solo in sé ma anche per la speranza che contiene e che ci induce a riflettere sulla nozione di sviluppo che desideriamo promuovere e contribuire a costruire.
Viviamo in un mondo ricco, prospero e connesso; in cui tuttavia si ravvisano contraddizioni profonde e di difficile soluzione.
A molteplici crisi tra loro interconnesse, esacerbate dalla pandemia da covid-19, con l’invasione russa in Ucraina, si è aggiunta una nuova guerra alle molte già in corso in tutto il mondo, tanto grave così devastante e minacciosa da indurre il Santo Padre a domandarsi “che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione ma solo distruzione?”
In un’epoca in cui si arriva a minacciare anche la distruzione totale derivante da una guerra nucleare è dunque urgente riproporre il cammino fecondo proposto dalla dottrina sociale della Chiesa. Ovvero un cammino capace di portare alla pace attraverso uno sviluppo umano che possieda un carattere morale e presupponga il pieno rispetto della persona umana ma anche presti attenzione al mondo naturale, al grido della Terra e a quello dei poveri.
Questo ci induce anche a rilevare la dannosità un modello economico fondato sul profitto che non esita a sfruttare e a scartare perfino ad uccidere l'uomo e genera numerose ingiustizie all'interno delle nazioni e fra di esse. Tuttavia il triste scenario fin qui rappresentato è solo un lato della medaglia.
L’azione paziente, costante, di servizio all'umanità di entità che sono espressione della società civile come AVSI dimostra che c'è ancora spazio per fare il bene.
Ogni giorno, milioni di persone di buona volontà si mobilitano per cercare di migliorare il nostro mondo ponendosi al servizio della famiglia umana così sofferente e bisognosa. Un esempio evidente di questa speranza che si fa carità lo rinveniamo nelle numerose attività di solidarietà realizzate da AVSI, realtà presente oggi in poi in quasi 40 paesi.
La vostra testimonianza e la vostra azione creativa, concreta e professionale è una ricchezza della nostra società, un segno tangibile di quell'amore che rompe le catene che ci isolano e ci separano, gettando ponti. Amore che ci permette di costruire una grande famiglia in cui tutti possiamo sentirci a casa. Amore che sa di compassione e di dignità.
Osservando la struttura dell'evento di oggi colpiscono positivamente i temi scelti l'educazione, il cambiamento climatico e le migrazioni come fattore di sviluppo. La scelta stessa di questi temi indica come tale sguardo integrale sia presente nello spirito di questa iniziativa e dell'operato intero di AVSI nei primi cinquant’anni dalla sua nascita.
E tra i progetti realizzati mi piace ricordarne uno in particolare attualmente in corso in Siria denominato “Ospedali aperti” e patrocinato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Questo progetto ha dato la possibilità di aprire le porte di tre strutture mediche cattoliche già presenti a Damasco e Aleppo a pazienti indigenti e anche di aprire nuovi dispensari allo scopo di assicurare il diritto di accesso alla salute a migliaia di persone prive dei mezzi necessari per accedere alle cure mediche. E ciò, mi preme sottolinearlo, indipendentemente dalla fede da loro professata. Ospedali aperti a tutti, di qualsiasi fede. Infatti, nel dare assistenza medica gratuita ai bisognosi, senza discriminazioni, né preferenze basate sull’appartenenza religiosa o confessionale, il progetto Ospedali aperti mira a ristabilire la fiducia tra le diverse componenti religiose della Siria e a ricostruire il tessuto sociale, lacerato dal conflitto armato che si protrae da più di 10 anni, dal 2011.
Tale iniziativa ben si colloca nel solco della cultura della cura che Papa Francesco propone come antidoto al dilagare della cultura dell’indifferenza e dello scarto. Essa vuole contribuire alla costruzione dello sviluppo secondo la concezione proposta dalla Santa Sede. Quella cioè di uno sviluppo umano e integrale che ponga al centro la persona umana quale unità inscindibile di corpo e anima. Si tratta di uno sviluppo inclusivo e partecipativo che non escluda o scarti nessuno e che promuova e valorizzi ogni persona in tutte le sue dimensioni – materiale, sociale, culturale, morale e spirituale.
In conclusione desidero rinnovare il sostegno della Santa Sede della missione di AVSI e l'apprezzamento per l'impegno a costruire un mondo in cui la persona, consapevole del suo valore e della sua dignità sia protagonista dello sviluppo integrale suo e della comunità di cui fa parte, anche in contesti di crisi ed emergenza, mantenendo quell’attenzione particolare a quegli ultimi che il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa ci invitano a tutelare e a promuovere sommamente.
Mi auguro che l'evento che quest’oggi si tiene possa essere un altro contributo, tra i tanti forniti in questi 50 anni, al cambiamento di mentalità e del paradigma economico e culturale di cui tanto si avverte l'esigenza. Possano le attività di AVSI costituire spazi di riconciliazione e pace; possano costituire delle oasi di speranza per tutti coloro che, a diverso titolo, vi contribuiscono e vi partecipano
Vi ringrazio per la vostra attenzione e vi auguro di cuore buon lavoro
Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede