Speciale Festa della Donna. Le mamme della Giussani High School

Data 05.03.2014
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Agli esami di stato, la scuola di Kampala ottiene risultati eccellenti. La notizia si diffonde rapidamente e un esercito di donne con la maglia gialla del Meeting Point International raggiunge la struttura, per ringraziare il preside e festeggiare.

Sono le mamme che hanno contribuito alla costruzione della scuola, hanno realizzato 48mila collane di carta riciclata per la Campagna Tende in Italia. I fondi raccolti sono serviti a costruire da zero la Giussani High School di Kampala e poi ad ampliarla con una nuova ala inaugurata il 25 febbraio scorso.

Le collane "miracolose" del Meeting Point International torneranno in Italia in occasione della festa della donna. L'8 marzo a Milano, un banchetto di sensibilizzazione e raccolta fondi sarà allestito in piazza Oberdan, dove sarà possibile sostenere l'impegno della scuola di Kampala.

All'iniziativa dell'8 marzo hanno partecipato anche tre aziende - Illumia, De Lage Landen International  e Athlon Car Lease - che per la festa della donna hanno regalato le collane di carta a tutte le loro dipendenti.

Nel frattempo, a Kampala, Rose Busingye e il Meeting Point International hanno appreso degli ottimi risultati raggiunti dalla scuola agli esami di stato e si sono riversate all'interno delle strutture per festeggiare con il preside e gli studenti.

Di seguito, il racconto del coordinatore delle attività educative della Giussani High School.

di Matteo Severgnini

Sono le 12:13 di giovedì 27 febbraio e un urlo prolungato squarcia la quiete e l'attenzione delle 10 classi della Luigi Giussani High School, assorte nelle loro lezioni. La curiosità dei ragazzi e dei professori si riversa nelle verande. Tutti vogliono capire cosa sta succedendo.

E' una donna di Kireka. E' irrotta dal cancello della scuola, sta urlando, anzi sta cantando e ballando. I mille occhi increduli spaziano dalla donna ormai all'interno della struttura alla strada. Un gran polverone si alza dal sentiero terroso. E' un esercito di donne. Più di 200. Sono le donne di Kireka e Naguro, le stesse che hanno voluto e contribuito alla costruzione della nostra scuola. Sono vestite quasi tutte con una maglia gialla con la scritta: Meeting Point International, One Heart. Stanno correndo, ballando, urlando, piangendo. Sono sudate. Hanno percorso a piedi la tratta dalle loro povere case fino a qui. Più di 40 minuti.

Nessuno sa bene la ragione di questa inaspettata visita. Entrano dal cancello e si riversano nel sentiero della scuola rapite da una gioia, letizia ed eccitazione a noi ancora sconosciute. Sollevano il preside e lo portano in trionfo di fronte agli occhi divertiti, ma ancora incoscienti di tutti gli studenti e professori.

Si percepisce, nel turbinio delle diverse voci, solo una parola cantata, urlata, pianta: “Grazie! Grazie! Grazie!”.

I tamburi cominciano a scandire i soliti affascinanti ritmi africani. Gli studenti, che poi sono i figli di queste donne, corrono ad abbracciare le loro madri e a festeggiare con loro.

Arriva finalmente la chiamata di Rose: “Seve, guarda che stavamo facendo l'incontro con le donne e quando ho raccontato dei risultati che la scuola ha raggiunto negli esami di stato, non sono stata più in grado di trattenerle. Sono partite come cavallette”.

La chiamata come il solito cade. Rimaniamo esterrefatti.

Tutte queste donne con i loro figli sono qui per una gratitudine che non possono trattenere. Sono qui perché vogliono condividere con noi la soddisfazione di un anno di lavoro, per condividere con noi questa gioia.

La festa è irresistibile. Non c'è un professore che si astenga dal ballare. Ecco una scuola viva. I tre protagonisti insieme. Professori, studenti e genitori uniti dalla commozione che l'educazione è possibile, che scoprire il proprio valore perché amati veramente, fa crescere, rende lieti in ogni ambito. La condizione di povertà, la malattia, le difficoltà della vita non possono fermare un cuore pieno di gratitudine e letizia. Un cuore commosso per quel che ha scoperto di sé. Questo giudizio si può vedere dipinto sui volti di tutti.