Riscoprire la dignità in carcere: l’esperienza delle APACs in Brasile

Data 12.10.2012
APAC

La delegazione dell'Unione Europea ha presentato ai Rappresentanti dei Paesi Membri del settore Diritti Umani l'esperienza delle APACS (Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati).

L'APAC è un'associazione della società civile senza scopo di lucro che ha come obiettivo l'umanizzazione della pena privativa della libertà, che rappresenta una alternativa al carcere. In Brasile esistono 147 APAC. La media mondiale della recidiva dei condannati nel mondo è del 70% e in Brasile arriva fino all'80%, mentre con i "recuperandi" delle APAC la recidiva scende fino al 10%. Inoltre il costo di costruzione di un posto/persona è un terzo del costo del carcere comune, e il costo di mantenimento è dimezzato.

La metodologia utilizzata nelle APAC nasce 40 anni fa per opera di un volontario della Pastorale Carceraria a San Paolo, Ottoboni. Oggi, è riconosciuta dalla legge Brasiliana e praticata dai Tribunali di 17 Stati Brasiliani. Tale metodologia è basata sul riconoscimento di aver commesso un errore e sulla decisione di cambiare vita all'interno delle carceri APAC. Esse sono strutturate con l'obiettivo della risocializzazione reale dei condannati o “recuperandi”, evitando che, dopo aver espiato la pena, ritornino a commettere crimini. Le APAC non sono solo un modello di recupero dei carcerati, ma anche un'alternativa reale di espiazione della pena, non ci sono né guardie né agenti penitenziari, i “recuperandi” hanno le chiavi della prigione e spesso sui muri si legge “l'uomo non è il suo errore”. Tutto si basa sull'autodisciplina, sulla fiducia e sul rispetto.

Il progetto “Alem dos muro – Oltre i Muri” iniziato da AVSI nel 2010 in partnership con le APAC e con l'Instituto Minas Pela Paz fa seguito ad un primo intervento e ha l'obiettivo di rafforzare l'aspetto gestionale delle APAC, che coinvolgono principalmente volontari, e l'aspetto della formazione professionale e reinserimento lavorativo.

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