Il desiderio di pace cresce sempre di più in reazione alle guerre che si moltiplicano, si cronicizzano e raggiungono livelli inaccettabili di violenza disumana contro civili e persone inermi. Per dare spazio e voce a questo desiderio, anche quest’anno, per la Campagna Tende di AVSI scegliamo come perno la pace, parola che però vogliamo usare rispettandone il valore più autentico, liberandola da riduzioni retoriche o ideologiche.
Ci ha aiutato in questo intento Papa Leone XIV, che in un’udienza ai vescovi italiani dello scorso giugno, ha osservato che “la pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa”.
Ci siamo resi conto che queste parole erano in grado di descrivere in modo preciso anche il nostro lavoro: AVSI lavora sul terreno, con gesti quotidiani, intessuti di pazienza e, per molti colleghi attivi in luoghi remoti e pericolosi, di coraggio; la nostra azione inizia dall’ascolto dei bisogni degli ultimi e dei più vulnerabili, e si costruisce piano piano a partire da una presenza costante accanto alle persone e alle comunità, da una relazione coltivata con vigilanza e attenzione per la dignità di ciascuno.
Per questo possiamo affermare che i progetti e gli interventi di AVSI e di chi li rende possibili con il suo sostegno, sono realmente azioni di pace: azioni umili di costruttori di pace. Per questo vogliamo intitolare la Campagna Tende di quest’anno riferendoci a questa certezza, che diventa un appello e un invito: “La pace è una via umile. Percorriamola insieme.” Questa via non è affrontabile da soli: c’è bisogno di una compagnia di persone che, ciascuno a partire dalla sua identità, dalla sua creatività e dai suoi doni, possa dare vita giorno dopo giorno a gesti quotidiani in grado di edificare la pace.
La definizione di pace come via umile, nel paragone con gesti ad alto impatto mediatico, potrebbe sembrare una fuga o una resa al silenzio.
Ma è proprio il contrario: questo titolo, come un farmaco a lento rilascio, costringe a fermarsi, invita a una riflessione continua, a rivedersi in azione, rimette al centro la responsabilità di ciascuno, e chiama tutti a incamminarsi in un percorso che inizia dal basso, dalla relazione semplice e ordinaria con chi abbiamo accanto, fino a raggiungere chi vive in contesti lontani.
L’aggettivo umile, poi, richiama l’humus, la terra: è un invito ad appassionarsi sempre e di nuovo alla realtà, al quotidiano confronto con l’altro che incontriamo. Speriamo di ritrovarci in tanti a camminare per questa via.
La pace è una via umile. Percorriamola insieme.