Il 10 settembre, AVSI è stata invitata a un'audizione presso la Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati per esprimere la propria opinione sul secondo rapporto del Piano Mattei.
Il Piano Mattei sta iniziando a prendere forma e a ottenere riconoscimento sul campo, con grandi progetti in corso, come quello implementato da AVSI in Costa d’Avorio (un progetto da 10 milioni di euro in 800 scuole distribuite in 20 regioni del Paese, che raggiunge circa 200.000 bambini e 500 insegnanti) realizzato con il Ministero dell’Istruzione ivoriano, che sta lavorando a una riforma del sistema scolastico, in parte ispirata da questa iniziativa.
Attraverso questo piano, l’Italia propone un modo innovativo di costruire partenariati con l’Africa. Stiamo riscontrando grande curiosità e interesse da parte dei Paesi africani—vogliono farne parte. Ma c’è ancora lavoro da fare, come ha sottolineato Giampaolo Silvestri, segretario generale di AVSI, evidenziando alcune criticità e offrendo raccomandazioni basate sulla nostra esperienza.
Rivedi l'audizione (Silvestri dal min 25.25)
L'intervento di Giampaolo Silvestri
Ringrazio per questa opportunità.
Una premessa dovuta: AVSI è un soggetto del Piano Mattei. Come Organizzazione della società civile abbiamo vinto un progetto da 10 milioni di euro, quindi siamo “beneficiari” dei fondi mobilitati dal Piano Mattei, e da attori siamo in una posizione privilegiata per osservare tale Piano (dall’interno) e rilevare che cosa sta funzionando e che cosa merita invece di essere corretto, rilanciato o migliorato.
Un’iniziativa di politica estera
Si tratta di un’iniziativa di politica estera che ha generato un movimento nuovo in Italia e nei paesi partner: ha liberato energie, progettualità e permesso di avviare nuove partnership non solo nei paesi del Piano Mattei, ma in generale in tutti i Paesi africani dove opera la Cooperazione italiana.
Dopo appena un anno e mezzo dal suo annuncio, siamo al lavoro sul terreno. Il Piano Mattei sta prendendo una sua forma e riconoscibilità sul terreno, stanno partendo grandi progetti, come il nostro in Costa d’Avorio; a ribadire la portata del cambiamento che potrà scaturire da tale progetto, cito solo qualche numero: si chiama Reussir (riuscire), si realizzerà in 800 scuole in 20 regioni del paese, che raggiungerà circa 200.000 bambini e 5000 insegnanti, in accordo con il Ministero dell’educazione della Costa d’Avorio, che sta lavorando a una riforma del sistema scolastico, anche a partire da questa esperienza.
Si tratta di uno scale up di esperienze precedenti, finanziate anche dal governo americano, a conferma che il Piano Mattei non parte da zero, ma da esperienze passate che hanno portato a risultati positivi.
L’Italia sta proponendo con questo piano una modalità innovativa di creare partnership con l’Africa. Riscontriamo da parte dei Paesi africani una grande curiosità e interesse: la Premier ugandese, nostra ospite in Italia nell’agosto 2024, chiese subito perché il suo paese non fosse nel PM. I paesi africani ambiscono a entrare e a farne parte; riscontriamo che l’Africa è sempre più una priorità, interessa sempre più soggetti (università, vedi nuovo focus dell’Università Cattolica, imprese, vedi varie domande che riceviamo).
Va notata una continuità nell’impegno italiano a lavorare affinché l’Africa resti prioritaria nell’agenda internazionale (anche dopo il vertice G7 di Borgo Egnazia), vanno valorizzate le missioni di sistema, promosse dalla DGCS Maeci, realizzate nelle diverse regioni dell’Africa, con una modalità sempre più inclusiva, capace di accogliere rappresentati di soggetti diversi (Farnesina, AICS, CDP, Struttura di missione, coinvolgimento del terzo settore, agenzie internazionali, imprese italiane, osc università…). Le missioni vanno nella direzione di favorire la conoscenza della realtà di questi Paesi e viceversa, l’ascolto e la condivisione: i progetti partono da richieste delle controparti africane e dallo scambio. Implementando il Piano Mattei, si aiuta il Sistema Italia, e viceversa: il Sistema Italia rende possibile l’implementazione di tale Piano.
Il PM ha acceso anche l’interesse di organismi internazionali come GPE, Global Partnership on Education, un fondo mondiale sull’educazione, che si sta muovendo per collaborare con il Piano Mattei, e con il quale si stanno verificando possibili azioni congiunte.
Alcune criticità
- Governance e partenariato
Va rafforzato un meccanismo stabile di confronto con i partner africani.
Il partenariato si concentra sulla concretezza dei progetti, ma manca un quadro strutturato e duraturo.
- Monitoraggio e valutazione
Vanno inseriti indicatori precisi e un sistema chiaro per misurare efficienza ed efficacia dei programmi.
Vanno definiti obiettivi di medio-lungo periodo, con benchmark e monitoraggio trasparente. - Comunicazione: occorre migliorare la comunicazione su quali siano progetti che rientrano nel Piano Mattei, quali proposti, in valutazione e avviati. Questa debolezza comunicativa rende difficile al grande pubblico, ma anche ai tecnici, capire e seguire il percorso del Piano Mattei, e potrebbe essere percepita come una sorta di ultima reticenza. Mentre una comunicazione sistematica, con riferimenti precisi a progetti, soggetti implementatori, partner, fondi, tempistiche, scadenze, sarebbe in grado di generare altre iniziative in grado di integrarsi nella direzione intrapresa dal Piano Mattei.
Le raccomandazioni
- Dare al Piano Mattei la forma di un piano con obiettivi chiari, benchmark e indicatori di impatto.
- Garantire trasparenza e accesso ai dati su fondi investiti e risultati raggiunti.
- Mostrare esplicitamente il valore aggiunto del Piano Mattei rispetto alla cooperazione allo sviluppo tradizionale.
- Nel rispetto del quadro normativo esistente, semplificare e rendere più veloci le procedure con modalità innovative.
- Tenere tracciato lo sviluppo e la messa a terra dei programmi identificabili come Piano Mattei, i soggetti coinvolti, i fondi usati, gli obietti, gli indicatori, i risultati di impatto, in modo che il pubblico possa verificare in che cosa consiste effettivamente il Piano Mattei.
- Migliorare la comunicazione sia verso i tecnici del settore, sia verso il tax payer: va illustrato con chiarezza da dove arrivano i fondi, come vengono destinati, se e come vengono destinati a dono o a prestito.
- Promuovere l’integrazione tra Piano Mattei e Global Gateway: tale relazione non è sufficientemente indagata e valorizzata, rischia di configurarsi come una complementarietà su investimenti infrastrutturali, ma può andare oltre.
A Bruxelles rileviamo nei nostri dialoghi un’attenzione da parte dei funzionari delle diverse DG per il Piano Mattei, ancora poco noto trai parlamentari non italiani; perciò riteniamo che il Piano Mattei vada promosso proprio per il potenziale di cui è latore nella relazione con il Global Gateway, che corre rischi simili al Piano Mattei: viene accusato dai detrattori di non essere abbastanza competitivo rispetto all’impegno cinese in Africa, non abbastanza trasparente, non abbastanza accountable, non misurato. Mentre Global Gateway e Piano Mattei possono potenziarsi a vicenda, integrarsi e trainarsi verso un maggiore impatto in Europa e nei Paesi partner.
Per esempio: la modalità con cui il Piano Mattei cura l’impatto sociale (si vedano i pilastri del PM su educazione e sanità) può indicare una via al Global Gateway più concentrato sulle infrastrutture e distratto rispetto allo sviluppo umano, e viceversa: i corridoi africani che vedono concentrarsi l’impegno del Global Gateway vanno tenuti presenti nell’elaborazione e assegnazioni dei fondi e progetti del Piano Mattei (si pensi all’impegno italiano del Piano Mattei in Costa d’Avorio, e al fatto che la Costa d’Avorio è dentro a ben tre corridoi del Global Gateway).
Appello finale
Infine una sottolineatura fondamentale per noi: in un tempo in cui la soluzione guerra è tornata a essere un fattore quotidiano e non più straordinario e inaccettabile, in giorni in cui alle dichiarazioni del neo-ribattezzato Segretario di Guerra degli Stati Uniti sulla necessità di tornare a essere pronti e sempre all’attacco, piuttosto che alla difesa, si alternano le parate-esibizione militari, credo che il Piano Mattei, quale iniziativa politica che punta sulle nuove alleanze per lo sviluppo di tutti – se condiviso e implementato come sistema Italia e non iniziativa di una sola parte, e in collaborazione stretta con l'Unione Europea - possa essere un processo in grado di edificare pace. E di processi di pace abbiamo particolarmente bisogno ora.
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