SPECIALITALY: 25 partner italiani e palestinesi per lo sviluppo del turismo a Betlemme e Beit Sahour

Data 26.02.2018

Realizzare scambi e iniziative di sviluppo culturale, turistico ed economico con le città palestinesi di Beit Sahour e Betlemme: questo lo scopo del progetto triennale SpecialItaly presentato giovedì 15 febbraio, a Comacchio (Ferrara) - comune capofila rappresentato da Alice Carli, assessore a Cultura, Welfare, Turismo e Gemellaggi Internazionali e da Roberto Cantagalli, dirigente Cultura e Turismo del Comune.

Il progetto, che unisce 25 organizzazioni e istituzioni italiane e palestinesi, è finanziato dall’AICS, Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, e si concentra su tre aspetti prioritari: coesione sociale e parità di genere, sviluppo economico e turistico, lavoro inclusivo e tutela delle persone con disabilità.

«Il nome SpecialItaly - ha spiegato Enrico Tiozzo Bon, presidente del consorzio Sì, coordinatore delle attività dei partner italiani - esalta le nostre eccellenze e vuole essere uno strumento di inclusione con il coinvolgimento dei giovani, degli studenti e di persone disabili».

Comacchio Speciality

Secondo il Centro Statistiche palestinese, nella prima metà del 2017 gli hotel della Cisgiordania hanno accolto più di 260 mila ospiti, il 34,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2016. Il settore turistico si presenta dunque come fonte di reddito e lavoro promettente, in particolare a Betlemme e nella vicina Beit Sahour, soprattutto se promosso con l’introduzione di modelli innovativi di turismo sociale. Per questo SpecialItaly propone la realizzazione di un albergo diffuso nel cuore di Betlemme, per il quale verranno selezionate e formate 25 famiglie palestinesi per ristrutturare abitazioni in disuso e avviare almeno quattro imprese sociali.
Specialitaly promuoverà l’offerta turistica nei municipi palestinesi anche attraverso la formazione, da parte di soggetti pubblici e privati di cinque regioni italiane (Emilia Romagna, Veneto, Puglia, Basilicata e Sicilia), sull’organizzazione di servizi di accoglienza e gastronomici.

Nelle attività svolgeranno un ruolo di spicco i giovani: attraverso scambi culturali e stage nel settore enogastronomico verranno coinvolti 2.500 studenti di quattro istituti tecnici italiani e 250 studenti di due scuole superiori palestinesi.

Le istituzioni coinvolte svilupperanno o amplieranno accordi di gemellaggio con un ampio programma di visite tra oltre 200 volontari italiani e palestinesi.

AVSI, attiva in Palestina dal 1994, in partnership con il Centro di formazione e riabilitazione palestinese Lifegate, coordinerà le attività di inclusione lavorativa destinate a donne, giovani e persone con disabilità. Secondo il Centro Statistiche palestinese il 7% della popolazione in Cisgiordania e Striscia di Gaza vive con una disabilità e l’87,3% è disoccupato.
Il centro Lifegate organizzerà le attività rivolte a 60 giovani palestinesi con disabilità tra i 15 e i 25 anni (di cui almeno il 44% sono ragazze): formazione per l’accoglienza turistica, corsi di cucina e attività di giardinaggio e raccolta ortofrutticola. 30 partecipanti beneficeranno inoltre di borse lavoro per tirocini in ambito turistico.