L’impatto dei tagli agli aiuti per due milioni di rifugiati nel Nord Uganda. Il reportage

Un fotoreportage di Nicolò Filippo Rosso documenta le conseguenze dei tagli agli aiuti da parte di USAID avvenuti lo scorso febbraio, e la presenza continua di AVSI

I tagli agli aiuti internazionali hanno compromesso servizi essenziali per quasi due milioni di rifugiati nel Nord Uganda, dove migliaia di famiglie vivono da quasi un decennio nei campi lungo il confine con il Sud Sudan.

Ogni giorno si registrano nuovi arrivi, mentre il conflitto interno al Paese si intensifica senza tregua. L’assistenza alimentare è stata ridotta, l’accesso all’istruzione e alla salute è diventato più difficile, le attività economiche su piccola scala si sono fermate improvvisamente e le famiglie si trovano ora ad affrontare un’incertezza crescente.

Eppure, in mezzo a queste sfide, le comunità di rifugiati e quelle ospitanti stanno cercando modi per adattarsi con risorse limitate. AVSI è ancora presente sul territorio, lavorando fianco a fianco con le comunità per rispondere ai bisogni urgenti e gettare le basi per una ripresa a lungo termine. Una delle iniziative attive è il progetto STEP -documentato da Nicolò Filippo Rosso - che si concentra su istruzione, protezione e supporto psicosociale per bambini e giovani vulnerabili.

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