Siamo in Burundi e arriviamo al quartiere di Cibitoke un po' in ritardo, perché il traffico a Bujumbura è sempre caotico. Fuori dai finestrini dell'auto il quartiere appare affollato e scomposto, ma ad un tratto si aprono i cancelli col grande logo di AVSI e si entra in un altro mondo. Il Centro MEO è una piccola oasi gioiosa di verde e di bianco, con la musica in sottofondo che scandisce le ore e fa da colonna sonora. Qui circa 400 bambini sono Sostenuti a Distanza e trovano la risposta a giornate altrimenti passate a girovagare o a giocare tra i rifiuti.
Al nostro arrivo noto che già tutto è in movimento da un bel po', ognuno ha il suo ruolo ben preciso, va e viene, ma al centro del giardino un girotondo richiama la mia attenzione. Tutti gli occhi dei bambini sono per Gassag, l'educatore col cappello e il tamburo, che li segue e che li sta facendo divertire a crepapelle! Non vogliamo disturbare questa magia e quindi incontriamo Gassag successivamente. Questa è la sua testimonianza.
“Mi chiamo Gassag Mélchiore e sono educatore ed animatore al centro MEO Lino Lava a Bujumbura. Mi occupo di varie attività: accompagno i bambini durante le ore dedicate alla biblioteca e alla proiezione di film, organizzo attività ricreative, seguo i gruppi di danze moderne, danze tradizionali e di tamburi.”
Gassag li conosce bene i bambini del Centro MEO, dopo 10 anni di lavoro passati a educare e ad animare è arrivato il momento di trarre un bilancio che, dalle sue parole, appare decisamente positivo. La relazione col bambino è l'occasione per conoscerlo meglio e per poter così trasmettere questo incontro anche al sostenitore che vive in Italia.
“Ho iniziato a lavorare con AVSI nel 2003, lavorare con i bambini spesso è stancante, richiede molte energie, ma io amo molto stare con loro e giocare perché si creano delle relazioni profonde. Quello che mi stimola ad andare avanti sono questi bambini e ragazzi che ho visto crescere, con cui dopo tanti anni siamo diventati come una famiglia. Il centro MEO è divenuto un punto di riferimento nei quartieri nord di Bujumbura: qui i bambini possono fare molte cose, imparare a stare insieme e condividere con noi adulti che abbiamo a cuore la loro educazione.”
Poi si lascia andare e gli occhi brillano quando ci parla della sua passione più grande: “Dall'età di 9 anni suono i tamburi ed al centro MEO mi occupo di questa attività; oggi abbiamo tre gruppi: due che si allenano il martedì e giovedì pomeriggio ed un terzo, composto dai bambini che sono al primo e secondo anno della scuola primaria, che si prepara solo durante il periodo delle vacanze scolastiche. Ogni volta che al centro ci troviamo per suonare i tamburi e ballare le danze tradizionali svolgiamo anche delle attività di sensibilizzazione, dato che si tratta di adolescenti desiderosi di parlare, ascoltare, ricevere consigli.
Molte volte ci chiamano per suonare durante feste e matrimoni, in questo modo i ragazzi che suonano guadagnano qualcosa. Tra i più grandi ci sono ragazzi che si trovano agli ultimi anni della scuola secondaria e altri che hanno già terminato gli studi, qualcuno frequenta l'università; vedere che ci sono ragazzi che riescono a combinare i tamburi con gli studi è per me una grande soddisfazione.
È una gioia vedere i ragazzi che viaggiano suonando i tamburi e facendo conoscere la nostra cultura nel mondo: ci sono ragazzi che sono stati in vari festival internazionali in Cina, Algeria, Egitto, Gabon, Stati Uniti e Canada; tutto questo mi da l'energia per continuare a lavorare con loro ogni giorno qui al centro.”
Suonare il tamburo per Gassag non è solo un passatempo, fa parte di una tradizione, significa raccontare la storia di un popolo e di una terra e il poterlo insegnare ad altri è un dovere e un orgoglio. Infine ci confida che il suo sogno più grande sarebbe quello di poter suonare con i ragazzi del centro MEO in altri paesi africani e poi arrivare fino in Italia per incontrare i sostenitori a distanza e insieme fare una grande festa!
Lo ringraziamo di cuore per quello che ci ha raccontato e mentre si appresta all'ultima magia della giornata, ci stringiamo in cerchio assieme ai bambini del Sostegno a Distanza e ci mettiamo in ascolto curiosi. Dopo poco veniamo inondati da un ritmo che ci coinvolge all'istante e ci accorgiamo di essere anche noi stregati dai tamburi del Burundi!
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