Nel 2018, Simon (nome di fantasia), studente quindicenne della cittadina di Mbale nell'est Uganda, cominciò a interessarsi alle avventure di un suo compagno di classe. Spesso l’amico gli raccontava storie interessanti su ciò che faceva la sera con dei ragazzi di strada. Mentre il compagno parlava, in Simon cresceva la voglia di incontrare i protagonisti di quei racconti. Ed è così che Simon è entrato nella gang “Do or Die” (Fai o Muori) dove ha presto appreso il significato del nome: o agisci secondo le richieste del gruppo o perdi la vita.
Simon si è subito guadagnato il rispetto del gruppo, rubando telefoni e compiendo scippi. La gang però non si limitava a questo, abusava delle ragazze forzandole ad avere rapporti sessuali.
Molte ragazze a Mbale sono state vittime della gang “Do or Die” finché, nel 2020, la polizia locale ha arrestato i membri principali e la gang si è sciolta. E' in quel periodo che un ex-membro della gang ha fatto conoscere a Simon il progetto No Means No, un programma di prevenzione della violenza sulle donne implementato da AVSI dall’ottobre del 2020 fino a marzo del 2021 e finanziato da No Means No Worldwide, organizzazione internazionale che si pone l’obiettivo di creare un mondo libero dagli abusi sessuali.
“Partecipando al progetto ho capito ciò che avevo fatto, quasi senza rendermene conto. Ho imparato che la mancanza di consenso è ciò che rende un rapporto sessuale uno stupro. E' così che ho preso coscienza di essere stato uno stupratore, è stato scioccante, mi vergognavo e non sapevo come affrontare i sensi di colpa, come riparare al male che avevo provocato” racconta Simon.
Simon, consapevole di non poter "tornare indietro" ha deciso di impegnarsi in prima persona per evitare che altri ragazzi facessero i suoi stessi errori: ha convinto a partecipare anche altri ex-compagni della gang, sei dei quali sono diventati loro stessi esempi per la comunità.
“Ho quattro sorelle. Non riesco nemmeno a pensare a cosa potrebbe far loro un ragazzo come me prima di entrare nel progetto. Impegnarmi nel programma No means No per me significa difenderle.” aggiunge Simon, che ha deciso di riprendere gli studi e ora sogna di diventare veterinario.
A proposito del progetto No Means No
Il programma No Means No che l'organizzazione No Means No Worldwide porta avanti in tutto il mondo si pone l'obiettivo di creare un mondo libero dagli abusi sessuali.
In Uganda le attività sono state affidate ad AVSI per prevenire abusi sessuali e altre forme di violenze sulle donne nell'est dell'Uganda.
AVSI ha coinvolto 2,764 ragazzi e 1,970 ragazze in un corso pratico e teorico per imparare a difendersi: da attività di difesa personale a come chiedere aiuto e riconoscere comportamenti pericolosi.
L'approccio di AVSI Uganda usato per ridurre gli abusi sessuali:
- sensibilizzazione delle istituzioni locali e della comunità sul tema,
- mobilitazione e coinvolgimento dei giovani
- identificazione e verifica di spazi sicuri adatti alle sessioni di formazione
- formazione di gruppi di giovani secondo fasce di età e realizzazione delle sessioni,
- visite sul campo e valutazioni del programma.
Un sistema migliorato della rete di supporto: il progetto prevedeva anche la mappatura dei servizi di sostegno disponibili, follow-up mensili con i formatori, il personale delle istituzioni e delle strutture che offronon servizi di prevenzione della violenza di genere.
AVSI inoltre ha garantito supporto in forma anonima alle persone sopravvissute a una violenza attraverso il programma Survivors in Recovery Anonimous (SIRA)
I giovani che hanno subito violenze sessuali sono stati identificati da SIRA e organizzati in gruppi, dove hanno potuto partecipare a delle sessioni di counseling per superare il trauma. Facilitando lo scambio di esperienze, i sopravvissuti a violenze sono riusciti ad attribuire la responsabilità dell’abuso unicamente al molestatore e a liberarsi dal senso di colpa.
Durante il progetto No Means No 200 giovani (160 ragazzi e 40 ragazze) hanno riportato abusi sessuali e sono stati seguiti da SIRA nelle sessioni di counseling e facilitati a sottoporsi ad un test per HIV nelle strutture sanitarie vicine.
Inoltre, con il progetto No Means No, AVSI ha garantito sicurezza e protezione ai ragazzi e alle ragazze che hanno subito violenze o abusi da parte di un famigliare, conducendo visite domiciliari e cercando di agevolare il loro affidamento a parenti terzi.