Una nuova sede a Firenze per le adozioni internazionali

Data 08.01.2019

Il settore delle adozioni sta attraversando, da qualche tempo, una fase di grande dinamicità e trasformazione non priva di fatiche e criticità. I Paesi esteri da cui provengono i bambini presentano a volte situazioni di instabilità politica, l’età dei minori proposti si sta alzando, tanti sono i casi di fratrie anche numerose (tre fratelli o più), elevato è il numero di bambini con situazioni sanitarie e psicologiche impegnative e con alle spalle storie di abbandono molto pesanti.

Davanti alla crisi, AVSI sceglie di essere sempre più vicina alle famiglie e ai loro bambini e di puntare su un lavoro di qualità e prossimità territoriale. In quest’ottica va letta l’apertura del nuovo centro a Firenze, che si aggiunge alle sedi già operative di Cesena, Milano, Napoli.

“Riteniamo che la modalità migliore per affrontare questa fase sia quella di puntare tutte le nostre energie sull’accompagnamento delle famiglie – spiega Marco Rossin, responsabile adozioni internazionali di AVSI -, ma anche di usare creatività per tramutare i problemi che si presentano in occasioni di crescita e nuove opportunità per le famiglie in attesa e per i bambini. Per questo negli ultimi anni stiamo tessendo nuove alleanze, in Italia e all'estero, stiamo potenziando la rete di supporto alle famiglie e ipotizzando nuovi servizi di accompagnamento alla genitorialità. Ciò ci consentirà, già nell’anno in corso, di proporre alle nostre famiglie nuovi paesi quali Bolivia, Ucraina e Perù”.

Già il 2018 si è rivelato un anno estremamente positivo per le adozioni internazionali di AVSI. In controtendenza rispetto alla maggioranza degli altri Enti Autorizzati i bambini a cui abbiamo trovato una famiglia è aumentato rispetto all’anno precedente: 30 famiglie hanno fatto rientro in Italia con i propri figli (+30% rispetto al 2017), per un totale di 40 bambini lituani, colombiani, russi, indiani e rumeni.