COP23, AVSI a Bonn per la conferenza sui cambiamenti climatici

Data 20.11.2017

La 23° conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, COP23, che si è svolta a Bonn, in Germania, dal 6 al 17 novembre scorso, ha visto governi, autorità locali, associazioni della società civile e numerosissime agenzie internazionali confrontarsi per 12 giorni su temi fondamentali per il futuro del pianeta e della convivenza umana. La priorità è stata quella di verificare la concretizzazione dell’Accordo di Parigi (siglato nel 2015 durante la COP21) che ha sostituito il famoso protocollo di Kyoto come unica linea guida a livello mondiale degli interventi per la prevenzione e mitigazione dei cambiamenti climatici. La conferenza ha evidenziato che sono ancora molti i passi da effettuare per attuare gli impegni e dare sostanza ai “contributi volontari determinati a livello nazionale” (National Determined Contribution - NDCs) che dovrebbero entrare in vigore dal 2020. Gli USA di Trump sono stati i grandi assenti di COP23 e starebbero valutando di ritirarsi dagli accordi già siglati a Parigi da Obama. Al contrario, la Cina, che non aveva firmato il protocollo di Kyoto, è ora tra le nazioni più attive ed era tra le più visibili tra gli stand di Bonn. Gli altri protagonisti della conferenza sono stati l’Unione Europea e i paesi nordici, all’avanguardia sui temi ambientali.

C’era anche AVSI a Bonn, invitata da EUEI PDF (EU Energy Initiative Partnership Dialogue Facility, la piattaforma di dialogo e collaborazione dell’iniziativa dell’Unione Europea per l’energia) e da lCLEI - Local Governments for Sustainability (la maggiore rete mondiale di città, province e regioni impegnate per costruire un futuro sostenibile) a intervenire alla conferenza dal titolo “Gli scenari energetici futuri per le città africane”. Una tematica decisiva non solo per i comprensibili risvolti ambientali e demografici: è noto, infatti, come la popolazione urbana in Africa stia esplodendo e come milioni di persone, soprattutto giovani, si stiano ammassando in abitazioni precarie, in luoghi insalubri spesso carenti di servizi primari e infrastrutture, e caratterizzati da una struttura sociale frantumata. Ma anche per il ruolo di catalizzatore dello sviluppo umano che l’accesso all’energia costituisce.

AVSI ha fornito il suo contributo partendo – come sempre – dall’esperienza sul campo: lavorando nelle baraccopoli e nelle periferie delle città africane, ci si rende conto che per affrontare efficacemente il problema dei cambiamenti climatici e promuovere l’accesso all’energia, bisogna vincere tre sfide a loro volta multidimensionali e interconnesse: garantire un accesso all’energia economicamente sostenibile, realizzare un quadro legale favorevole ed educare a un uso efficiente dell’energia.

A proposito di sostenibilità economica, molte periferie urbane africane sono raggiunte dalla rete elettrica, ma l’evidenza culturale e economica insegna che la maggior parte delle famiglie che vi abitano è abituata a guadagni minimi quotidiani e ha una bassissima propensione al risparmio: come si può del resto risparmiare con un reddito medio mensile che in questi contesti spesso non supera i 100 dollari? Le famiglie dunque faticano a pagare la bolletta. Si materializza così il paradosso per cui per cucinare la famiglia è obbligata a comprare ogni giorno un piccolo sacchetto di carbone spendendo il 50% in più di quello che spenderebbe acquistando una volta al mese un sacco più grande e il 100% in più di quanto le costerebbe cucinare con piastre elettriche o con il gas.

La seconda questione, il quadro legale, è fondamentale perché numerosi Paesi africani non hanno capacità, interesse o risorse per sviluppare fonti energetiche sostenibili o per raggiungere con la rete elettrica i posti più remoti e poveri. Un quadro legale e fiscale a sostegno dell’espansione di fonti e tecnologie green, accompagnato dalla definizione di tariffe sociali per le fasce più deboli, consentirebbe a imprese private e alla società civile organizzata di sopperire a queste carenze, secondo il principio della sussidiarietà, condizione indispensabile per lo sviluppo di qualsiasi Paese.

Il terzo aspetto, infine è l’educazione, che rappresenta il cardine per promuovere il cambiamento degli stili di vita, l’uso appropriato ed efficiente dell’energia e delle nuove tecnologie, la sicurezza domestica, la legalità, il rispetto dell’ambiente, la propensione al risparmio e la creazione di attività generatrici di reddito per pagare la fattura energetica.

AVSI ha imparato negli anni, realizzando progetti sul terreno, che per affrontare in maniera sostenibile la questione energetica globale e i cambiamenti climatici serve un approccio integrato e integrale. L’accesso e l’uso efficiente dell’energia sono “semplicemente” alcune delle componenti, certo tra le più importanti, per la promozione dello sviluppo umano.