Reportage | Prendersi cura dei bambini vittime del conflitto in Mozambico

Un reportage racconta i protagonisti del progetto multisettoriale Cuida: protezione, educazione, nutrizione e salute per i bambini di Capo Delgado

Data 19.03.2024
Autore Reportage a cura di Matteo Bastianelli, fotografo

A 6 anni di distanza dall’inizio del conflitto in Mozambico, numerosi attacchi terroristici di matrice islamica nella provincia di Capo Delgado hanno causato quasi un milione di sfollati interni (al momento sono circa 627.000, perché molte famiglie hanno fatto ritorno nelle loro zone di origine), 5000 morti, oltre a ingenti danni a infrastrutture come scuole, ospedali, strade e abitazioni.

Migliaia di famiglie sono state costrette a fuggire a bordo di barche, a rifugiarsi nelle foreste e a camminare per giorni per sfuggire a guerra e persecuzione. In una realtà socio-economico estremamente povera, dove la maggior parte della gente vive con meno di due dollari al giorno, la ricchezza del Mozambico si nasconde nel sottosuolo e a questo puntano i gruppi terroristici: risorse energetiche come giacimenti di petrolio e gas naturale sono i motivi principali di questa continua sequela di attacchi volti a creare caos, ma di cui è vittima principalmente la popolazione civile.

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In questo contesto il progetto CUIDA (dalla parola cuidar, prendersi cura, in portoghese), finanziato dall’Unione Europea e l’Ambasciata dei Paesi Bassi e implementato da AVSI in partnership con UNICEF, ha l’obiettivo di rafforzare la protezione dei bambini in Mozambico colpiti dal conflitto nei distretti di Pemba, Ibo, Quissanga e Montepuez, nella provincia di Capo Delgado. Un progetto multisettoriale che mira all'inclusione e cura dei minori, con progetti educativi, volti anche al miglioramento delle condizioni generali di salute e nutrizione, in un territorio molto fragile anche da un punto di vista ambientale. Il Mozambico è infatti particolarmente esposto agli effetti dei cambiamenti climatici e vessato da problematiche come lo smaltimento dei rifiuti e l’accesso all’acqua potabile e all’elettricità.

Nel 2019 le coste che affacciano sull’oceano Indiano, così come le isole di Matemo e Ibo, hanno subito l’azione dei cicloni che hanno causato distruzione e inondazioni. La presenza di AVSI, oltre a dare una risposta all’emergenza, è volta a sostenere la popolazione più vulnerabile. Attraverso progetti di recupero scolastico, alfabetizzazione, sostegno psico-sociale e psicologico, attività ricreative, programmi di formazione professionale e volti all’emancipazione di donne e ragazze, AVSI lavora sul campo per migliorare il benessere dei minori e creare un contesto sicuro per il futuro delle nuove generazioni del Mozambico.