In Uganda, giovani rifugiati protagonisti grazie allo sport

Oltre 120 ragazzi rifugiati e locali hanno vissuto due giorni di sport, amicizia e crescita con il sostegno di AVSI, partner e istituzioni ugandesi.

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Il 28 e 29 agosto 2025, Kikuube, nella regione occidentale dell’Uganda, ha ospitato il quarto Gala sportivo annuale del progetto Game Connect, un evento che ha riunito oltre 120 giovani rifugiati e locali provenienti da Kampala, Kamwenge, Kikuube e Adjumani. L’iniziativa, promossa da AVSI  insieme a Uganda Olympic Committee, Youth Sport Uganda, Right To Play e UNHCR, con il supporto della Olympic Refuge Foundation, ha celebrato lo sport come strumento di trasformazione sociale, salute mentale e coesione.

A sottolineare l’importanza dell’evento, erano presenti autorità nazionali e locali, tra cui rappresentanti dei Ministeri dell’Istruzione, della Salute, del Genere, dell’Ufficio del Primo Ministro, del Consiglio della città di Kampala, del Comitato Olimpico Nazionale e dell’UNHCR.

Un campo da gioco per crescere e guarire

“Quando gioco a netball mi sento sollevata, libera dallo stress,” ha raccontato Uwimana Francine, una delle partecipanti.

Il Gala ha offerto ai giovani un ambiente sicuro per esprimersi, imparare e costruire relazioni. Le attività sportive si sono trasformate in lezioni pratiche di resilienza, come ha spiegato Happy Nanziri, operatrice di Game Connect: “Abbiamo perso, ma abbiamo imparato a gestire la delusione.”

Inclusione e talento in primo piano

Le squadre di calcio, pallavolo e netball sono state formate con criteri di equilibrio di genere e partecipazione di giovani con disabilità. Ogni squadra di calcio, ad esempio, includeva almeno una o due ragazze.

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Partecipanti di Game Connect giocano a pallavolo nell’insediamento per rifugiati di Kyangwali durante il Gala annuale.

Le squadre di Adjumani hanno vinto i tornei di netball e calcio, mentre i padroni di casa, la squadra di Kikuube ha vinto il torneo di pallavolo. Ma il vero successo è stato nelle amicizie nate e nella fiducia acquisita. “Il premio come miglior giocatore è importante, ma lo è di più l’amicizia,” ha detto Jonathan, pallavolista.

Un modello da replicare

“Lo sport unisce. Vedere bambini gioire insieme è la prova che siamo una sola comunità,” ha dichiarato Amon Zondora, ispettore scolastico di Kikuube.

Anche Fred Nabirano, Commissario per la Gioventù, ha sottolineato il potenziale del progetto: “Game Connect ha unito etnie e territori. Questo modello va esteso a livello nazionale e nelle scuole.”


Game Connect: sport per la salute mentale

Game Connect 2.0 è un intervento triennale (2023–2026) che mira a rafforzare la resilienza mentale e psicosociale di oltre 16.000 giovani rifugiati e locali tra i 15 e i 24 anni. Attraverso un curriculum strutturato e coach formati, il progetto promuove pace, competenze di vita e coesione sociale.

 Jeroen Carrin, Olympic Refuge Foundation and other Game Connect participants at the commencement of the Fourth Annual Sports Gala
Jeroen Carrin, Olympic Refuge Foundation, e altri partecipanti di Game Connect all’apertura del Quarto Gala sportivo annuale.

“Continueremo a evolverci, imparando dai successi e rafforzando i giovani attraverso lo sport.”

Jeroen Carrin, Olympic Refuge Foundation

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