Il side event di AVSI all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e il nostro impegno per l’educazione

L’intervento di Giampaolo Silvestri a New York all’evento “Educazione: Un investimento catalitico per lo sviluppo. Dare ai giovani la libertà di costruire il loro futuro”

Data 20.09.2023

AVSI, in collaborazione con le Missioni Permanenti d'Italia e di Nigeria presso le Nazioni Unite a New York, il Partenariato Globale per l'Educazione (GPE), l'UNESCO e il Group of Friends for Education and Lifelong Learning, ha promosso un side event il 19 settembre all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.

Rappresentanti di alto livello del governo italiano, dell'UNESCO, della Santa Sede, della Nigeria, dell'Etiopia, del Sud Sudan, della Sierra Leone, della Somalia e della Mauritania hanno discusso su come garantire l’accesso a un’educazione di qualità a tutti i bambini anche in contesti di conflitto, povertà, crisi, instabilità politica ed economica. 

"Per colmare il divario educativo esistente e garantire il diritto all'istruzione per tutti, ogni 2 secondi un bambino dovrebbe iscriversi a scuola, da oggi al 2030: questo dimostra la portata della crisi educativa che stiamo affrontando", ha sottolineato Stefania Giannini, vice direttrice generale dell'UNESCO per l'Educazione. Per questo "è tempo di spostare la nostra prospettiva sull'educazione da una spesa a un investimento strategico, che non solo trasforma le vite individuali, ma trasforma le società" ha rimarcato Laura Frigenti, CEO di GPE e membro dell'Advisory Board di AVSI.

Il tutto con un'attenzione particolare al coinvolgimento delle nuove generazioni: sia Temilade Salami, GPE Youth Leader, che Mons. Caccia, Rappresentante Permanente della Santa Sede presso l'ONU, hanno riportato l'attenzione sul fatto che i giovani debbano essere ascoltati e coinvolti nei processi decisionali dall'inizio alla fine: altrimenti, come possono i policy maker offrire loro quello di cui davvero hanno bisogno?

Education: a catalytic investment for development.
La registrazione dell'evento

AVSI alle Nazioni Unite: il discorso di Giampaolo Silvestri

Un volto, una vicenda personale che fa luce sul tema

“If you have not been educated, they don’t value you”. Se non hai ricevuto un’educazione, non sei riconosciuto nel tuo valore.

Apro il mio intervento citando queste parole di Living Sunday, una ragazza madre di 22 anni che vive in Sud Sudan - protagonista del video che abbiamo visto poco fa:

Video thumbnail

Living Sunday è stata coinvolta in un nostro progetto, che le ha permesso di recuperare il percorso scolastico a cui aveva dovuto rinunciare a causa di una gravidanza precoce: si alza ogni mattina alle 4 per andare a scuola, ci va con passione e determinazione perché è divenuta consapevole che essere “educata” è la condizione prima, necessaria per lei, per essere “vista”, considerata, valorizzata – anche da se stessa, non solo dagli altri – per il suo valore, per poter avere accesso a un lavoro e quindi per l’indipendenza economica per crescere suo figlio e garantire un’esistenza dignitosa a lui e a se stessa.

Grazie all’educazione Living Sunday sa di poter divenire protagonista a pieno titolo della propria vita: solo quando la persona scopre il proprio valore infinito, prende in mano la propria vita e così inizia lo sviluppo più autentico e duraturo.

Educazione come condizione di sviluppo: come e perché

Questo è l’approccio di AVSI alla sfida educativa.

In tutti i nostri progetti emerge la priorità e attenzione peculiare riservata all’educazione in ogni circostanza.
Essa è il perno attorno al quale costruiamo ogni intervento perché mentre rende la persona consapevole del suo valore, ne libera tutte le risorse, la mette in grado di agire, di mettersi in gioco per il suo bene e della sua rete di relazioni, famiglia e comunità.

In questo processo di crescita è determinante la relazione interpersonale: l’incontro con qualcuno capace di accompagnarci a scoprire la nostra dignità.

L’educazione e lo sviluppo passano sempre attraverso una relazione personale che permette di generare persone libere, responsabili, aperte.

Tale approccio dà forma alla componente educativa presente in tutti i nostri progetti, dalla prima infanzia fino all’età adulta, che puntano a suscitare soggetti in grado di affrontare in modo responsabile le sfide della propria vita.

Nuovo passo: educazione e sviluppo o è di tutti o non è di nessuno

Ma se questa è l’educazione e lo sviluppo a cui puntiamo, dobbiamo sempre aver presente che il destino di Living Sunday e di suo figlio, che vivono in Sud Sudan, sono connessi strettamente a quello dei nostri figli, ovunque nel mondo. L’investimento educativo per Living Sunday è legato a quello per mia figlia Teresa in Italia.

Di fronte abbiamo crisi e sfide che ci investono tutti parimenti, basti pensare alle migrazioni, alla crisi climatica, alla diseguaglianza economica, ai conflitti. Non sono mai questioni “private”. Solo insieme possiamo affrontarle.

Per questo dobbiamo cambiare le categorie con cui pensiamo il rapporto tra i nostri Paesi. Non esiste più un Nord che aiuta un Sud, ma solo Paesi diversi che insieme lavorano per lo sviluppo comune: è questa certezza che deve alimentare l’impegno per l’accesso a un’educazione di qualità a tutte le latitudini. Non c’è sviluppo – duraturo, sostenibile, autentico - se non è pensato e promosso per tutti.

A tal scopo abbiamo bisogno di creare le condizioni che rendano possibile educare sempre e ovunque, educare al riconoscimento di sé, al pensiero critico, che permetta la costruzione di comunità vitali, accoglienti, capaci di investire risorse in autonomia e crescita.

Educazione perno del Piano Mattei?

Ora abbiamo una grande chance: il Piano Mattei, un piano ambizioso che l’Italia sta per lanciare per favorire una nuova partnership tra il nostro Paese e i paesi africani per lo sviluppo.
Noi auspichiamo che questo piano trovi il suo cardine nell’educazione e nella vocational education intesa in questa direzione.

Lavoriamo perché il Piano Mattei favorisca una collaborazione trai nostri Paesi che porti al sostegno di realtà educative per bambini e giovani, in modo che possano un giorno inserirsi nel mondo del lavoro secondo le loro abilità e possibilità.

L’educazione formale e percorsi di higher education, insieme a formazione professionale e post-secondaria pensata in relazione al mercato locale e globale nei settori dell’agricoltura e dell’energia (per esempio), garantiranno a tutti i nostri Paesi la possibilità di valorizzare il capitale umano, di creare lavoro là dove manca, in modo che i giovani possano scegliere se restare o partire, e di favorire in modo governato e rispettoso dei diritti umani l’accoglienza e l’inserimento lavorativo là dove c’è offerta di lavoro

Non partiamo da zero: esistono programmi di successo di educazione, formazione professionale e creazione di lavoro, che possono essere valorizzati e riprodotti. Rilanciamo e scaliamo ciò che è già in atto e ha buon impatto.
Partiamo dal positivo che c’è e accettiamo la sfida educativa a partire dallo sguardo sui nostri figli e il futuro che speriamo per loro.
Grazie.