Palestina, promuovere l’educazione per un futuro di pace e dialogo

Data 20.02.2014
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Quattordici scuole palestinesi parteciperanno all'evento di chiusura del progetto educativo di AVSI in Terra Santa. Finanziato dalla Farnesina, ha coinvolto oltre 9mila studenti e famiglie vittime di anni di conflitto. Il Custode di Terra Santa: “L'educazione è momento chiave nel percorso verso la pace”.

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L'educazione è un tema cardine in Palestina, dove il tasso di frequenza nelle scuole secondaria non va oltre il 65%. Ecco perché gli interventi in ambito educativo sono imprescindibili, perché in grado di promuovere il dialogo e lo scambio tra identità in conflitto. Per questo, Fondazione AVSI da anni è presente in Palestina con un progetto finanziato dal Governo Italiano e attuato in collaborazione con la Custodia di Terra Santa e ATS pro Terra Sancta in quattordici scuole di Gerico, Betlemme e Gerusalemme Est.

Il progetto ha coinvolto 14 istituti scolastici, sia pubblici che privati, per un totale di 6739 studenti, di cui circa 515 ragazzi diversamente abili e altrettanti sostenuti sostenuti con borse di studio, 1495 docenti, 784 famiglie inserite in progetti di formazione, per un totale di oltre 9mila persone coinvolte.

Il 28 febbraio, nella scuola di Terra Santa a Gerico, si terrà la cerimonia di conclusione del progetto. Saranno presenti gli alunni delle scuole, oltre alle figure istituzionali promotrici del progetto: il Custode di Terra Santa Pierbattista Pizzaballa, il Console Generale d'Italia Davide La Cecilia, il ministro dell'Educazione palestinese Ali Zeidan, oltre a Terry Durnnian di Unicef e al Segretario Generale di AVSI Giampaolo Silvestri.Obiettivo degli interventi portati a termine è stato quello di contribuire al miglioramento delle condizioni sociali delle popolazioni locali coinvolte loro malgrado nel lungo ed estenuante conflitto israelo-palestinese, attraverso la promozione di un sistema educativo orientato al dialogo e alla pace.

Il programma, che prevedeva attività rivolte ai giovani, agli educatori e alle famiglie, puntava a rafforzare le opportunità educative esistenti, incoraggiando la crescita culturale degli studenti e l'incontro tra individui dal differente background culturale e sociale. Particolare attenzione è stata data alle fasce più deboli e svantaggiate.

Due sono stati gli ambiti operativi del progetto:

  1. Attività educative: interventi volti al miglioramento delle abilità professionali di giovani e famiglie, tramite la realizzazione di attività extra-curriculari per gli studenti e di momenti di formazione per i genitori, e al miglioramento del tasso di frequenza scolastica tra gli studenti più poveri;
  2. Strutture e attrezzature: riabilitazione di aule e spazi didattici e acquisto di materiale educativo.

Inoltre, grande risalto è stato dato alla Special Education: corsi mirati a formare un gruppo di insegnanti, ora componenti di un “focus group” incaricato di gestire tutte le questioni legate all'integrazione dei bambini con difficoltà di apprendimento.

"Siamo tutti concordi nel considerare l'educazione un fattore chiave della promozione del dialogo, ma come fare a trasformare questa affermazione in qualcosa di concreto e sistematico? E' essenziale alimentare il dibattito circa le diverse identità di questa terra, che oggi non hanno altra scelta che coesistere in armonia”

Fr. Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa