Nella notte tra il 5 e 6 febbraio un fortissimo terremoto ha colpito la Turchia e la Siria (magnitudo 7.8) con epicentro nei pressi di Gaziantep, città del sud est della Turchia a circa 100 km da Aleppo, dove AVSI lavora da anni e si è attivata immediatamente per sostenere la popolazione.
Il 6 febbraio abbiamo lanciato un appello: in 48 ore abbiamo raccolto 183.807 euro e stiamo inviando i primi fondi in Siria.
Nel frattempo, il team AVSI ha curato circa 80 feriti nell'ospedale Saint Louis di Aleppo e sono iniziate le prime distribuzioni di beni di prima necessità: martedì 6 febbraio 55 famiglie hanno ricevuto coperte, cibo e denaro.
Ad Aleppo la popolazione è stremata
Ho visto la gente disorientata - ha dichiarato a Repubblica Filippo Agostino, responsabile di AVSI in Siria che ha raggiunto Aleppo qualche ora dopo il terremoto - quasi incredula per questa nuova maledizione che si è abbattuta su questa città, già martoriata e distrutta dalla guerra. Ci sono intere zone di Aleppo di nuovo distrutte, come quando piovevano bombe su bombe e la popolazione scappava, o si nascondeva negli scantinati. Decine i palazzi rasi al suolo, alcuni appena ricostruiti. Le strade cittadine sono impraticabili perché occupate da enormi blocchi di mattoni e cemento degli edifici crollati".
La popolazione di Aleppo si trova a dover affrontare un'ennesima prova dopo 12 anni di guerra, l'epidemia COVID, le sanzioni economiche, una siccità senza precedenti e l'epidemia di colera.
"L'epidemia di colera in Siria si sta diffondendo molto velocemente - prosegue Filippo Agostino - E' da settembre 2022 che si sono registrati i primi casi. In inverno, con le temperature rigide e l’usura delle infrastrutture idriche, la situazione peggiora e il colera si diffonde maggiormente. Con il freddo, le persone fanno più fatica a raggiungere i centri medici, che sono pochi e difficili da raggiungere, aumentando il rischio di non ricevere le giuste cure per tempo. In Siria, i 12 anni di conflitto, di infrastrutture danneggiate, assieme alle conseguenze dei cambiamenti climatici, in particolare la siccità degli ultimi mesi, hanno creato condizioni a dir poco drammatiche, permettendo così all'epidemia di avanzare in tutto il Paese. Le aree più a rischio di diffusione del colera sono i governatorati nel Nord, al confine con la Turchia. Ma, ad oggi, in tutti i 14 governatorati del Paese sono stati riportati casi di colera. Le ultime cifre, aggiornate ad inizio dicembre, segnalano 46.409 casi sospetti, tra cui 97 decessi attribuiti al colera, con un tasso di mortalità dello 0,2%."
AVSI in Siria: la crisi sanitaria e la campagna Ospedali Aperti
Nel 2017, AVSI ha lanciato la campagna Ospedali Aperti, promossa dalla Nunziatura Apostolica a Damasco e patrocinata dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale per garantire cure gratuite ai pazienti poveri in tre ospedali non profit siriani a cui si sono aggiunti 4 dispensari. L'iniziativa negli anni è stata sostenuta da migliaia di donatori (privati, aziende, fondazioni, istituzioni) in particolare dalla CEI, Conferenza Episcopale Italiana sia attraverso l'8x1000 sia con contributi diretti.
Un intervento che si è reso necessario di fronte a una crisi sanitaria senza eguali: quasi 11,5 milioni di persone, di cui il 40% bambini, non ricevono adeguate cure mediche; nel distretto di Aleppo le persone che non hanno accesso agli ospedali sono più di 2 milioni, a Damasco oltre un milione. Il sistema sanitario non può far fronte alla domanda di cure e le famiglie non riescono a pagare le spese sanitarie.
L’Ospedale Saint Louis di Aleppo, che fortunatamente è perfettamente funzionante dopo il terremoto, è proprio uno degli ospedali che AVSI sostiene attraverso il progetto "Siria. Ospedali Aperti" che ad oggi ha provveduto a fornire oltre 95.000 cure gratuite a siriani poveri. In questi giorni più di 80 feriti a causa del terremoto hanno potuto curarsi qui.
In Siria AVSI lavora anche nel campo dell'educazione e del rafforzamento economico, con un'attenzione particolare alle donne.