Siria. Dispensari della speranza

Abbiamo curato 188.147 persone con il progetto Ospedali aperti a Damasco e ad Aleppo. Ora sostieni la medicina di prossimità: porta le cure vicino alle persone più vulnerabili.

  • 9% Raccolto
  • €150.000 Obiettivo

Anche se la guerra è finita, in Siria la crisi non è terminata.
Oggi milioni di persone vivono in condizioni di vulnerabilità estrema: non possono permettersi una visita medica, un farmaco per la pressione, un’ecografia o un semplice antibiotico.

Per chi vive in villaggi isolati o in città impoverite, anche una cura semplice può diventare irraggiungibile.

Dal 2017 lavoriamo per permettere ai siriani più poveri di accedere alle cure di cui hanno bisogno. Dopo aver sostenuto per sette anni due ospedali a Damasco e uno ad Aleppo ora siamo impegnati nel promuovere la medicina di prossimità, attraverso sei strutture sanitarie territoriali: i “Dispensari della Speranza”.
Sono presidi vicini alle persone, accessibili, dove ogni giorno si garantiscono:

  • Visite mediche di base
  • Analisi e test diagnostici
  • Farmaci essenziali
  • Supporto psicologico per adulti e bambini

La medicina di prossimità è spesso l’unica risposta possibile per chi non può accedere agli ospedali. È una cura concreta, umana, quotidiana.

Abbiamo bisogno del tuo aiuto.

Con il tuo contributo possiamo tenere aperti i dispensari e continuare a offrire un servizio essenziale per la salute e la speranza.

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Garantisci cure gratuite a chi vive in condizioni di vulnerabilità estrema in Siria
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Da Ospedali aperti ai Dispensari della Speranza, la storia del progetto

Come risposta concreta alla domanda di aiuto del popolo siriano, grazie all’iniziativa del cardinal Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, e all’appoggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, è stato ideato nel 2016 ed è divenuto operativo nel 2017 il progetto “Ospedali Aperti" per permettere al maggior numero di pazienti di accedere tre ospedali (l’Ospedale Italiano e l’Ospedale Francese a Damasco, e l’Ospedale St. Louis ad Aleppo) I

Nei primi anni si trattava di persone ferite a causa della guerra Sono stati erogati trattamenti diversi, dalle cure di patologie complesse a quelle di malattie non gravi che però, se trascurate in un contesto segnato profondamente dalle conseguenze della guerra, possono uccidere tanto quanto hanno fatto le bombe. Dal 2024 quattro nuovi dispensari affiancano il lavoro dei tre ospedali di Damasco e Aleppo.

Mi preme quest’anno citare il grande lavoro per sostenere il rientro delle comunità cristiane nella piana di Ninive, in Iraq, e le cure sanitarie assicurate a tanti malati poveri in Siria, in particolare attraverso il progetto “Ospedali Aperti”.

Papa Francesco, 2018

I donatori di Ospedali aperti

Il progetto, patrocinato dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, è stato finanziato da: Conferenza Episcopale Italiana (con fondi 8x1000), Papal Foundation, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Roaco attraverso l’Ordine equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro, Misereor (Organizzazione episcopale tedesca per lo sviluppo e la cooperazione), Conferenza Episcopale Usa, Caritas Spagnola, Gendarmeria del Vaticano attraverso la Fondazione San Michele Arcangelo, Cha (Catholic Health Association – Usa), Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale, Fondazione Umano Progresso, Fondazione Cariverona, Fondazione Mondo Unito, Caritas Provitae Gradu Charitable Trust, Governo ungherese (nell’ambito del piano “Hungary Helps”), Regione Lombardia.
A questi finanziamenti si aggiungono le donazioni di privati e imprese italiane e i contributi raccolti attraverso il 5x1000.