La lettera di Mohammad alla sua sostenitrice: “La tua casa è al sicuro? Please, take care”

Data 06.05.2020

Mohammad è un bambino siriano che vive con la sua famiglia in Libano, in un campo profughi nel sud del paese. Anche lì dal 15 marzo è in vigore il lockdown per l’emergenza Coronavirus e Mohammad è costretto a rimanere a casa, che per lui in realtà è una tenda sovraffollata, senza i servizi igienici essenziali. Eppure, ciò che più lo preoccupa, sono le notizie dall’Italia dove abita Teresa, la sua sostenitrice. Perciò prende in mano i pastelli per disegnare una casa colorata che la protegga, con le parole “La tua casa è al sicuro”.

2020. SAD DIsegno El Hallak Mohammad

Poi scrive una lettera per chiederle se sta bene, come trascorre le giornate e le racconta le sue - mi sono rotto una mano giocando con i mei fratelli, ma non ti preoccupare, sto bene! - la saluta raccomandandole di fare attenzione "Please, take care". E chiede all'assistente sociale di AVSI di farla avere a Teresa.

È il gesto semplice e spontaneo di un bambino che racchiude in sè la forza del legame che crea il progetto del sostegno a distanza, una famiglia che si allarga e tiene insieme persone solo geograficamente lontane.

La lettera di Mohammad

2020. SAD Lettera El Hallak Mohammad

Dear Teresa, how are you? I am sending this letter to tell you that I always think of you. What are you doing? How is the situation where you live? I hope every thing is good with you. My family and I are fine, we stay at home all the time. I broked my hand while I was playing with my siblings but don’t worry, I am fine. Please, take care.

Cara Teresa, come stai? Ti scrivo questa lettera per dirti che ti penso sempre. Che fai, com’è la situazione nel tuo paese? Spero che vada tutto bene. La mia famiglia e io stiamo bene, rimaniamo tutto il giorno in casa. Mi sono rotto una mano mentre giocavo con i miei fratelli ma non preoccuparti, sto bene. Mi raccomando, abbi cura di te.

La risposta di Teresa

Quando Chafica Abdou Kahale - responsabile del sostegno a distanza di AVSI Libano - le inoltra la lettera, Teresa è commossa e incredula: Mohammad, dalla sua tenda nel campo profughi, è in pensiero per lei. Gli risponde che sta bene, e che spera un giorno si potranno incontrare, magari in Siria, quando questa emergenza e la guerra che ha costretto la famiglia di Mohammad a scappare, saranno finite.

L'importanza del sostegno a distanza durante l'emergenza del Coronavirus

Nel periodo di emergenza che stiamo vivendo abbiamo subito rimodulato i nostri interventi per poter continuare a garantire l'accompagnamento ai bambini che in questo momento hanno ancora più bisogno di cura e attenzione. Nella maggior parte dei paesi in cui lavoriamo, infatti, la chiusura delle scuole e l’impossibilità per i genitori di lavorare a causa del lockdown significa spesso non avere più almeno un pasto garantito, la possibilità di studiare e di passare le giornate in un ambiente protetto. Gli staff locali - osservando le regole e le precauzioni in vigore nel paese in cui operano - si sono mobilitati per monitorare costantemente la situazione e assicurare in modo alternativo il supporto alimentare, igienico, educativo e psicosociale di cui i bambini hanno bisogno.

"Per le famiglie sostenute in Libano - spiega Chafica Abdou Kahale - abbiamo attivato due linee telefoniche con due nostri psicologi pronti a dare supporto e consiglio alle famiglie durante questo lungo periodo di quarantena. Abbiamo organizzato anche una campagna di sensibilizzazione via WhatsApp, telefono e social sulle norme igienico-sanitarie da seguire e la distribuzione di pacchi alimentari per le famiglie più povere".

AVSI, grazie a una stretta collaborazione con 128 partner in 28 paesi, sostiene a distanza 23872 bambini in America Latina e Centrale, Africa e Medio Oriente. Il sostegno a distanza con AVSI si declina in interventi diversi a seconda delle necessità: nella risposta a bisogni essenziali come cibo, casa, cure sanitarie, educazione, oppure in corsi di alfabetizzazione, offerta di formazione professionale e avvio di attività generatrici di reddito, rivolte anche ai genitori dei minori sostenuti. Come funziona il sostegno a distanza con AVSI >

Cosa stiamo facendo per i bambini sostenuti a distanza durante l'emergenza COVID-19

Distribuzione di beni di prima necessità

  • Pacchi viveri: distribuiti dallo staff AVSI o dei partner locali in Albania, Argentina, Kazakhstan, Libano, Messico. In Perù segnaliamo bisogni alle autorità che erogano i servizi di aiuto e voucher per fare acquisti nei negozi di alimentari
  • Kit igienico-sanitari: Albania, Argentina, Costa d’Avorio, Kazakhstan, Libano, Perù, Russia, Sud Sudan
  • Kit ricreativi: Libano, Haiti, Albania

Supporto psicosociale

In Burundi, Kazakhstan, Libano, Messico, Perù e Russia è stato istituito uno sportello telefonico di aiuto. Dove è ancora possibile proseguono le visite domiciliari, altrimenti restiamo in contatto telefonico con le famiglie dei bambini (in Albania, Argentina, Burundi, Costa d‘Avorio, Iraq, Kazakhstan, Kenya, Kosovo, Libano, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Russia, Sud Sudan)

Nelle aree in cui ci sono famiglie che non possiamo raggiungere telefonicamente abbiamo attivato una rete locale: in Ruanda abbiamo creato un gruppo di volontari nei villaggi più remoti che mantengono i contatti con le assistenti sociali; in Perù sono alcune mamme dei bambini sostenuti a distanza le nostre referenti e attraverso le quali manteniamo i contatti con tutte le famiglie.

Alcuni bambini sostenuti a distanza vivono in strutture gestite da noi o dai nostri partner (come Casa Golubka a Novosibirsk, Russia) qui il lavoro degli assistenti psicosociali ed educatori non si è mai fermato.

Attività di sensibilizzazione

In tutti i paesi, gli staff locali hanno attivato campagne di sensibilizzazione sia sulle principali regole igienico-sanitarie per prevenire la diffusione del contagio sia sulla normativa in vigore e gli aiuti messi in campo dai governi locali. Le campagne sono telefoniche, sui social, sulle radio comunitarie nelle zone rurali e di persona con volantini e megafoni dove la diffusione dei sistemi di comunicazione è ancora minima (come in Sud Sudan o nei quartieri più poveri di Maputo, Mozambico)

Educazione... a distanza

Vogliamo proteggere i percorsi di crescita dei bambini e, a seconda del contesto (iniziative del governo locale già in atto, possibilità di accesso a strumenti digitali, età dei bambini):

  • le educatrici e gli educatori condividono con i genitori spunti per riproporre a casa le attività ricreative
  • alcune delle scuole partner di AVSI e frequentate dai bambini sostenuti a distanza (ad esempio in Ecuador, Giordania, Kenya, Perù e Palestina) stanno organizzando un programma di didattica online. E' il caso della Cardinal Otunga a Nairobi: alcuni insegnanti tengono le lezioni online, tutti gli studenti (500) scaricano da un sito i compiti la mattina e li inseriscono completati nel pomeriggio.
  • In Messico nell'ambito del programma "Potenziamento educativo" sostenuto dal progetto sostegno a distanza e Enel Cuore Onlus, prosegue l'accompagnamento di 100 bambini, bambine e adolescenti già colpiti dal terremoto del 2017 nell'Istmo de Tehuantepec. Gli studenti assistono a lezioni on line (su Zoom) organizzate dai docenti. AVSI, attraverso gruppi WhatsApp raggiunge i ragazzi che non riescono a seguire la didattica a distanza ed è uno spazio virtuale per aiutarsi nei compiti e ad affrontare la paura della pandemia.
  • In alcuni paesi sosteniamo i programmi nazionali di educazione, sia per la produzione di lezioni a distanza - come in Costa d'Avorio - sia per aiutare i genitori a seguire le lezioni programmate dal ministero dell'educazione su tv, radio come in Rwanda, Kosovo e Giordania.