da Avvenire
"Madame, grazie a lei ora ho il mio negozio". Black mostra con orgoglio il banchetto su cui vende paté - bomboloni fritti, la tipica merenda haitiana - fuori dalla scuola "Terre promesse" di Cité Soleil, una delle baraccopoli più grandi e violente dell'America Latina.
Fiammetta Cappellini, rappresentante AVSI a Port-au-Prince, le dà un abbraccio, poi riprende a camminare per il labirinto di baracche, vicoli soffocanti, rifiuti con una disinvoltura unica per una "blanc" (bianca, così gli haitiani indicano gli stranieri). "Ormai mi conoscono", dice. Naturale: dopo il terremoto, AVSI ha gestito le due tendopoli della Cité, Place Fierté e Parc Boby, con 9 mila persone.
Ora grazie ad AVSI e ai 15 milioni raccolti in tre anni, le tende sono sparite, 7 istituti sono di nuovo in piedi, sono nati piccoli atelier artigianali e perfino un ristorante. Oltre a vari centri per la lotta alla nutrizione, sostenuti dall'ACRI.
"A tre mesi dal sisma abbiamo incoraggiato le persone a rientrare nei rispettivi quartieri, replicando gli interventi che facevamo nei campi. E creando delle micro imprese perchè potessero avere un'attivita". Come Chez Billy, il ristorante dove Black, lavorando come cuoca, ha potuto racimolare un minuscolo capitale per mettere su il suo banchetto.
Lucia Capuzzi