Proteggere l’infanzia durante la guerra: il lavoro di AVSI con i bambini sfollati in Libano

Fuggito dal sud del Libano, Haidar ritrova un momento di serenità  grazie al supporto psico-sociale di AVSI nel centro di accoglienza di Jdeidet El Maten

Paesi Libano
Data 14.11.2024
Autore di Ursula Takchi Rizkallah, responsabile del programma sostegno a distanza di AVSI in Libano

“Sono stato molto felice di stare un po’ con Rim, di giocare insieme. È stato un momento di serenità”.

Sono parole di un bambino che esprime un concetto molto semplice: è un bambino che è veramente contento di aver giocato e di aver incontrato una persona.

Non ci sarebbe nulla di speciale in questa frase se non fosse che Haidar è un bambino di Khiam, un villaggio nel sud del Libano. A causa dei continui bombardamenti a settembre è dovuto fuggire e ora vive in un centro di accoglienza allestito in una scuola di Jdeiet El Maten, a 100 chilometri da casa sua.

Haidar scrive queste parole, con l'aiuto di sua madre, a Isabella, la persona che lo sostiene a distanza. Grazie alla rete di assistenti sociali ed educatori del programma di sostegno a distanza, AVSI ha seguito la sua famiglia nella fuga. Nelle prime settimane di guerra - e ancora oggi - tener traccia degli spostamenti, della sicurezza e della salute delle famiglie che sosteniamo è una delle attività più importanti.

Haidar era abituato a incontrare gli assistenti sociali di AVSI, che periodicamente visitano i bambini sostenuti a distanza per intercettare bisogni, ascoltarli e accompagnarli nella crescita. Perciò ritrovare RIm, una delle assistenti sociali di AVSI nel centro sfollati è stato vedere un volto amico, visto che ora i compagni, insegnanti e parenti sono lontani. Nel centro Haidar beneficia dell’intervento psico-sociale di AVSI: partecipa ad attività ludico-ricreative, può parlare con personale preparato sulla gestione del trauma della guerra. Può essere ascoltato, visto, giocare. In poche parole può restare bambino, anche solo per qualche ora al giorno.

Continuiamo a fornire beni di prima necessità e abbiamo già aiutato più di 16000 persone. Preservare il più possibile i bambini da questa guerra, accompagnarli, alimentare la loro speranza è forse il compito più delicato e importante. Affinché gli adulti di domani possano costruire un futuro di pace.