Le conseguenze della guerra in Ucraina sono sempre più gravi. A fine novembre, con l'arrivo del freddo siamo partiti per raccontare dal campo gli effetti dei bombardamenti sulla popolazione. E il nostro intervento per gli ucraini.
La città di Sumy dista 40 chilometri dal confine con la Russia e nelle prime settimane è stata circondata dai carri armati russi. I combattimenti nei villaggi vicini sono stati violentissimi. Tutta la regione è stata liberata ma ancora oggi l'area a ridosso della frontiera viene bombardata tutti i giorni. È per questo che il dipartimento per i servizi sociali del comune è sempre affollato.
"Sono qui per registrarmi ufficialmente come sfollato interno. Avrò diritto a degli aiuti economici se necessario", ci spiega Slavik che viene da Kharkiv e a causa della guerra è rimasto senza lavoro. Sua moglie e sua figlia sono scappati in Polonia, lui non ha potuto seguirle a causa della legge marziale che impedisce agli uomini di lasciare il Paese. Da allora si sposta di città in città per poter lavorare. "Sono otto mesi che la mia famiglia è andata via. Spero che la guerra finisca presto, perché vorrei rivederli", ci dice trattenendo a fatica l'emozione.
La disoccupazione è una delle preoccupazioni principali a est dell'Ucraina
Molte aziende hanno chiuso oppure si sono spostate nelle regioni a ovest, più sicure e stabili. Come l'azienda di abbigliamento di Valentina, 23 anni, che abbiamo incontrato tre giorni prima a Kharkiv. "Facevo la fashion designer. Sono riuscita a rimanere nella mia città perché ho trovato lavoro con AVSI e gestisco la distribuzione di pacchi alimentari in alcune zone della città", ci ha detto. "Sono contenta di dare una mano nella mia città, ma è faticoso non poter pensare al proprio futuro. Quando la guerra finirà vorrei aprire la mia sartoria a Kharkiv".
AVSI e World Food Programme: pacchi alimentari per chi fugge dalla guerra
Davanti agli uffici comunali di Sumy arriva un camion con un carico di pacchi alimentari che AVSI distribuisce in collaborazione con il World Food Programme. Ad accoglierlo, almeno una decina di volontari che si organizzano per passarsi i pacchi attraverso una finestra. Chiedono una mano anche a Slavik che senza esitare si toglie la giacca e si unisce a loro. La catena permetterà di scaricare i cartoni in pochi minuti.
Sono otto mesi che la mia famiglia è andata via. Spero che la guerra finisca presto, perché vorrei rivederli
Slavik, sfollato a Sumy, Ucraina
In fila per ricevere gli aiuti ci sono soprattutto donne, madri con i loro bambini, ma anche anziani e disoccupati come Slavik. Arrivano tutti da zone di conflitto e non parlano volentieri con gli stranieri. Firmano i moduli e portano i cartoni fuori dall'ufficio, dove li aspetta un conoscente o un tassista che darà loro una mano. Fuori ha iniziato a piovere.