Uganda. Gruppi teatrali per alleviare l’ansia e creare consapevolezza

Data 19.12.2020

Nel nord dell'Uganda, il campo di Palabek ospita circa 56.000 rifugiati del Sud Sudan che hanno attraversato il vicino confine per sfuggire alla fame e alla guerra civile che ha sconvolto il loro paese dal 2013 al febbraio 2020.

La pandemia da COVID-19 e il lockdown hanno aumentato disagi e difficoltà anche nel campo, dove la popolazione è per lo più composta da giovani. “Visitando gli studenti di Palabek ci siamo accorti delle sfide che devono affrontare durante il lockdown. Hanno bisogno di stimoli e di impegnarsi in qualcosa." spiega Bosco Olweny, Project Officer di AVSI.

AVSI ha perciò modificato alcuni programmi del progetto ICROOSS finanziato dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) e proposto attività teatrali ai giovani residenti del campo, raggruppandoli in gruppi di non più di 20.

La scelta del teatro non è casuale: i benefici che ne derivano sono fisici, emotivi e sociali, promuove la crescita personale con umorismo, gioco e risate; inoltre preparano i giovani ad affrontare situazioni difficili e sviluppa la creatività. Grazie all'iniziativa si è formato il gruppo teatrale Ada Rii (“la verità dura più a lungo” in sud-sudanese), composto principalmente da giovani del campo di Palabek che hanno scelto questo nome per il gruppo nella speranza di poter continuare a recitare anche in futuro e di restare uniti.

2020 Uganda. Palabek (Gruppi teatrali) 2
2020 Uganda. Palabek (Gruppi teatrali) 3

I ragazzi mettono in scena i problemi della vita reale con cui si confrontano ogni giorno: lo spettacolo dura un'ora e tratta due argomenti per loro molto importanti, la violenza contro le donne e la prevenzione delle infezioni da COVID-19. Li aiuta Richard, che ha iniziato a recitare fin dalle elementari e ora ha l'opportunità di esercitarsi e formare i suoi amici.

Il gruppo Ada Rii si esibisce tre volte a settimana in diverse aree dell'insediamento, condividendo messaggi che invitano a denunciare i casi di violenza domestica e fornendo consigli pratici su come proteggersi dal COVID-19.

“Prima di iniziare a fare teatro, vivevo una situazione difficile, ero bloccata e mi sentivo sola. Sono stato vittima di violenza, ma adesso so cosa fare: voglio portare avanti la lotta contro la violenza", racconta Josephine.

"È divertente far parte del gruppo: ci tiene compagnia, crea relazioni forti e aiuta la nostra comunità a crescere" spiega Mark. "Veniamo da diverse aree dell'insediamento ma ora ci sentiamo un'unica famiglia e sappiamo di poter fare affidamento gli uni sugli altri".

Per il futuro, grazie ad AVSI e al finanziamento dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, i ragazzi progettano di organizzare nuovi spettacoli su AIDS e HIV e sull'importanza dell'istruzione, cercando così di contribuire allo sviluppo della loro comunità.