Fatmata Gandi si occupa da sola dei suoi quattro figli biologici e di un figlio adottivo in una piccola casa a Freetown, la capitale della Sierra Leone. È una madre amorevole e attenta, che sogna di poter dare ai suoi bambini tutte le opportunità che lei non ha avuto.
Josiah è il figlio menpikin di Fatmata, che significa figlio affidatario nel dialetto locale: il rapporto che lega uno all’altro non è un legame di sangue ma di scelta, ugualmente forte e profondo.
Josiah Harding oggi ha 19 anni, è un ragazzo determinato e ottimista, che ha sempre amato andare a scuola per trovare nuovi stimoli e aspirazioni.
Chi sono i menpikin?
I menpikin sono tutti quei bambini che, in seguito alla perdita dei loro genitori biologici, vivono con dei tutori affidatari che hanno deciso di prendersene cura. Questa pratica è molto diffusa in Sierra Leone, dove l’adozione è gestita soprattutto a livello informale, senza l’esistenza di un sistema regolarmente strutturato. La maggior parte dei bambini, i cui genitori non hanno la possibilità di occuparsene, non hanno molte opzioni se non la strada o, i più fortunati, un istituto.
Josiah è stato adottato da Fatmata quando aveva solo otto anni, poco dopo l’epidemia di Ebola durante la quale ha perso entrambi i genitori. Da anni è sostenuto a distanza da una famiglia italiana che gli garantisce la possibilità di frequentare la Holy Family School, una scuola costruita e sostenuta da AVSI. Dalla scuola primaria fino alla conclusione della scuola superiore, Josiah è stato uno studente eccellente con ottimi risultati, dimostrando sempre grande impegno e uno straordinario spirito di intraprendenza e proattività, tanto che ora, dopo aver sostenuto gli esami finali con il massimo dei voti, ha l’ambizione di studiare medicina all’università per diventare medico.
La madre Fatmata, nonostante la grande difficoltà economica in cui vive e la famiglia numerosa di cui si deve occupare, non ha mai smesso di spronarlo e di stargli vicino. È stata sempre la figura più importante nella sua vita, quella che gli ha insegnato a non arrendersi davanti alle difficoltà della vita.
Il programma Sostegno a distanza
Con il programma Sostegno a distanza, AVSI sostiene le famiglie di bambini e ragazzi vulnerabili grazie al contributo regolare di una persona – o un gruppo di persone – in Italia. Il programma, tramite periodiche corrispondenze, permette a chi è sostenuto e a chi sostiene di creare un nuovo legame, che ogni anno accompagna nella crescita più di 20mila bambini nel mondo.
Il sostegno a distanza con AVSI è nato negli anni '90 e si definisce “sostegno a distanza” e non “adozione a distanza”, perché i bambini non vengono adottati, ma vengono accompagnati durante la loro crescita, e viene sostenuto il lavoro delle figure di riferimento che sono già parte della loro vita. I bambini che vengono sostenuti hanno infatti già una famiglia, dei parenti, o un’istituzione locale che se ne occupa.
In Sierra Leone 801 bambini sono sostenuti a distanza
Attualmente il programma Sostegno a distanza in Sierra Leone raggiunge 801 bambini e le loro famiglie con un approccio integrato. L’obiettivo è contribuire a migliorare la qualità della vita dei bambini vulnerabili e delle loro famiglie, migliorare il sistema scolastico del Paese, ridurre il tasso di abbandono scolastico e aumentare il numero di bambini che hanno la possibilità di ricevere un'istruzione di qualità.