In Repubblica del Congo, il 66% delle donne pensa che picchiare la propria moglie possa essere giustificabile, per esempio se brucia la cena. Per combattere la violenza contro le donne, AVSI ha avviato un nuovo progetto con le istituzioni e le organizzazioni della società civile congolesi sostenuto dall'Unione europea.
I dati della violenza di genere nella Repubblica del Congo
In base ai dati della Direzione interdipartimentale di polizia di Pointe Noire e Kouilou e a un'indagine svolta dal ministero per la promozione della condizione della donna nel 2015, in questa regione i casi di stupro, aggressione e percosse sono molto frequenti. Tuttavia, quelli che arrivano in tribunale non rispecchiano la portata del fenomeno: per motivi sociali e culturali la violenza di genere è spesso tollerata o persino giustificata dalla popolazione e non viene denunciata alle autorità amministrative e giudiziarie.
Secondo l'Unicef, il 54,2% delle donne congolesi giustifica la violenza domestica e il fatto che un uomo possa picchiare la moglie in determinate situazioni.
Studi condotti dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), mostrano inoltre come nella Repubblica del Congo il 66,1% delle donne e delle ragazze tra i 15 e i 24 anni ritenga che le percosse alla moglie possano essere giustificate.
Il progetto "Kutelema na kuniokuama ya ba kento" (Lottiamo contro i maltrattamenti sulle donne)
Il 20 aprile, alla presenza del Segretario Generale della Prefettura di Kouilou (Repubblica del Congo), ha avuto luogo la cerimonia di apertura del progetto triennale "Kutelema na kuniokuama ya ba kento - Levons-nous contre la maltraitance des femmes" (Lottiamo contro i maltrattamenti sulle donne), finanziato dall'Unione europea e implementato da AVSI da gennaio 2021 in partnership con le organizzazioni della società civile congolese Groupe de Réflexion Contre les Violences Basées sur le Genre e Tayuwana .
Il progetto, realizzato nelle tre comunità di Hinda, Loango e Madingo-Kayes con il coinvolgimento del Centre de Recherche, il Centro d'informazione e documentazione sulle donne (CRIDF), le Direzioni dipartimentali per la promozione delle donne, l'assistenza, i servizi sanitari, gli affari sociali di Kouilou, e la Direzione interdipartimentale di polizia di Pointe-Noire e Kouilou, ha come obiettivo promuovere l'uguaglianza tra donne e uomini, difendere i diritti e combattere ogni forma di discriminazione e violenza contro le donne.
Durante l'evento è stato infatti rimarcato quanto la violenza di genere, rivolta in particolar modo contro le donne, sia una realtà radicata nel dipartimento di Kouilou, così come in Congo in generale.
Secondo le statistiche della Corte del Distretto di Pointe-Noire, di cui Kouilou fa parte, nella regione vengono denunciati ogni anno circa 150 casi di violenza sessuale, dei quali solo 100 sfociano in procedimenti legali.
"Per accrescere le capacità delle organizzazioni della società civile congolesi nella promozione dei diritti di gruppi e individui vulnerabili e delle vittime di violenza di genere, saranno realizzate campagne di informazione e sensibilizzazione tra gli abitanti delle 3 sottoprefetture. Questo li incoraggerà ad assumere un atteggiamento di tolleranza zero verso la violenza di genere e a denunciare gli aggressori" ha spiegato il prefetto di Kouilou.
Obiettivi del progetto (gennaio 2021 - dicembre 2023)
Al fine di supportare le organizzazioni locali congolesi e coinvolgere la popolazione, le attività del progetto saranno volte a:
-
potenziare le capacità organizzative e operative di sei organizzazioni della società civile congolesi
-
accrescere le capacità di queste organizzazioni nel promuovere e proteggere i diritti umani attraverso l'azione comune e la conoscenza degli strumenti giuridici, psicologici e socio-culturali
-
Informare e sensibilizzare gli abitanti di Kouilou sulla violenza di genere e accompagnare le vittime nel percorso di recupero
La cerimonia di apertura
Tra le autorità presenti, il delegato dell'Unione europea nella Repubblica del Congo, il prefetto del dipartimento di Kouilou, i sottoprefetti di Madingo-Kayes, Loango e Hinda, il delegato dell'UNFPA, i capi dei distretti di Madingo-Kayes, Loango e Hinda.
"Il metodo utilizzato da AVSI per lo sviluppo e il successo delle sue attività si basa su un approccio che garantisce il rispetto della persona in tutti i suoi aspetti: sociali, culturali, religiosi e politici. Si tratta di un'azione integrale che tiene conto non solo della cura delle vittime della violenza di genere ma anche della sensibilizzazione della popolazione, della partecipazione delle autorità locali e, soprattutto, della formazione e dell'accompagnamento delle organizzazioni della società civile congolese in modo che siano in grado di assumere e dare sostenibilità a questa importante azione" ha concluso il delegato dell'Unione europea.