Raad torna a sorridere: una nuova vita per 270 bambini sfollati in Iraq

Fuggito da Sinjar,  Raad aveva smesso di parlare con gli altri bambini. Oggi, grazie all’arteterapia offerta da AVSI e Terre des Hommes con il sostegno di AICS, ha ritrovato fiducia, amicizie e voglia di imparare.

Paesi Iraq
Data 19.05.2025

Raad Ahmed ha 10 anni e viene da Sinjar, una regione del nord-ovest dell’Iraq duramente colpita dall’offensiva del gruppo Stato Islamico (ISIS) nel 2014.

In quell’anno, migliaia di famiglie appartenenti alla minoranza yazida sono state uccise, sequestrate o costrette alla fuga. Secondo le Nazioni Unite, circa 5.000 uomini sono stati uccisi e oltre 6.000 donne e bambini rapiti. Le case e le scuole sono state distrutte, intere comunità annientate. Come tante altre famiglie, anche quella di Raad ha dovuto abbandonare tutto per mettersi in salvo. Vive oggi con la sua famiglia nel governatorato di Duhok, dopo essere stato costretto a lasciare la sua casa. Come tanti bambini sfollati, l'inserimento di Raad nella comunità ospitante è stato difficile.

"Non andava a scuola, non perché non volesse imparare", racconta uno degli operatori AVSI, "ma perché ogni volta che cercava di avvicinarsi ai suoi coetanei, veniva preso in giro. Così aveva smesso di parlare, preferiva restare chiuso in casa".

Tutto è cambiato quando Raad ha iniziato a partecipare alle sessioni di arteterapia organizzate da AVSI in collaborazione con Terre des Hommes Italia, nell’ambito del progetto “Strengthening community participation and community-based protection mechanisms to support IDPs and returnees’ families in vulnerable areas of north and center Iraq”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Attraverso il disegno, Raad ha iniziato lentamente a esprimere emozioni che non riusciva a raccontare a parole. Ha incontrato un gruppo accogliente di bambini e formatori che non lo giudicavano, ma lo incoraggiavano. Disegno dopo disegno, ha preso coraggio: ha iniziato a parlare, a raccontarsi, a sorridere. Oggi, Raad porta a casa con orgoglio i suoi disegni, ha stretto nuove amicizie e si sente parte di una comunità.

"Il centro è diventato la sua seconda casa", spiegano gli operatori. "Ora interagisce con gli altri, partecipa con entusiasmo e riesce persino a parlare in pubblico".

Quella di Raad è solo una delle tante storie di rinascita rese possibili grazie al progetto, che supporta 270 bambini sfollati e famiglie vulnerabili con attività psicosociali e percorsi di protezione comunitaria.

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