VOLONTARIATO E SVILUPPO INTERNAZIONALE Il cardinal Robert Sarah e Alberto Piatti al Meeting

Data 13.09.2011

VolontariatoesviluppointernazionaleMeeting di Rimini per l'amicizia tra i popoli. Edizione 2011. Un'affollata sala ospita l'incontro dal titolo “Volontariato e sviluppo internazionale”, con protagonisti il cardinal Robert Sarah (Presidente Pontificio Consiglio Cor Unum) e Alberto Piatti (Segretario Generale di AVSI). Modera l'evento il giornalista e direttore Centro Internazionale di Comunione e Liberazione, Roberto Fontolan. “Il miracolo dei volontari del Meeting non è solo ciò che si vede, bensì ciò che non si vede; il lavoro fatto ‘dietro le quinte', l'opera di chi collabora al pre-meeting.

Specie in questo 2011, che è appunto l'anno del volontariato, ci è molto facile renderci conto di quanto l'opera caritativa sia importante”, esordisce Fontolan. La parola passa al card. Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, il cui compito è coordinare l'attività caritativa della Chiesa cattolica ed organizzare le azioni umanitarie della Santa Sede in caso di crisi. “Nel corso degli anni abbiamo potuto osservare le evoluzioni degli scenari internazionali, che si sono modificati per numero di enti coinvolti e per nazioni emerse all'attenzione globale, e abbiamo potuto osservare anche alcuni fattori che sono rimasti punti fermi. Il volontariato è uno di questi. Anche nella sua declinazione di servizio internazionale, ovviamente”. Infatti il volontariato è a tutt'oggi “la linfa vitale dei programmi di sviluppo e della cooperazione internazionale”. “Io stesso ne posso dare la prova - confessa monsignor Sarah, che proviene dalla Guinea ed è il primo cardinale della sua nazione - perché se sono qui, sono ancora vivo e posso parlarvi, probabilmente è grazie ai missionari che, anche senza essere volontari in senso attuale, senza chiedere nulla in cambio hanno portato la parola di Dio nel mio paese, mi hanno dato la fede, un'istruzione, si sono presi cura di me e mi hanno aiutato nei momenti di difficoltà”.Vi è spazio anche per il ricordo di don Giussani. “È solo cominciando a fare, – ha concluso il cardinale - a donare del tempo libero come integrale gesto di libertà, che la carità cristiana diventerà mentalità, convinzione, dimensione permanente. Non importa tanto la molteplicità delle attività, la quantità del tempo libero che si dedica. È importante invece che nella nostra vita e nella nostra coscienza si affermi il principio del condividere attraverso almeno qualche gesto, anche minimo, purché sia sistematicamente messo in preventivo e realizzato”.

Alberto Piatti, che è anche membro di Cor Unum, ha quindi ripreso nel suo intervento le ultime encicliche di papa Benedetto XVI sottolineando che “danno grande importanza e di fatto definiscono le linee guida per il volontariato. Si tratta di un fenomeno davvero importante ed impressionante per la sua consistenza. Io credo che tutti coloro che intraprendono il volontariato siano in fondo guidati da una ricerca di certezza, che si traduce in un senso di gratuità nel darsi all'altro”. Il Segretario Generale di AVSI ha poi invitato i numerosi giovani presenti in aula a diffidare delle realtà che richiedono servizi volontari, ma poi finalizzano in lucro l'opera di coloro che vi si accostano: “Papa Benedetto XVI ci ha ricordato che la carità è espressione di Dio. Dobbiamo imparare ad amare l'altro senza aspettarci niente in cambio; la grazia è dono, ed un dono ricevuto è qualcosa di meritato (…) Per noi il volontariato non scaturisce solo dall'impegno, né dalla fede, ma esige entrambi”.

Conclude Piatti: “Portare il bene diventa fine a se stesso se non si radica in un significato. Nell'esperienza di AVSI negli angoli più remoti del mondo, di fronte ai bisogni più estremi, l'aiuto non intende riempire un vuoto, ma disseminare e condividere il bene ricevuto. Solo poggiando su questa certezza, il lavoro volontario costruisce realmente e non resta un puro appagamento personale.

Un ragazzo burundese che ha potuto studiare grazie al sostegno a distanza e al lavoro educativo ad esso legato, una volta entrato nel mondo del lavoro ci ha scritto per chiedere di diventare volontario al centro educativo che gli aveva permesso di crescere dignitosamente”.

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