Le conseguenze della guerra in Ucraina sono sempre più gravi. A fine novembre, con l'arrivo del freddo siamo partiti per raccontare dal campo gli effetti dei bombardamenti sulla popolazione. E il nostro intervento per gli ucraini.
I sintomi da stress post-traumatico sono i più diffusi, ma spesso chi vive in zone di guerra sviluppa disagi psicologici di varia natura e disturbi come l'ansia o la depressione. Ce lo spiega Inna, che a Sumy gestisce il lavoro delle psicologhe di Helpgroup, un'associazione sostenuta da AVSI che vuole aiutare le famiglie a gestire emotivamente questo periodo di conflitto.
"La paura più grande è quella di fare la scelta sbagliata per mio figlio", ci dice Victoria, una paziente di Inna che raggiungiamo a casa sua, al settimo piano di un palazzone popolare in periferia. Abbiamo cercato di arrivare prima che facesse buio e siamo saliti a piedi perché anche oggi manca la corrente.
"Quando suonano gli allarmi non so se portare mio figlio nel rifugio oppure lasciarlo dormire. Vorrei rimanere nella mia città, ma a volte penso che sarebbe più sicuro andar via", ci confida Victoria.
Inna è venuta a trovarla per informarla sui corsi di genitorialità che Helpgroup organizza insieme ad AVSI, pensati proprio per aiutare le madri nel rapporto con i loro figli. Per i bambini, invece, organizzano attività ricreative nelle scuole ed escursioni nei weekend.
Salutiamo Victoria prima del previsto perché, mentre chiacchieriamo, i nostri smartphone ci avvisano che c'è un nuovo allarme bomba a Sumy. "Spero che la guerra scompaia dal mondo. Pace e gentilezza dovrebbero prendere il posto di rabbia e violenza", si sfoga Victoria prima di accompagnarci alla porta.
Oggi decide di restare a casa con suo figlio e di non scendere nel rifugio. Gli attacchi russi questa volta sembrano essere lontani.
La paura più grande è quella di fare la scelta sbagliata per mio figlio. Quando suonano gli allarmi non so se portare mio figlio nel rifugio oppure lasciarlo dormire. Vorrei rimanere nella mia città, ma a volte penso che sarebbe più sicuro andar via
Victoria, madre ucraina a Sumy. AVSI e l'associazione locale Helpgroup l'hanno coinvolta in incontri per gestire la relazione con i propri figli durante la guerra