Più di un miliardo di persone nel mondo soffre la fame. L'aumento dei prezzi costringe più di 70 milioni di persone a vivere nell'estrema povertà. E molti di più a morire di fame.
In occasione del World Food Day, che si è celebrato il 16 ottobre, AVSI racconta le esperienze e i progetti nel mondo che evidenziano come il problema della fame sia strettamente legato a quello educativo, un'educazione alla libertà come possibilità di crescita e di sviluppo.
La tendenza odierna a promuovere l'utilizzo di un prodotto commerciale, costoso ed importato, come strategia per la cura e la prevenzione della malnutrizione infantile nei paesi in via di sviluppo, è una strategia inadeguata e non sostenibile. Le soluzioni alternative basate sulla valorizzazione delle produzioni locali, esistono e sono percorribili.
Ad Haiti AQUAPLUS promuove l'uso di un alimento nutrizionalmente adeguato allo svezzamento dei bambini chiamato Akamil (Ak-1000), composto da una miscela di farine di mais e fagioli. L'utilizzo dell'Akamil si inquadra storicamente in Haiti come un alimento tradizionale e dal punto di vista nutrizionale è proposto come un alimento di transizione, a costo contenuto, soprattutto per integrare il latte materno.
AQUAPLUS, con il supporto scientifico dell' Università degli Studi di Milano sta studiando il rafforzamento con l'integrazione di alimenti locali (moringa) ricchi di micronutrienti adeguati al recupero della malnutrizione leggera.
Altro aspetto fondamentale del programma AQUAPLUS è il rafforzamento dell'Università Notre Dame di Haiti, come racconta il Rev. Jean Marcel Louis, preside della Facoltà di Agraria: “La presenza di AQUAPLUS presso la nostra Facoltà è un'ottima opportunità e grazie alle possibilità fornite dal progetto può rispondere alla propria vocazione. Con gli strumenti finanziari e tecnici messi a disposizione da AQUAPLUS grazie a Rotary, EXPO, AVSI e l'Università degli Studi di Milano le sue potenzialità possono essere esplorate e messe a frutto. Questo è un vantaggio sia per gli studenti, che per i docenti che accrescono il loro patrimonio conoscitivo, ma anche per la comunità di beneficiari (contadini, agricoltori, famiglie) che è sempre al fianco dell'Università Notre Dame di Haiti e sulla quale l'Università pone sempre un occhio di riguardo, perché i progetti possano avere delle ricadute positive in termini economici, di sostenibilità e di formazione”.
Leggi l'intervista al Rev. Jean Marcel Louis