Sostegno a distanza: “L’emozione più grande del viaggio: l’incontro e lo sguardo dei bambini di Haiti”

Data 05.09.2012
AVSI In Haiti

Carmelo conosce AVSI da tanto tempo, grazie all'impegno di sua madre con l'AVSI POINT di Catania. Il Sostegno a distanza è stato un gesto naturale frutto del legame iniziato fin dall'infanzia. L'incontro con Emmanuel in Haiti è stata la conferma che il legame iniziato con un scheda e una fotografia è spesso intenso come un'amicizia iniziata nelle aule di scuola…… Un'amicizia dell'altro mondo!!!

"Ci sono una serie di circostanze, nella mia vita, che hanno fatto si che questo viaggio e questa visita ad Haiti diventasse un'esperienza concreta, una di quelle emozioni che difficilmente dimentichi. Mi sono avvicinato ad AVSI da piccolissimo quando mia madre mi coinvolgeva nelle iniziative per raccogliere fondi durante il periodo natalizio e spiegare alle persone le attività e i fini della Fondazione.

Poi è arrivata l'esperienza universitaria e la voglia di “partecipare attivamente”, di “fare gruppo”, di organizzare e coinvolgere gli altri. Per il Natale del 2002 decidemmo di organizzare una Tombola di Beneficenza che come impegno si proponeva il sostegno di un bambino a distanza, ovviamente proposi subito di farlo con AVSI.

Arrivò così la foto e la scheda di Emmanuel di Haiti. Un bambino di 7 anni nato in una stupenda isola dei Caraibi di cui a stento conoscevamo solo la collocazione geografica.
Oggi Emmanuel ha 17 anni e l'impegno della Tombola continua ogni Natale anche grazie a lui.

Poi l'anno scorso, in una cena a Milano, raccontando di questo sostegno alcuni amici mi fecero una domanda che mi  colpì profondamente: “Ma non sei mai andato a conoscere di persona questo ragazzo?”.
Quando poi, d'estate, comincio a pensare ad un eventuale viaggio a Cuba, la voglia e l'idea di concretizzare questo incontro divennero tangibili. All'inizio i primi tentativi di organizzare la visita, le condizioni politiche e sociali di Haiti, sembravano dare solo segnali negativi e, per un certo periodo, hanno reso proibitiva e impossibile la visita. Alla fine, però tutto è andato per il meglio.

Siamo arrivati con un piccolo aereo che in 50 minuti ci ha portato da Cuba all'aeroporto di Port Au Prince in Haiti.
La confusione al ritiro bagagli, i controlli superficiali all'aeroporto, davano subito l'impressione delle condizioni del paese.
Accolti dal personale locale di AVSI siamo saliti in macchina e ci siamo diretti verso uno dei centri AVSI per conoscere la loro organizzazione sul campo e la loro quotidianità. Nel tragitto, effettuato rigorosamente in Jeep viste le condizioni delle strade, si notavano, palesi, i segni lasciati dal terremoto e dalla lentezza politica del paese. Fogne a cielo aperto, venditori di alimenti o di ricariche telefoniche per strada, abitazioni squarciate, accampamenti di tende.

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In mezzo a tutta questa grande confusione l'emozione più grande del viaggio: l'incontro e lo sguardo dei bambini di Haiti. L'impatto iniziale è stato sicuramente “timido”, soprattutto con Emmanuel e con Louis Denson e Taylor, i due bambini sostenuti da mia madre. La loro curiosità e la dolcezza dei loro occhi hanno fatto però nascere velocemente una grande intesa e complicità. La visita ai centri, i loro racconti e, soprattutto, mescolarsi con loro, nei loro giochi e nei balli, hanno reso il momento del distacco, inaspettatamente, difficile.

Mi aspettavo un incontro interessante, ma non potevo immaginare quanto mi sarebbe piaciuto costruire aquiloni con loro.
Far vedere loro le mie foto, tenere una particolare lezione di italiano, giocare con loro, tenerli in braccio e, non mi stancherò di sottolinearlo, guardarli negli occhi. Penso che non potrò mai dimenticare il primo sguardo con Emmanuel, vestito elegantissimo come per le grandi occasioni.
L'affetto dei genitori e dei nonni che ci ringraziavano per l'aiuto, per noi in fondo piccolissimo.

Difficile da trasmettere e spiegare, infine, la sensazione provata al momento dei saluti. Quasi “forzati” dai responsabili di AVSI concludiamo la giornata allontanandoci da quegli sguardi con una vena di malinconia.
Felici dell'incontro ma dispiaciuti del poco tempo dedicato e, in fondo, sorpresi dalla voglia di restare e approfondire questa esperienza.

Sostegno a distanza:
un caffé al giorno, due lettere all'anno
e un sorriso per sempre!

Con un piccolo contributo economico (85 centesimi al giorno, 312 euro all'anno) un bambino in condizioni difficili può andare a scuola, ricevere aiuti materiali ed essere accompagnato da un adulto con la sua famiglia nel percorso educativo. E la tua famiglia accoglie un amico lontano.