Dall'inizio della pandemia di COVID-19, i dubbi e gli interrogativi non sono mancati ma di una cosa Jolar Jarjess è sempre stato certo: restare vicino a chi è colpito dalle crisi è imprescindibile per un operatore umanitario.
"Il nostro ruolo durante una crisi non è di evitare il pericolo, ma di gestirlo per aiutare le comunità colpite" dice Jolar Jarjess, il primo veterinario a lavorare con noi per il progetto "Un ciclo produttivo virtuoso per rilanciare una città e il suo tessuto economico per gli sfollati interni e i rimpatriati nella piana di Ninive".
Nato a Baghdad, ma residente a Qaraqosh dall’età di quattro anni, Jolar Jarjess ha avuto un ruolo fondamentale nel progetto di AVSI finanziato dal Dipartimento di Stato USA Bureau of Population, Refugees,and Migration (Ufficio Popolazione, Rifugiati e Migrazione) fin dall'inizio. Parte del suo lavoro consiste nell’identificare aziende agricole che abbiano i requisiti per partecipare al programma, ricevere fondi per riabilitare l'attività e acquistare bestiame e mangime. Jolar inoltre coordina il reclutamento di veterinari qualificati perché monitorino i cicli produttivi e, in qualità di esperti, eseguano delle verifiche preliminari su animali e mangime prima dell’acquisto. È anche responsabile de protocolli che devono seguire i veterinari e gli allevatori che affianca personalmente per garantire un corretto ciclo produttivo.
"È fondamentale che io continui il mio lavoro perché gli animali sono esposti a rischi di malattie ed epidemie che potrebbero portare alla loro morte ed esporre gli allevatori al rischio di perdite importanti tali da danneggiare la loro attività” - spiega Jolar - "In qualità di veterinario, sviluppo piani di prevenzione e trattamento per tenere sotto controllo queste malattie e formare gli allevatori su come allevare gli animali per ottenere i migliori risultati. Il nostro lavoro è essenziale per ripartire dopo le enormi perdite subite a causa dell'invasione dell'ISIS".
Sebbene non si sia mai fermato, Jolar ha dovuto trovare un nuovo modo per assistere da remoto gli allevatori durante il periodo di coprifuoco. I follow-up sono diventati telefonici, ma in caso di situazioni critiche in cui gli animali rischiano di morire, Jolar si reca personalmente nelle fattorie.
"Mi auguro di poter fare di più e raggiungere tutte le persone che hanno bisogno di aiuto", continua Jolar. "Visitare gli animali è un'ottima occasione per trascorrere del tempo con gli agricoltori, capire i loro bisogni e fare pratica insieme. Sono felice di ricominciare".