AVSI in Terra Santa: continuiamo a investire nell’istruzione

Da Betlemme, Francesco Buono – rappresentante di AVSI per la Palestina – racconta la situazione in Cisgiordania oggi e il nostro impegno a sostegno di 1.200 studenti e delle loro famiglie.

Data 16.01.2024
Autore di Francesco Buono, rappresentante Paese AVSI Palestina

La missione di AVSI in Terra Santa

La situazione in Cisgiordania oggi è estremamente difficile: la preoccupazione per l’oggi e per il futuro è tanta. AVSI, attiva in Palestina dal 1993, sta facendo il possibile per garantire la continuità degli interventi. I bambini e i giovani che frequentano le scuole sostenute da AVSI a Gerusalemme, Betlemme e Gerico sono spaventati e si sentono estremamente vulnerabili. Il team sostegno a distanza in Palestina resta al fianco delle famiglie, degli insegnanti e degli educatori. Stiamo collaborando con gli assistenti sociali scolastici al fine di riadattare i metodi di insegnamento e le attività extrascolastiche all'attuale contesto di emergenza. Ora più che mai, i bambini hanno bisogno di sentirsi protetti e di rafforzare i loro legami e la loro fiducia.

La situazione in Cisgiordania oggi

L'accesso ai principali centri urbani e alla maggior parte dei villaggi è stato severamente limitato e spesso ridotto fino ad una sola via in ingresso e in uscita. Tutto ciò, in concomitanza con la sospensione dei permessi di lavoro israeliani per i palestinesi della Cisgiordania e il blocco quasi completo del settore turistico, ha mandato in frantumi la già fragile economia locale. Molte famiglie sono alle prese con la perdita del posto di lavoro di uno o più componenti e questo incide pesantemente sulla capacità della famiglia di far fronte ai bisogni essenziali. Inoltre, l'aumento degli attacchi violenti da parte dei coloni e delle incursioni delle forze di difesa israeliane ha avuto un forte impatto sul già instabile senso di sicurezza del popolazione.

La vita procede lentamente, con attività pianificate giorno per giorno e spesso interrotte da nuove chiusure, posti di blocco o incursioni.

Betlemme, in particolare, è sempre stata una città vivace, con un flusso costante di pellegrini che si fermavano nei negozi locali, riempivano i tavoli dei ristoranti e visitavano i luoghi santi della zona. Oggi, invece, non si vede più nessuno di loro in giro; i pochi negozi aperti di solito chiudono prima del tramonto, il silenzio cala sulla città e ci si prepara alle incursioni notturne.
La sensazione di essere dimenticati e abbandonati dal mondo è un sentimento quotidiano per le persone innocenti e coinvolte in una nuova, imprevedibile guerra.

In questa situazione, AVSI Palestina è attiva nel sostenere sei scuole affiliate alla Custodia di Terra Santa e presta servizio a circa 1.200 studenti palestinesi. Fornisce accesso all'istruzione attraverso il pagamento della retta per 460 di loro e programma attività extracurricolari di supporto psicosociale a cui accedono circa 600 studenti ogni anno.

Dopo la crisi del 7 ottobre e l'evolversi della situazione, AVSI Palestina ha deciso di dedicare particolare attenzione anche ai genitori e ai caregiver, attivando per loro un percorso di arteterapia e supporto psicosociale.

La nostra presenza qui ha un obiettivo chiaro: promuovere progetti di sviluppo, che è il cuore della nostra mission, e in questo modo contribuire alla pace giusta in Terra Santa. Anche se in questi momenti tale speranza può sembrare pura utopia, crediamo che il nostro sforzo nel sostenere le scuole e investire nell'istruzione rimanga la nostra unica possibilità di vedere un futuro diverso. 

Per questo motivo, nonostante le crisi ricorrenti e l'ombra incombente di una lunga guerra, abbiamo scelto di rimanere qui e continuare a dare il nostro contributo. Crediamo fortemente, anche alla luce dei recenti avvenimenti, che ognuno debba godere del diritto di essere protagonista del proprio sviluppo e di quello della propria comunità, indipendentemente dal contesto in cui vive.

Desideriamo la pace in Palestina: continuare la nostra campagna per sostenere l'educazione

A questo punto, entra in gioco anche l'aiuto dei nostri donatori. Abbiamo bisogno del loro sostegno per promuovere un'educazione incentrata sulla pace. La flessibilità del contributo dato da chi decide direttamente di investire nella nostra missione è inestimabile in tempi di crisi, poiché ci dà la possibilità di rispondere in modo rapido ed efficace ai bisogni emergenti. Attraverso questo supporto saremo in grado di ampliare la portata delle nostre attività psicosociali, raggiungendo più bambini e concentrandoci sulla ricostruzione della loro fiducia nel mondo degli adulti e nel futuro.

Donare ora significa contribuire alla trasformazione delle dinamiche conflittuali sul terreno con un approccio centrato sulle persone, dove il contributo dei nostri donatori diventa un varco per accedere ad attività educative inclusive volte ad arricchire il percorso di sviluppo della gioventù palestinese. 

Adesso più che mai, ora che il conflitto attuale accentua violenza e radicalizzazione, donare ad AVSI Palestina significa agire concretamente controcorrente e infrangere il ciclo della violenza.