Il diritto dei bambini a leggere e scrivere

In occasione della Giornata internazionale dell’educazione, AVSI e il Global Partnership for Education propongono una riflessione comune per ricordare quanto il diritto all’educazione sia ancora negato in troppi Paesi e quanto, a pochi giorni dalla conferenza Italia Africa, sia necessario risvegliare l’attenzione internazionale su questa emergenza.

Diritto all'educazione - bambina in Africa a scuola
Paesi Italia
Data 24.01.2024
Autore di Laura Frigenti, Global Partnershipfor Education e Giampaolo Silvestri, Segretario generale AVSI

di Laura Frigenti, Global Partnershipfor Education e Giampaolo Silvestri, Segretario generale AVSI*

Su 10 bambini di dieci anni nel mondo, 7 non sono in grado leggere una semplice storia: questo dato drammatico dice di per sé l'importanza della giornata internazionale dell'Educazione, che si celebra il 24 gennaio, un'occasione per ricordare quanto questo diritto all'educazione, un diritto umano fondamentale, sia ancora negato in troppi Paesi e quanto, a pochi giorni dalla conferenza Italia Africa, sia necessario risvegliare l'attenzione internazionale su questa emergenza.

Non sono più rinviabili investimenti adeguati per sostenere i Paesi a basso reddito nella costruzione di sistemi educativi solidi.

Non è un tema per gli addetti della cooperazione allo sviluppo o dei fondi globali di investimento. L'educazione c'entra con lo sviluppo di noi tutti, con le questioni più dibattute e divisive oggi, dalla crisi climatica alle migrazioni, dall'instabilità economica alle guerre sempre più vicine. Su questo in particolare una ricerca realizzata di recente da GPE con l'Istituto per l'Economia e la Pace (Iep) di Sidney ha confermato le correlazioni tra educazione e pace: i Paesi che registrano miglioramenti nel campo dell'istruzione godono anche di una maggiore stabilità sociale e politica complessiva. E viceversa: i Paesi con bassi livelli di istruzione tendono a sperimentare una maggiore frequenza e intensità di conflitti interni. In altre parole: migliori prestazioni nel campo dell'istruzione, la durata e la qualità della scolarizzazione possono essere una forza potente per smorzare l'intensità dei conflitti interni e ridurre la probabilità di disordini futuri.

Eppure, anche di fronte a questa consapevolezza, dal 2020 i bilanci per l'istruzione in quasi la metà dei Paesi a basso reddito sono diminuiti del 14% un aumento di un dollaro del debito estero è stato associato a una diminuzione di tre dollari della spesa per l'istruzione.

Sostenere l'educazione significa invece investire in sviluppo, aprire la strada verso economie prospere e stabili: è questo appello che dovrebbe tornare a lanciare l'Italia che, come presidente di turno del Gruppo G7 nel 2024, viene a trovarsi in una posizione privilegiata per favorire un lavoro comune in questa direzione: promuovere in tutti i luoghi del mondo, a partire dai più vulnerabili, un'educazione di qualità, cioè "un'educazione integrale della persona", come la chiama Papa Francesco.

Quando parliamo di diritto all'educazione non restringiamone lo spettro: non è mai solo istruzione, apprendimento a leggere, scrivere e fare di conto, che ovviamente sono fondamentali, ma insieme anche accompagnamento lungo il percorso scolastico contro ogni tentazione di abbandono, soprattutto nei contesti più difficili; è anche protezione della persona, cura dell'apprendimento socio-emotivo e del benessere psicosociale del bambino.

In questa giornata internazionale dell'educazione puntiamo in alto: investiamo energia, creatività, fondi e partnership per un'educazione intesa come quella relazione che permette alla persona di scoprire il suo valore unico e irripetibile, di divenire consapevole della propria dignità irriducibile, quindi capace di prendere in mano la sua vita da protagonista e di elaborare un progetto di riuscita di sé e di sviluppo autentico della sua comunità.

*Articolo pubblicato il 24 gennaio 2024 su Avvenire