In Uganda con USAID 36.700.000 dollari per sostenere 13.200 famiglie

Data 28.11.2017

L'Uganda è uno dei paesi con il maggior numero di rifugiati al mondo. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), nel Paese ci sono quasi 1,4 milioni di rifugiati, di cui 225.000 provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo. I rifugiati vivono in insediamenti all'interno delle comunità ospitanti e hanno accesso agli stessi servizi a disposizione dei cittadini ugandesi. L'elevato tasso di povertà tra i rifugiati e le opportunità economiche limitate contribuiscono ad aumentare i livelli di povertà nelle aree di accoglienza, come a Rwamwanja, zona situata nel distretto di Kamwenge e che ospita circa 77.000 profughi congolesi.

L'Ufficio Food for Peace (FFP) dell'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) ha assegnato alla Fondazione AVSI un contratto di cooperazione di 36.700.000 dollari per attuare, in consorzio con Trickle Up e IMPAQ International, il nuovo progetto Graduating to resilience a sostegno delle famiglie congolesi rifugiate nel Paese e delle comunità ugandesi ospitanti per migliorare la sicurezza alimentare, lo stato economico delle famiglie e la capacità di resilienza dell'intera comunità.

Con questo investimento USAID sottolinea il suo impegno nei confronti dell'ambiziosa iniziativa ReHope (Refugee and Host Empowerment), guidato dal governo dell'Uganda e dalle Nazioni Unite, in collaborazione con la Banca Mondiale, donatori e partner. ReHope, lanciata ufficialmente nel giugno 2017, è "una strategia di trasformazione per riunire un'ampia gamma di soggetti interessati in modo armonizzato e coerente per garantire una programmazione più efficace. È una risposta a sfide specifiche affrontate nel fornire protezione e raggiungere lo sviluppo economico e sociale sia delle comunità rifugiate che delle comunità ospitanti ".

Nei prossimi sette anni, AVSI in consorzio con Trickle Up e IMPAQ International, lavorerà con 13.200 famiglie economicamente attive ma incapaci di soddisfare da sole i propri bisogni di base. Di queste 13.200 famiglie metà saranno del distretto ugandese ospitante e l'altra metà della comunità dei rifugiati, tenendo conto delle esigenze uniche di entrambi. Le famiglie saranno divise in due gruppi, consentendo una rigorosa valutazione da parte di una realtà esterna.

A New York alle Nazioni Unite lo scorso 19 settembre, l'onorevole Oryem Henry Okello, Ministro di Stato e Affari Esteri della Repubblica diell'Uganda ha dichiarato con convinzione: "Quando avevo 11 anni anche io sono diventato un rifugiato uscendo dall'Uganda...so cosa vuol dire essere un rifugiato e metà delle persone al nostro governo sono state rifugiate ad un certo punto della loro vita. Dobbiamo evitare il rischio di creare una sindrome di dipendenza e invece abbiamo bisogno di strategie di empowerment per completare le nostre politiche in materia di terra, libera circolazione, carte d'identità...Soprattutto bisogna valorizzare le competenze e l'istruzione dei profughi per trarre beneficio per lo sviluppo nazionale".

Il progetto Graduating to resilience offre un'opportunità per testare una combinazione di elementi del metodo "Graduation Approach", ampiamente sviluppato a livello globale per il positivo impatto e efficacia in termini di costi, tra cui un'alternativa che si basa specificamente sulle conclusioni tratte dal modello SCORE, implementato da AVSI in altre regioni dell'Uganda nel periodo 2011-2018.

L'esperienza passata di AVSI con l'utilizzo del "Graduation Approach " in Uganda dimostra la possibilità di migliorare i servizi e le politiche, lavorando a livello di famiglie e comunità per aumentare la conoscenza e la domanda di servizi e politiche appropriate

Rita Larok, responsabile AVSI del progetto SCORE.