Congelamento dei finanziamenti USA: l’impatto sui rifugiati e sulle comunità ospitanti in Uganda

Le storie delle persone colpite dallo stop work order nella comunità ospitante e nell’insediamento di rifugiati di Palabek, in Uganda

A gennaio 2025, il governo degli Stati Uniti  ha emanato un ordine esecutivo che ha sospeso per 90 giorni i fondi USA per l’aiuto estero, congelando i programmi finanziati dall'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID). È stato poi imposto uno stop work immediato che ha interrotto sovvenzioni e contratti. Questa decisione impatta sulla vita di moltissime persone vulnerabili che si affidavano a questi interventi per migliorare la propria situazione.

Tra i progetti di AVSI più colpiti c’è Graduating to Resilience Scale Activity, un'iniziativa da 15 milioni di dollari, avviata nel 2024 (termine previsto 2027) in Uganda, nel distretto di Lamwo, al confine con il Sud Sudan. Il distretto accoglie circa 89 mila rifugiati. Il programma coinvolgeva 11.600 famiglie, pari a 58.000 individui nell'insediamento per rifugiati di Palabek e nella comunità ospitante in un percorso di uscita dalla povertà estrema.

Una vita al limite: la storia di Dorris

A soli 19 anni, Dorris Ange Hope è già responsabile di un'intera famiglia. È madre di due bambini piccoli ed è la tutrice dei suoi tre fratelli minori. Il programma Graduating to Resilience rappresentava per lei la speranza di ricostruirsi una vita, riuscendo a provvedere alla sua famiglia e uscendo dal ciclo della povertà.

“Sono distrutta,” racconta Dorris, mentre tiene in braccio il suo bambino di otto mesi, cercando di trattenere le lacrime.

La vita di Dorris non è mai stata facile: rimasta orfana a 14 anni, lei e i suoi fratelli furono accolti da uno zio che, anziché proteggerli, li maltrattava. A 17 anni, la prima gravidanza e il trasferimento con il padre del bambino per sfuggire alle violenze domestiche dello zio. Ben presto, però, il compagno l’ha abbandonata, rifiutandosi di sostenere quella famiglia. Oggi, per Dorris, sfamare e proteggere i suoi cari è una lotta quotidiana.

I miei figli e i miei fratelli sono tutto per me e anche quando passiamo giorni senza cibo, cerchiamo di rimanere uniti.

Dorris Ange Hope
Dorris with her children, Uganda
Dorris con i suoi figli e fratelli. Vive in Uganda, nella sotto contea Ogili, al confine con il Sud Sudan

Prima del blocco dei finanziamenti, Dorris aveva pianificato di avviare una propria attività di vendita di prodotti agricoli, sfruttando l'elevata domanda di cibo ma, senza sussidi, anche i progetti commerciali sono saltati.

Produzione agricola, istruzione e igiene a rischio

Per Filda Adokorach, rifugiata nell’insediamento di Palabek, il blocco dei finanziamenti significa dover scegliere tra comprare il cibo per i suoi figli o pagare le rette scolastiche perché il costo di entrambi è troppo elevato.

Madre di quattro bambini e tutrice di due nipoti rimasti orfani, Filda faceva molto affidamento sulle sovvenzioni che avrebbe dovuto ricevere dal programma “Graduating to Resilience Scale Activity”, per questo aveva deciso di investire nel bestiame e aveva pianificato l'affitto dei terreni per poter coltivare miglio, manioca e fagioli, ma ora queste possibilità sono svanite. L’unico bene rimastole è quello di una capra, ma senza supporto esterno, la sua possibilità di mantenersi e di mantenere la famiglia si assottiglia sempre di più.

Filda  close to her house
Filda close to her house in the Palabek Refugee Settlement, Uganda

"Le tasse scolastiche dei miei figli sono scadute e in questo momento non posso permettermi di pagare il rinnovo, potrei doverli tenere tutti a casa per i prossimi tre mesi." Cinque dei sei bambini a suo carico sono in età scolare e le scuole si trovano a tre miglia di distanza: un problema sia logistico che finanziario, con dei costi in questo momento insostenibili per Fida.

A circa 30 km di distanza, nel villaggio di Ogili, anche Judith, Genesis e Benedict temono di non poter tornare a scuola. La loro madre, Beatrice Aloyo, sperava di riuscire a garantire l’istruzione dei figli e migliorare le condizioni della famiglia, grazie alle competenze che stava appendendo durante il progetto “Graduating to Resilience Scale Activity”, ma ora, con la sospensione del progetto, anche le formazioni sono sospese.

Per noi non si tratta solo della scuola, ma della sopravvivenza stessa.

Il sogno infranto di Santa Angwech

Santa Angwech gestisce una piccolo negozio di snack. I suoi guadagni giornalieri coprono a malapena le spese essenziali della grande famiglia: si prende cura dei suoi tre figli biologici e altri 6 bambini. La speranza di Santa era di riuscire a gestire meglio la sua attività, grazie alle formazioni finanziarie e alle sovvenzioni per ampliare la sua attività previste dal progetto di AVSI. Sognava di poter presto pagare senza aiuto le tasse scolastiche e di poter garantire a ogni figlio pasti nutrienti e regolari. Ora, però, tutto è sospeso.

Santa Angwec in front of her sneak shop, Uganda
Santa Angwec davanti al suo negozio in Uganda

L'effetto domino sulle comunità

L'impatto della sospensione dei finanziamenti va oltre le singole famiglie. Bosco Okot, ex operatore comunitario sud sudanese del programma USAID “Graduating to Resilience Scale Activity”, è tra i 200 lavoratori rimasti improvvisamente senza lavoro. Dopo cinque anni dedicati a iniziative nel settore umanitario, Bosco aveva iniziato una propria attività di vendita di generi alimentari all’interno del campo per rifugiati di Palabek. Recentemente aveva anche acquistato un frigorifero solare. Ora, però, il suo negozio è vuoto e i clienti stentano ad arrivare.

"Non posso più rifornire il negozio. Ho dieci dipendenti a mio carico e non so come arriveremo alla fine del mese”.

Serve un intervento immediato

Tom Sausi, responsabile dei servizi comunitari nell'insediamento di Palabek, commenta così l’attuale situazione:

Questa decisione ha colto tutti di sorpresa. È stata improvvisa, i suoi effetti sono devastanti e potrebbero durare a lungo. Le imprese avevano preso impegni, i fornitori avevano contratto prestiti bancari e ora migliaia di persone sono senza lavoro e quelli che erano diritti essenziali, come l’accesso all’educazione, all’igiene o a un alimentazione di qualità diventano privilegi appannaggio di pochi.

Tom Sausi, responsabile dei servizi comunitari nell'insediamento di Palabek

Con questa situazione e partner strategici come AVSI, Lutheran World Foundation e International Refugee Committee colpiti, i tassi di malnutrizione, già allarmanti, stanno aumentando, mentre l'insediamento per rifugiati continua a ricevere nuovi persone bisognose di assistenza.

Graduating to Resilience Scale Activity è un'iniziativa trasformativa, nata per rompere il ciclo della povertà nella vita delle persone coinvolte e non per dare solo un sostegno temporaneo. Per ora, coloro che sono stati colpiti non hanno altra scelta che adattarsi, aiutandosi vicendevolmente, con la speranza che le cose possano sistemarsi presto.

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