In un’intervista per Il Sussidiario.it, la rappresentante di AVSI in Libano, Francesca Lazzari, ha raccontato la situazione umanitaria nel Paese, a 60 giorni dall’annunciato cessate il fuoco con Israele e all’inizio della proroga di quest’ultimo.
Le conseguenze umanitarie del conflitto
Nel Paese la situazione umanitaria resta drammatica. La crisi in Libano, ha spiegato Lazzari, non è dovuta solo alla guerra, ma è il risultato di una profonda crisi economica e finanziaria che va avanti da cinque anni. In questo contesto già difficile, però, il conflitto ha sicuramente aumentato le vulnerabilità della popolazione.
Molte famiglie, oggi, riescono a far fronte al loro fabbisogno solo grazie ai sussidi ricevuti dalle organizzazioni umanitarie. Centomila persone restano sfollate perché, per ragioni diverse, non sono riuscite a rientrare. Tanti di quelli che sono tornati hanno scoperto di essere rimasti senza casa. In certi villaggi non è rimasto nulla: manca la connessione all’acqua e all’elettricità, le infrastrutture e i servizi sono stati danneggiati o completamente distrutti. La mancanza di acqua significa, in certi casi, anche assenza di lavoro, dal momento che gli agricoltori non possono irrigare i propri campi.
L'intervento di AVSI
In questo contesto il lavoro di AVSI si concentra in particolare nel Sud, dove il conflitto, iniziato a ottobre, è stato particolarmente intenso. Qui la presenza dello staff permette di distribuire beni di prima necessità a oltre 700 famiglie, oltre che fornire attività educative e un supporto allo studio per gli studenti, aiutandoli a recuperare le materie perse durante i mesi di chiusura delle scuole. Inoltre, un team di psicologi offre assistenza psicosociale a minori traumatizzati dal conflitto e ai loro genitori, attraverso sessioni di terapia di gruppo o counseling individuale.
C’è bisogno di supporto psicosociale. La gente è traumatizzata da oltre un anno di conflitto, i bambini come gli adulti. Abbiamo un team di psicologi che svolgono terapia di gruppo o counseling individuale con i minori traumatizzati dal conflitto, aiutando i genitori ad acquisire le parenting skills, sostenendoli, insomma, nella gestione delle emozioni. I genitori vivono un momento complesso: nel conflitto precedente erano loro i minori, ora sono padri e madri di bambini a loro volta traumatizzati, perché vedono la loro casa distrutta o perché hanno visto le bombe cadere al loro fianco.
Francesca Lazzari, responsabile AVSI in Libano
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