L’11 febbraio il segretario generale di AVSI, Giampaolo Silvestri, ha partecipato all’audizione presso la Commissione Affari Esteri riguardo al documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo italiana, per gli anni 2024-2026.
In questa occasione, ha espresso come il documento delinei una vision di lungo periodo del nostro Paese, nella quale si ritrova il senso autentico della cooperazione allo sviluppo quale parte integrante e qualificante della politica estera italiana, volta alla promozione della pace, della giustizia e della stabilità.
Una concezione e una pratica che vanno difese e promosse in ogni modo oggi più che mai, in un momento in cui stiamo lavorando per compensare l’impatto della sospensione degli aiuti esteri americani decretata e la sparizione da un giorno all’altro di USAID come la conoscevamo, che nel nostro caso ha significato un congelamento dell'aiuto per quasi 700.000 persone che dobbiamo trovare una modalità alternativa di sostenere.
Perché la cooperazione serve?
Occorre definitivamente uscire dalla narrazione della cooperazione come mero aiuto solidaristico-volontaristico ai poveri, per entrare definitivamente in quella della cooperazione come strumento di politica estera, essenziale a costruire un mondo di pace, di economie stabili, di tutela dell’ambiente e crescita per tutti. Bisogna comunicare chiaramente ai tax payer in cosa consista la cooperazione internazionale e perché meriti finanziamenti adeguati.
A questo punto si legano alcuni elementi particolarmente importanti nell’attualità: innanzitutto, la questione dell'emigrazione. È fondamentale favorire un'emigrazione regolare, in particolare attraverso il coinvolgimento del settore privato. Sebbene siano stati aperti nuovi canali per facilitare questo processo, la loro effettiva implementazione risulta ancora complessa, principalmente a causa di ostacoli burocratici.
Un altro punto cruciale è la gestione delle crisi umanitarie: è essenziale che l’Italia si doti di strumenti adeguati per rispondere a queste emergenze in modo rapido ed efficace. Questo aspetto si collega direttamente alla co-progettazione, poiché le organizzazioni della società civile sono spesso i primi attori a intervenire in situazioni di crisi. Tuttavia, affinché possano operare con maggiore efficacia, è necessario rendere disponibili strumenti più flessibili e tempestivi, evitando così il rischio di risposte tardive e insufficienti.
La cooperazione nel panorama globale
Il legame in particolare con la Commissione Europea è strategico per l’Italia, che rafforzando ulteriormente la propria presenza a Bruxelles potrebbe sempre più contribuire alla definizione delle politiche di sviluppo europee. Occorre inoltre lavorare per una maggiore convergenza strategica tra il Piano Mattei e i programmi europei, in particolare il Global Gateway. Un obiettivo prioritario è rendere la cooperazione italiana un attore chiave nella realizzazione dei progetti europei, contribuendo a valorizzare la cooperazione italiana nel contesto dell’UE e difendendo i suoi principi fondamentali.
Questo approccio, unito alla volontà di creare rapporti significativi con altre realtà di cooperazione internazionale, consentirebbe all'Italia di acquisire un ruolo di maggiore rilevanza nel panorama globale.
Infine, occorre proteggere la cooperazione multilaterale, specialmente nel contesto odierno in cui sta subendo un forte indebolimento. È certamente necessario valutare l’operato degli organismi multilaterali, identificando quelli più efficienti e in grado di rispondere meglio ai bisogni, coinvolgendo anche il sistema italiano. Riconoscendo i limiti di alcuni strumenti multilaterali, AVSI ritiene che il loro ruolo a livello globale resti imprescindibile.