Per accompagnare il figlio alla gara Rosália dos Santos ha cominciato a prepararsi fin dal giorno prima. Ha scelto il vestito più bello che aveva nell'armadio ed è andata dal parrucchiere. “É una grande festa”. – racconta Rosália, che non nasconde l'emozione nel parlare dell'importanza del progetto per la vita del figlio quattordicenne che frequenta le lezioni di judo due volte a settimana. “Esco di casa per lavorare e sono tranquilla perchè so che non starà in strada tutto il giorno. Grazie allo sport sta imparando valori fondamentali come il rispetto e la condivisione”.
Come Rosàlia anche le famiglie di altri 500 ragazzi del progetto Arvore da Vida hanno accompagnato con gioia i loro figli sabato 25 maggio al festival dello sport “Desafio Arvore da Vida”, presso il club Fiat a Betim in Brasile insieme agli atleti del Minas Tênis Club.
La giornata è stata realizzata nell'ambito del progetto Arvore da Vida, un programma di responsabilità sociale realizzato da AVSI e FIAT in partnership con la CDM (Cooperação para o Desenvolvimento e Morada Humana), ed è andata ad integrare le attività del progetto Lo sport come sviluppo finanziato dal Banco Interamericano di Sviluppo (BID).
Racconta Ana Veloso, Responsabile FIAT delle relazioni con la comunità locale: “Il nostro obiettivo non è quello di incentivare la competizione, ma creare sempre più momenti di scambio di esperienze, rapporti continuativi tra i giovani proprio per rafforzare la finalità ultima del nostro programma che è l'inclusione sociale”.
Pur essendo la prima edizione di questa giornata “Desafio Arvore da Vida” è già stato considerato uno degli eventi più importanti della zona rivolto ai ragazzi e adolescenti tra i 10 e 18 anni provenienti dalle zone più degradate.
Jacopo Sabatiello, responsabile del progetto per la Fondazione AVSI, sottolinea: “La cultura sportiva si fonda sulla premessa della valorizzazione della vita umana. Il gioco non richiede solo il rispetto delle regole ma una visione dell'uomo che cerca educazione, felicità e bellezza”.
Durante la cerimonia di apertura è stata accesa una torcia come nei Giochi Olimpici, e a fine di ogni gara tutti i partecipanti hanno ricevuto una medaglia proprio come segno di partecipazione e condivisione.
Tra questi anche la piccola Dayne Karoline ha ricevuto la sua medaglia dopo una gara molto speciale. La mamma Luciana e il fratellino di tre anni hanno seguito con grande attenzione ogni palleggio della squadra di pallavolo: “Dayne ha cominciato a far parte della squadra per occupare il tempo libero, oggi la pallavolo è diventata la sua grande passione” racconta mamma Luciana e dai suoi occhi brilla l'orgoglio nel vedere sua figlia così felice.
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