Ruanda: spezzare lo stigma sulla salute mentale

Settori
Data 29.10.2021

In Ruanda la malattia mentale è fortemente stigmatizzata, soprattutto quando a soffrirne sono le donne.

Alice è una ragazza di 20 anni che abita con la sua famiglia a Kabuga, un villaggio appartenente a Gicumbi, nella provincia del Nord del Ruanda. È cresciuta a casa della nonna, dove oggi vive con il fratello maggiore e il figlio di tre anni.
A 16 anni Alice è rimasta incinta. Senza il sostegno del compagno, che se n'è andato via di casa poco dopo la nascita del bimbo, la ragazza ha iniziato a sentirsi un peso per la nonna e a isolarsi emotivamente. Ansia, fatica, insoddisfazione, mancanza di appetito sono iniziate a diventare una parte consistente della sua quotidianità. Nonostante lei si mostrasse riluttante verso ogni aiuto esterno, la nonna le è restata accanto ed in seguito è stata contattata dai volontari di AVSI Ruanda.

Alice è entrata così a far parte del progetto CARE a novembre 2020.
Le è stata diagnosticata depressione acuta e per contrastarla le è stato offerto di partecipare ai gruppi d’incontro dedicati alle ragazze madri e, a seguire, a dei corsi formativi rivolti al rapporto genitori-figli. Successivamente la ragazza ha iscritto anche il figlio al gruppo educativo per bambini TWITEZIMBERE, creato da AVSI attraverso il progetto.
A distanza di un anno, Alice si sente meglio e organizza il futuro della sua famiglia con più facilità e speranza.
Entrando a far parte del gruppo di risparmio organizzato nel suo villaggio, ha acquistato del bestiame e avviato una piccola attività commerciale. Oggi gestisce un negozietto in cui ripara e vende scarpe.

Mental Health Campaign

A quasi due anni dall’avvio del progetto CARE, AVSI Ruanda ha fornito assistenza mentale a circa 4700 persone nelle zone rurali del Paese.

In Ruanda, la sanità mentale continua a essere una tematica sensibile a livello sociale. Nelle aree rurali, le tradizioni culturali e la mancanza d’infrastrutture adeguate ne accrescono ulteriormente l’impatto negativo.

In questo contesto, AVSI Ruanda ha realizzato attraverso il progetto CARE una serie d’interventi volti a stimolare il dialogo a livello comunitario e ridurre la vulnerabilità delle persone afflitte da disturbi mentali: il coinvolgimento di una grossa fetta della comunità è infatti fondamentale per affrontare il tema. Il progetto si rivolge in prima persona a chi soffre di una patologia, ma più in generale anche alla sua famiglia e ai suoi amici.

L'iniziativa pone un occhio di riguardo sulle donne, che, a causa di una minore integrazione sociale, si trovano spesso ad affrontare situazioni ancor più difficoltose. Nei distretti di Gatsibo, Gicumbi e Nyanza infatti il 70% sul totale dei 6900 soggetti vulnerabili identificati è di sesso femminile.

I risultati del progetto

Uno degli obiettivi primari del progetto CARE è quello di contrastare lo stigma sui problemi di salute mentale che, specialmente nei villaggi, costringe chi ne è affetto ai margini della comunità. Per questo motivo 8889 persone, tutte familiari di soggetti affetti da disturbi psicologici, sono state coinvolte in attività di sensibilizzazione e promozione della salute mentale.

Ad oggi, per mezzo dei fondi stanziati da Fondation d'Harcourt, Else Kröner-Fresenius-Stiftung (EKFS) e Support International e.V., grazie alla collaborazione con il dipartimento di salute mentale dell’Università del Ruanda e l’ospedale neuropsichiatrico Caraes Ndera di Kigali, si contano:

  • 4651 beneficiari di accompagnamento psicologico
  • 1721 soggetti seguiti psicologicamente all’interno di apposite strutture
  • 1458 operatori di comunità formati a fornire un adeguato supporto psicologico

Nelle aree rurali del paese, i gruppi di risparmio svolgono inoltre un ruolo importantissimo per permettere alle famiglie di soddisfare i propri bisogni, anche in termini di sanità. Chi contribuisce, versa con cadenza mensile o settimanale una piccola somma di denaro, al fine di maturare nel tempo dei risparmi per acquistare medicinali, comprare del bestiame, avviare una piccola attività.
Dall’inizio del 2020 a oggi, si è dato vita a 24 gruppi di risparmio per un totale di 504 membri.