Si è tenuto a Bruxelles il 23 ottobre scorso un importante evento organizzato da GIZ (Cooperazione tedesca), AVSI e da Energising Development (EnDev) il maggiore programma mondiale per la promozione dell’energia sostenibile finanziato tra gli altri, dal governo tedesco e da quello olandese.
La conferenze dal titolo “Energia per la promozione della resilienza a livello comunitario: come rafforzare il ruolo delle donne nel settore dell’energia” ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle varie agenzie di cooperazione, della UE e di studenti.
Il legame tra la promozione dell’obiettivo di sviluppo sostenibile n.7 “Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni” e n.5 “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze” è palese e dimostrato da diverse ricerche socio-economiche soprattutto per quanto riguarda i paesi più poveri dove 2,8 miliardi di persone cucinano con carbone o legna (e secondo l’Agenzia internazionale dell’energia nel 2030 saranno ancora 2,3 miliardi) e dove l’Organizzazione mondiale della sanità calcola che l’inquinamento domestico, dovuto alle emissioni della combustione di legna e carbone per cucinare, uccida circa 2.8 milioni di persone all’anno, soprattutto donne e bambini.
Macel Raats, co-direttore di EnDev, ha riaffermato l’importanza di consentire alle donne un accesso a fonti sicure e sostenibili di energia tenendo presente il fatto che milioni di donne, nelle zone rurali dei paesi africani per esempio, dedicano diverse ore della loro giornata a raccogliere la legna e a cucinare esponendosi a pericoli significativi e che questo scenario appare difficilmente modificabile nei prossimi 10 anni, data la dimensione del problema. Ha evidenziato poi l’opportunità di promuovere il ruolo delle donne all’interno della catena del valore del settore energia, ai vari livelli, ma puntando soprattutto a posizioni di responsabilità manageriale e imprenditoriale.
AVSI ha presentato l’esperienza positiva del progetto di promozione dello sviluppo comunitario nel bairro Chamanculo C di Maputo (Mozambico) attraverso la testimonianza di Felisbela Materrula, capo-sociologa del dipartimento di Pianificazione urbana e ambiente del comune di Maputo, che ha ripercorso le tappe del progetto realizzato dalla municipalità insieme ad AVSI e finanziato dall'AICS, agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, Cities Alliance e Cooperazione brasiliana: di fronte ad una baraccopoli popolata da 26.000 abitanti, con il 60% delle case che si allagano ad ogni pioggia, all’assenza di sistemi di drenaggio e rete fognaria, a baracche con pavimenti in terra e cunicoli impenetrabili, a famiglie che cucina per il 90% con fornelli tradizionali alimentati a carbone… Solo un approccio integrato, partecipativo e saldamente fondato sulla realtà può consentire la pianificazione e realizzazione di interventi e progetti efficaci.
Integrazione significa tenere in considerazione tutti i fattori multidimensionali (sociali, culturali, infrastrutturali, economici, ambientali ecc.) e interconnessi, che concorrono allo sviluppo umano integrale. Partecipazione significa che la comunità, anche attraverso le organizzazioni della società civile, deve essere coinvolta non solo per scoprirne bisogni e potenziale, ma anche per stabilire le priorità di intervento, per identificare possibili soluzioni, elaborare progetti, realizzarli, monitorarli, valutarne l’impatto e gestire in maniera condivisa le opere e le iniziative promosse. E’ assolutamente fondamentale, infatti, che i membri della comunità si sentano “responsabili” e non solo “beneficiari” del processo di sviluppo; che vengano valorizzati tutti i talenti, la cultura e il patrimonio che anche una baraccopoli possiede e che si favorisca ogni possibile sinergia con programmi esistenti e futuri del governo, di altre agenzie/organizzazioni o di imprese private.
Tra i numerosi interventi identificati e effettuati, di particolare rilievo soprattutto per le donne, è stata la distribuzione di 5000 fornelli migliorati per cucinare che ad oggi consentono alle famiglie di risparmiare almeno il 60% del carbone rispetto ai fornelli tradizionali, di incrementare fino al 15% il reddito disponibile, di ridurre dell’80% le emissioni nocive e il rischio di intossicazioni domestiche oltre a ridurre la deforestazione. Tutti questi benefici si sommano al fatto che AVSI continua ad impiegare prevalentemente giovani donne della comunità nei ruoli di Promotore di fornelli migliorati, Capo unità logistica e Responsabile della distribuzione non per una questione di “quote rosa” spesso imposte dai progetti, ma soprattutto perché le loro prestazioni lavorative, in anni di esperienza, si sono rivelate migliori di quella degli uomini.
Durante il dibattito conclusivo, Francesca Oliva, focal point del settore energia di AVSI, ha sottolineato che al fine di promuovere un ruolo qualificato delle donne anche nell’economia locale, AVSI propone formazione su competenze imprenditoriali, incubazione di impresa e accesso alla finanza, ma molto importante è la formazione umana (soft skill, ma anche presa di coscienza del proprio valore, dei propri diritti) e la sensibilizzazione diffusa circa il ruolo della donna nelle comunità e nelle famiglie senza le quali le competenze apprese non possono essere messe in atto.
AVSI guarda alle donne nella loro integralità e soprattutto nel loro contesto, per questo si parla di “approccio alla famiglia” affinché tutti diventino coprotagonisti dello sviluppo. L'approccio integrato non presuppone solo di guardare alle donne e agli individui in generale nella loro interezza ma anche di coinvolgere tutti gli attori aventi un ruolo nello sviluppo umano integrale ossia la società civile, il settore pubblico, il settore privato, l'accademia e i beneficiari stessi. Questi attori sono indispensabili gli uni agli altri e sono tutti portatori di competenze e risorse irrinunciabili per un impatto duraturo degli interventi di sviluppo.
In copertina, promotori di fornelli migliorati a Maputo (C) Stefano Melgrati, 2018