Il ruolo delle imprese per lo sviluppo sostenibile

Data 27.04.2015
Farnesina

"E' una fase di rilancio della cooperazione internazionale, in cui definire nuovi obiettivi. Cambiano le esigenze e cambiano anche gli strumenti: un partenariato pubblico-privato è necessario". A dirlo è Michele Valensise, Segretario Generale del MAECI, durante il convegno "Il ruolo delle imprese per lo sviluppo sostenibile", organizzato da Fondazione AVSI e Farnesina.

La nuova legge italiana per la Cooperazione Internazionale è occasione di dibattito per una rinnovata alleanza tra imprese, non profit, finanza, istituzioni pubbliche, basata su dignità umana e bene comune. L'evento si è tenuto il 24 aprile a alla Farnesina e ha visto la partecipazione di oltre 150 invitati, tra cui gli studenti di un istituto superiore di Latina.

Tra i relatori hanno partecipato Lisa Ferrarini, Vice Presidente di Confindustria, Michele Valensise Segretario Generale della Farnesina, Lapo Pistelli, Vice ministro della Cooperazione allo Sviluppo e alcuni rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e del non profit italiano.

Guarda il video integrale dell'incontroLeggi la news sul sito del MAECI

"L'impresa può svolgere un ruolo di grande rilevanza, non tanto in termini di pura crescita, quanto per favorire dei processi sostenibili di sviluppo. Una strada può essere quella del parallelo tra i processi di internazionalizzazione di una impresa e le operazioni di cooperazione allo sviluppo", ha spiegato Michele Valensise, Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

"Una via italiana allo sviluppo è possibile - ha detto Giampaolo Silvestri, segretario generale di Fondazione AVSI nel suo discorso - La nuova legge della cooperazione è un'opportunità irripetibile di svilupparne il contenuto. Ma per farlo è necessaria una collaborazione vera tra tutti gli attori: imprese, istituzioni, società civile. Serve abbattere dei muri, serve l'impegno di tutti per riempire di contenuti la governance. Lo sviluppo delle comunità non è più considerato charity, ma è ormai entrato nel business model delle imprese. Dignità della persona e sviluppo sono obiettivi che provengono dal basso: se la persona ha un valore e dei talenti, allora esiste anche un modo di guardare la povertà come punto di partenza per tutti. Il rispetto della persona e dei suoi diritti può diventare punto di ripartenza e non un peso o un vincolo"

"Impresa privata e cooperazione sono due elementi che devono intersecarsi e lavorare in maniera sinergica - concorda Lisa Ferrarini, Vice Presidente di Confindustria - L'obiettivo è stimolare una ricaduta positiva sul tessuto sociale, sul territorio, sul benessere delle popolazioni. Grandi opportunità di sviluppo, per esempio, sono legate alla filiera agroalimentare, campo in cui l'Italia ha una grande esperienza".

"Le imprese devono contribuire agli investimenti allo sviluppo, non soltanto attingervi - ha spiegato Lapo Pistelli nel suo intervento di conclusione all'incontro -  La cooperazione internazionale è lo strumento principale a disposizione per creare un mondo migliore e per contrastare il disordine globale. E l'obiettivo rimane quello di far crescere la soggettività privata nei paesi terzi. Anche per questo è positivo il clima complessivo che si è creato attorno alle politiche e che si siano moltiplicate le occasioni di incontro tra i diversi attori: viviamo in un mondo in cui la società cambia prima delle leggi".

Prima delle conclusioni di Lapo Pistelli ha preso parola anche Bernardo Bini Smaghi, economista responsabile del Business Development di Cassa Depositi e Prestiti, coinvolta nel lavoro dell'attuazione della legge come attore fondamentale per rendere coerente la filiera tra internazionalizzazione e cooperazione. "Dopo Sace e Simest, CDeP assume la gestione del fondo rotativo previsto dalla legge 125 e prevede la possibilità di finanziamenti ulteriori al settore privato".

"Favorire le partnership è fondamentale per aiutare i paesi nella loro crescita economica - ha continuato Lorenzo Bini Smaghi - Alla base della finanza etica c'è la sostenibilità di un progetto: se un'attività dell'impresa crea rischio per la comunità e i diritti umani, di conseguenza crea rischio per la stessa impresa. Compito della finanza è valorizzare quei soggetti capaci di presentare progetti di qualità. La finanza può svolgere questo compito con processi semplici e adeguati. Ad esempio, per intervenire nei paesi terzi occorrerà abbinare grant e prestiti o equity".

Al tavolo dei relatori, anche Manuela Kron, del Gruppo Nestlé, che ha raccontato l'impegno per la sostenibilità del gruppo e il suo incontro con Fondazione AVSI: "Le ricerche del nostro centro a Losanna su nutrizione e agricoltura hanno evidenziato come il coinvolgimento di genitori e figli, abbiano un impatto positivo. E' un'idea che AVSI ha messo in pratica nei centri nutrizionali in Brasile".

"Il sistema produttivo italiano è già attrezzato per operare in sinergia con la cooperazione - ha ricordato Riccardo Monti, Presidente di ICE - In particolare per quanto riguarda lo sviluppo delle imprese produttive, dove l'Italia è leader per quanto riguarda le tecnologie, nei settori dell'agribusiness e della pesca".

"L'energia elettrica è un servizio inclusivo per sua natura: senza energia elettrica non può esserci sviluppo - spiega Andrea Valcalda, Head of Sustainability di Enel - Portarla in realtà in via di sviluppo significa trasformare il modo in cui lo si fa e per questo l'innovazione è fondamentale. C'è poi una questione importante di rapporto con le comunità: il ruolo dell'impresa è quello di definire strategie con le comunità, e non contro. E farlo in prospettiva, a lungo termine".
Leggi il documento "Business e diritti umani"
Guarda il servizio sull'evento

IL PROGRAMMA

Conferenza Roma Dem Ita