RD Congo, dopo l’eruzione del vulcano Nyiragongo AVSI sul campo

Data 25.05.2021

Sabato 22 maggio il vulcano Nyiragongo ha eruttato a pochi chilometri da Goma, capitale del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo seminando il panico: la precedente eruzione del 2002 aveva distrutto metà della città, lasciando più di 100.000 persone senza casa.

L'ultima eruzione è avvenuta tra le 18:30 e le 19:00 del 22 maggio, generando una colata di lava in direzione nord-est che ha preso una velocità considerevole e prima di mezzanotte ha raggiunto i primi centri abitati, fino alla periferia nord di Goma.

Migliaia di persone sono scappati a est verso il Ruanda (secondo le autorità ruandesi, sarebbero 7.000 i congolesi che hanno attraversato la frontiera) e a ovest verso la cittadina di Sake (si stimano circa 25.000 persone); altre famiglie ancora si sono spinte fino a Minova, a 50 km da Goma.

La situazione è carica di incertezze: i numeri dei danni e delle vittime sono in via di definizione e anche il possibile evolversi dell’eruzione, dopo lo sciame sismico, è in corso di valutazione.

AVSI è presente in Repubblica Democratica del Congo (allora Zaire) dal 1972 con uno staff di oltre 200 persone, espatriati (8) e congolesi e ha un ufficio di coordinamento proprio nella città di Goma.
Lo staff sta bene e da ieri, lunedì 24 maggio, è già operativo nella zona rossa, a nord di Goma, per una prima stima dei danni e dei bisogni degli abitanti dei quartieri Ngangi et Ndosho.

Le prime immagini dai quartieri Ngangi et Ndosho, in zona rossa

“Monitoriamo la situazione costantemente, dopo l’eruzione sono arrivate le scosse di terremoto, per il momento non hanno causato danni ma è superfluo sottolineare che l'allerta rimane alta. Si parla di migliaia di sfollati, alcuni dei quali stanno già rientrando per paura dei saccheggi delle case abbandonate. Molte case sono distrutte, senza elettricità e spesso anche senza acqua – spiega da Goma Nicolò Carcano, responsabile AVSI nel paese - L'UNICEF ha riferito che nella fuga disordinata dai centri abitati più di 200 bambini sono stati separati dalle loro famiglie e si teme che altrettanti siano dispersi. Alcune attività commerciali hanno riaperto e la comunità umanitaria si sta mettendo in moto".

Il coordinamento umanitario guidato da OCHA si è riunito domenica 23 maggio e le organizzazioni internazionali si stanno preparando a un intervento rapido nei settori prioritari: protezione dell’infanzia, nutrizione e igiene.

Abbiamo incontrato gli abitanti dei quartieri e le autorità locali. Le famiglie sono stanche, già provate dalle emergenze croniche, dall’ebola alle proteste, solo per citarne un paio. Ora sono spaventate, alcune hanno perso anche quel poco che avevano. Stiamo valutando di intervenire con distribuzioni di scorte e beni di prima necessità

Nicolò Carcano, responsabile AVSI RD Congo

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