“Tumelenga madree” nello slang dei ragazzi di Nairobi significa “noi diciamo no alle droghe” ed è questo il titolo e il messaggio del workshop organizzato da Avsi Kenya con Silvio Cattarina, fondatore de l'Imprevisto, cooperativa terapeutica di Pesaro per giovani tossicodipendenti o con comportamenti devianti* (*tendenza a compiere gesti trasgressivi nei confronti dell'autorità e dell'ambiente).
AVSI Kenya ha organizzato 9 incontri in scuole, parrocchie e centri sociali di Nairobi per incontrare i giovani, i loro genitori ed educatori e affrontare insieme la questione dell’uso di stupefacenti.
“La piaga della droga si sta diffondendo in tutti gli strati sociali, con gravi conseguenze per tanti giovani e le loro famiglie – spiega da Nairobi Antonino Masuri di Avsi Kenya – è difficile fare delle stime reali, ma il dato preoccupante fornito da Nacada, l’ente keniota che combatte l’abuso di alcool e droga (National Authority for the Campaign Against Alcohol and Drug Abuse) è che l’età media in cui si prova uno stupefacente è 10 anni. Abbiamo invitato Cattarina sia per lavorare sulla prevenzione, sia per dare informazioni e ascolto a chi ha amici, conoscenti, genitori, figli, alunni con problemi di droga. Le aspettattive erano grandi ma la sorpresa generata è stata ancora più grande. Tanti giovani hanno reagito positivamente, siamo davvero curiosi di vedere i frutti di questa nuova consapevolezza!”.
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Gli incontri hanno coinvolto più di mille persone tra studenti, genitori, insegnanti, educatori. Ad ogni appuntamento Cattarina, psicologo, ha ribadito «Basta tutto questo continuo concentramento sui successi e fallimenti del singolo individuo. Il problema dei giovani, oggi è che credono di dover fare tutto da soli. La questione è far sentire a ognuno di loro che la sua vita è preziosa per gli altri, per chi gli sta vicino, che è necessario, importante per gli altri. E che vale di più dei suoi errori”
Per i ragazzi è stata significativa la testimonianza di un ragazzo della comunitàc he ha accompagnato Cattarina, Matteo Crotti: “Ho iniziato a fare uso di stupefacenti perché avevo dubbi, paure, domande a cui non sapevo dare risposta. Avevo paura di chiedere aiuto, e ho preso la strada sbagliata per sentirmi meglio. Grazie a Dio ho trovato qualcuno che mi ha accettato, senza pregiudizi”.
Ecco alcuni commenti dei ragazzi partecipanti
Mi ha colpito il rapporto tra Matteo e Cattarina: la relazione tra loro non è come quella tra dottore e paziente ma tra due amici che si stimano e cammino insieme.
Kimani
Mi aspettavo strategie, soluzioni e risposte tecniche di uno convinto di salvare il mondo. Invece ho trovato un uomo che ha scoperto il proprio valore e vuole aiutare gli altri a scoprire il proprio.
Kingori
Cattarina è andato dritto al cuore del problema: il nostro desiderio di felicità. I miei amici all’università si drogano perché hanno un vuoto e pensano che la droga li renderà finalmente felici.
Kaliunga