AVSI ha celebrato il 20 marzo scorso la chiusura di uno dei progetti più emblematici dei suoi trent’anni di presenza in Uganda: SCORE - Sustainable Comprehensive Responses for Vulnerable Children and their Families avviato nel 2011 per proporre risposte sostenibili e globali ai bisogni dei bambini vulnerabili e delle loro famiglie in 35 distretti.
Vedere le persone felici della chiusura di un progetto è una grande gioia: perché ora le famiglie vivono in case dignitose, possono garantire l’istruzione e una buona alimentazione ai loro figli.
Rita Larok, responsabile del progetto SCORE
Finanziato da USAID e realizzato da AVSI Uganda e un consorzio di ong che include CARE, TPO e FHI360, SCORE ha puntato ad accompagnare i beneficiari verso l’uscita dalla vulnerabilità e verso l’autonomia sviluppando i rapporti interni alle comunità e favorendo le relazioni con le istituzioni locali. Quattro i suoi obiettivi principali: rafforzamento socio-economico, la sicurezza alimentare e la nutrizione, la protezione dell’infanzia e il rafforzamento delle famiglie.
I numeri aiutano a cogliere la dimensione e l’impatto: 7 anni di progetto, più di 38 milioni di dollari di budget, 125 mila bambini vulnerabili aiutati, 34 779 nuclei famigliari raggiunti, 40 partner per l’implementazione del progetto, 270 persone dello staff impegnato.
Come ha affermato all’evento conclusivo Colette Marcellin - Deputy Head of Mission dell’ambasciata statunitense in Uganda “SCORE ha dimostrato che la resilienza può essere effettivamente raggiunta anche dalle famiglie più vulnerabili.”
Lo sviluppo sostenibile e duraturo promosso da SCORE
Giampaolo Silvestri, segretario generale AVSI ha spiegato perché SCORE rappresenta un’esperienza emblematica del metodo di AVSI che parte sempre dal riconoscimento del valore della persona.
“Porre al centro la persona e il suo valore si traduce nel mettere sempre a fuoco le sue domande e i suoi bisogni effettivi, tenendo in considerazione la trama di relazioni in cui è inserita: la famiglia, la comunità, le istituzioni, le imprese. SCORE non ha dato risposte generiche, ma risposte “su misura” grazie a un processo di ricerca-ascolto che ha coinvolto lo staff, i partner. Se AVSI ha raggiunto i risultati previsti è perché ha lavorato in rete: con il donatore, con i ministeri ugandesi, con le organizzazioni, gli istituti di ricerca, gli enti e le istituzioni locali. Lavorare in rete e costruire reti: questo è un altro fattore di successo di SCORE che ha favorito in modo sistematico l’associarsi di persone attorno ad esigenze molto pratiche (il risparmio, per esempio), favorendo indirettamente anche una partecipazione più attiva alla vita civica e democratica. Per avere un dato concreto: si sono costituiti 1615 gruppi di risparmio e credito per un totale di 37 mila membri che hanno risparmiato insieme 3.889.055 milioni di dollari ed erogato piccoli prestiti per un valore complessivo che sfiora i 5 milioni di dollari”.
È da questa serie di attenzioni che è nato il cosiddetto modello di graduation: ogni beneficiario è stato accompagnato a uscire dalla situazione di non autosufficienza ed esposizione alla povertà per diventare autonomo. Di fatto è come se fosse stato accompagnato a “laurearsi”: l’uscita del beneficiario dal progetto è stato il segno della sua ripartenza. Anche per questo, oggi, la fine del progetto è un momento da celebrare: quasi 35 mila famiglie hanno raggiunto in tempi diversi la loro indipendenza e non hanno più bisogno della “protezione” del progetto.
SCORE è divenuto un modello di riferimento, su cui si basa oggi un nuovo progetto sostenuto da USAID: “Graduating to resilience” che nei prossimi sette anni sosterrà le famiglie congolesi rifugiate nel Paese e le comunità ugandesi ospitanti per migliorare la sicurezza alimentare, lo stato economico delle famiglie e la capacità di resilienza dell'intera comunità.