Desideriamo la pace in Ecuador

Miglioriamo la qualità della vita di 65000 migranti venezuelani rispondendo i bisogni primari come l’accesso ai servizi di assistenza sanitaria, la sicurezza alimentare e la protezione.

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  • €65.000 Obiettivo

Secondo gli studi dell'UNHCR, l'82% delle persone migranti ritiene che affronterebbero rischi se dovessero tornare nel loro Paese. Tra i principali rischi di un ritorno vi sono l'insicurezza, la paura dei gruppi armati, la violenza generalizzata e le difficoltà nel trovare un lavoro e, di conseguenza, garantire a sé e alla propria famiglia cibo, cure, alloggio dignitoso. È per questo che milioni di persone hanno lasciato il Venezuela. Ad oggi mezzo milione ha trovato rifugio in Ecuador. Tuttavia, la situazione economica e sociale di questo Paese non offre condizioni di vita dignitose.

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AVSI sostiene la pace in Ecuador restando accanto ai migranti con progetti pensati per il benessere loro e della comunità ospitante, con l’obiettivo di costruire una realtà comune e pacifica.

Ecuador Campagna Tende 23-34
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Sosteniamo 65.000 rifugiati venezuelani garantendo loro accesso a servizi specializzati di emergenza sanitaria, sicurezza alimentare e protezione.
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Insicurezza alimentare, violenza, mancanza di cibo e cure: le sfide di mezzo milione di Venezuelani in Ecuador

In Ecuador il 25% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, il 10% vive in povertà estrema. Un ecuadoriano su quattro vive con 87,57 dollari al mese, il che significa che può a malapena coprire il 12% dei bisogni essenziali. Inoltre, il 65% della popolazione attiva dal punto di vista economico è al di fuori dei meccanismi di impiego (Fonte Istituto Nazionale di Statistica e Censimento dell'Ecuador). Una comunità fragile che fatica a tutelare circa mezzo milione di migranti venezuelani che sono esposti a numerosi rischi, in particolare bambini e adolescenti non accompagnati.

AVSI in Ecuador da anni si occupa di favorire un'integrazione pacifica attraverso diversi progetti che coinvolgono sia ecuadoriani vulnerabili sia venezuelani per favorire la loro inclusione socioeconomica.

I principali rischi a cui sono esposti i migranti venezuelani in Ecuador

  • Atti di violenza e reclutamento forzato da parte di bande criminali, violenza di genere, tratta di esseri umani, sfruttamento sessuale.
  • Elemosina/lavoro minorile e mancanza di opportunità lavorative sicure.
  • Eventi climatici estremi. La popolazione migrante, a causa delle precarie condizioni economiche vive in luoghi più esposti a disastri naturali come frane, alluvioni, terremoti.
  • Mancanza di accessibilità al sistema sanitario pubblico.  Anche se l'assistenza sanitaria è gratuita e non legata allo stato migratorio, ci sono casi in cui i centri sanitari negano l'assistenza ai migranti venezuelani. Inoltre i centri non riescono a rispondere alla domanda di cura.
  • Salute fisica e mentale compromessa.
  • Malnutrizione. I bambini mangiano cibo carente di nutrienti necessari per la loro crescita o non mangiano affatto. Spesso i migranti, per garantire cibo ai loro figli o altre persone di cui si prendono cura, riducono le porzioni di cibo, il che porta a una grave malnutrizione anche negli adulti, un problema che colpisce in modo sproporzionato le donne-madri che allattano.

Desideriamo la pace in Ecuador: l’obiettivo del progetto

Il progetto mira a contribuire al miglioramento della qualità della vita dei migranti venezuelani rispondendo i bisogni primari come l'accesso ai servizi di assistenza sanitaria, la sicurezza alimentare e la protezione. Per favorire l'integrazione pacifica con la fragile comunità ospitante, il progetto si occupa di potenziare i servizi e le istituzioni locali e di coinvolgere le persone più vulnerabili della popolazione ecuadoriana.

Cosa faremo con la tua donazione

  • Potenziamento dei servizi di protezione e di prevenzione della violenza di genere.
  • Campagne di sensibilizzazione rivolte ai migranti – con particolare attenzione ai leader di comunità – sui servizi a cui possono accedere. Le campagne si svolgeranno in particolare nelle zone di frontiera, nei centri di accoglienza temporanea e nelle comunità con un alto tasso di migranti.
  • Attivazione di unità di protezione composte da un assistente sociale e un avvocato che identifichino bambini e adolescenti non accompagnati per riferirli ai servizi di presa in carico e tutela.
  • Riabilitazione di strutture sanitarie.
  • Implementazione di programmi di nutrizione nei centri sanitari.
  • Supporto mentale e psicosociale ai migranti.
  • Trattamenti di malaria, diarrea e infezioni respiratorie dei bambini.
  • Distribuzione di cibo e denaro per le famiglie più vulnerabili.