Lunedì 14 luglio, a Firenze, si è tenuto un dibattito sul tema del diritto al cibo e le politiche europee, promosso da CONCORD Italia ed Expo dei Popoli, in occasione dell'incontro informale dei ministri dello sviluppo europei.
L'evento, Feeding the planet through democracy and diversity ha aperto il programma di attività inserito nell'ambito del progetto More and Better Europe, cofinanziato dalla Commissione Europea e dal Ministero degli Affari Esteri. L'incontro si è svolto a partire dall'ultimo rapporto del relatore speciale delle Nazioni Unite Olivier De Schutter, che ha introdotto la conferenza The transformative potential of the right to food.Anche Fondazione AVSI ha partecipato all'evento, portando a Firenze la sua grande esperienza in campo di nutrizione. “La buona notizia è che il potenziale per una corretta nutrizione per tutti esiste già. La sfida è creare un nuovo modello di produzione e consumo che sia sostenibile e accessibile a chiunque”, ha spiegato Maria Teresa Gatti, direttrice del Knowledge Center di AVSI, nel corso del suo intervento al panel. "Ed è a questo punto che noi organizzazioni entriamo in gioco, nell'affiancamento alle popolazioni locali per produrre un cambiamento 'dal basso'.Nella nostra esperienza questo coincide col problema dell'ultimo miglio. Ottenere un cambiamento radicale comporta un corpo a corpo in particolare su 2 fronti: nutrizione e agricoltura”.
“La nutrizione è un processo educativo – ha continuato Maria Teresa Gatti - Basti pensare allo svezzamento. La mamma introduce nuovo cibo, poco per volta, ma con decisione. Se una mamma non sa che un certo cibo è decisivo per lo sviluppo del bambino, è portata ad abbandonarlo al primo rifiuto".
Occorre quindi, specie nei contesti più poveri, un lavoro a contatto con le mamme, per formarle, far loro capire il senso della maternità, oltre alla produzione di cibi con prodotti locali rinforzati, come l'esperienza con le farine di Haiti ha dimostrato".
L'altro punto centrale è la produzione di cibo. Ci sono zone agricole in Uganda molto produttive, ma dove allo stesso tempo si concentra il più elevato tasso di denutrizione. Ciò che viene prodotto non entra nella catena alimentare, non diventa energia per la vita dei bambini, che poi non si riescono ad ottenere uno sviluppo adeguato e restano nel circolo della povertà. La valorizzazione della produzione locale, della trasformazione in cibo, dello sviluppo di un mercato locale, sono tutti aspetti fondamentali che vanno recuperati e valorizzati come fattore centrale per una agricoltura sostenibile. Mezzo miliardo di famiglie produttrici vivono già così e vanno sostenute con un lavoro stretto di affiancamento