A Bruxelles il progetto di rimpatrio volontario delle famiglie rom di Triboniano

Data 05.12.2012
AVSI

Il progetto di rimpatrio volontario delle famiglie rom di Triboniano curato da AVSI, Fundatia, Casa della Carità e Comune di Milano è per l'Unione Europea un modello da seguire e viene presentato a Bruxelles alla seconda Convenzione contro la povertà e l'esclusione sociale, in corso dal 5 al 7 dicembre.

49 famiglie di etnia Rom hanno lasciato Milano e sono rientrate nei luoghi di origine, dove l'organizzazione rumena Fundatia, partner di AVSI, ha accompagnato le famiglie stesse nel risistemarsi la casa, introdurre i ragazzini a scuola, riprendere la vita sociale.

La Casa Della Carità ha svolto i colloqui preliminari e steso un percorso di reinserimento sociale specifico per ogni nucleo famigliare; il Comune di Milano e le famiglie hanno firmato un vero e proprio accordo; AVSI ha monitorato il rientro e svolto l'erogazione dei contributi del Comune di Milano in relazione allo svolgimento del progetto famigliare (casa, scuola, salute), curato passo a passo da Fundatia.

Le famiglie, provenienti da 15 località delle province di Olt, Dolj e Gorj, nella regione Sud-Ovest Oltenia della Romania, situata a 200-300 kmda Bucarest, una volta rientrate nel Paese son state sostenute e accompagnate da Fundatia nella ripresa della vita quotidiana, dalla ristrutturazione della casa all'inserimento scolastico dei figli.

Il 100% delle famiglie vive in condizioni dignitose, il 70% permane nei luoghi del rimpatrio, il 100% dei bambini è iscritto al servizio sanitario presso il medico di base. Su 76 bambini in età scolastica, 74 permangono nel sistema. Tutte le famiglie hanno ricevuto formazione professionale, formazione generale sui diritti e gli obblighi dei cittadini e un supporto nella gestione del budget familiare

Ottima anche l'accoglienza da parte delle autorità scolastiche nei confronti dei bambini: direttori, insegnanti ed educatori hanno mostrato il loro impegno e la loro determinazione nel voler accogliere i bambini a scuola e affiancarli nell'inserimento sia didattico che personale, mantenendo un atteggiamento di spiccata sensibilità.

Il punto di forza del progetto è stato l'approccio globale nei confronti delle famiglie, delle quali si è preso in considerazione la situazione di partenza, la particolarità del contesto di provenienza e quindi dell'ambiente in cui si sono reintegrati, le esigenze e i bisogni specifici. La buona collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nel progetto ha generato nelle famiglie un sentimento di fiducia e un atteggiamento responsabile e partecipativo.

L'Europa si costruisce anche così, attraverso la cooperazione di attori diversi, di Paesi diversi, per un progetto di bene comune, attraverso la complementarietà nell'affronto dei problemi e la costruzione di una vera e propria “filiera sociale”, fino all'”ultimo miglio”, alla singola persona.