Palestina. Le storie e i volti dei protagonisti di Mustaqbaluna

Data 02.05.2019

La vita di Samer è cambiata. Non aveva i soldi per recuperare la tradizione familiare della pastorizia a Rojeeb, nei pressi di Nablus, nel territorio palestinese della Cisgiordania. Tra l’altro, la sua disabilità, che gli ha ridotto la vista del 60%, era una barriera sociale per trovare lavoro. Poi Samer, 26 anni, ha incontrato persone dell’organizzazione “Bethlehem Arab Society for rehabilitation” che lo hanno inserito nel progetto “Mustaqbaluna – Il nostro futuro” avviato dalla Fondazione AVSI nei Territori Palestinesi. Gli hanno dato fiducia attraverso un microprestito di 5mila dollari, da restituire in 4 anni senza interessi. Ha comprato pecore e capre e adesso con il latte produce anche formaggi.

Anche la vita di Hanan è cambiata racconta: "Mi sveglio più o meno alle 4 del mattino. Prepariamo prodotti da forno. Circa mille al giorno. Alle 6 li stiamo già portando al primo supermarket, alle 7 li consegniamo ad una scuola, alle 8 ad un’altra scuola ancora. Il lavoro va avanti così fino alle 11 del mattino. All’inizio lavoravo da sola. Ma adesso siamo dieci donne, dieci famiglie a beneficiare del progetto Mustaqbaluna".

Mustaqbaluna significa in arabo il nostro futuro. Ed è proprio per migliorare il futuro delle persone più vulnerabili come Samer e Hanan che è nato questo progetto nei governatorati di Gerico, Betlemme, Hebron, Jenin, Nablus, Tubas e Qalqilya, finanziato da AICS e implementato da AVSI.

L'idea è di supportare alcuni gruppi. Per esempio, nel caso delle donne, le supportiamo nello sviluppo di una microimpresa, che loro hanno già in essere così da generare beneficio per l'intera comunità offrendo più posti di lavoro.

Veronica Dal Moro Fondazione AVSI Project manager “Mustaqbaluna – Il Nostro Futuro”

Il progetto è stato avviato nell’aprile del 2018 e fino al 2021 prevede la formazione e il microprestito per dare un futuro, attraverso nuove opportunità di lavoro sostenibile, a circa 800 persone vulnerabili tra donne, disabili ed artigiani.

L’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo è il principale finanziatore del progetto con 1.300.000 euro su 1.500.000 totali.

Abbiamo visitato tre famiglie, tre beneficiari insieme ai partner locali di AVSI, e devo dire che l'esperienza è molto positiva, perché coinvolge anche un'istituzione di microfinanza che fornisce tutto il supporto tecnico legato alle questioni di mercato, fattibilità finanziaria e sostenibilità del business.

Clara Capelli Capo Programma Sviluppo economico – “Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo” Gerusalemme

Per raggiungere e formare i beneficiari, il progetto ha incluso sette partner: due italiani – cioè Regione Emilia Romagna e Nazareno Cooperative Sociali – e cinque palestinesi, tra cui Young Women's Christian Association, che ha coinvolto gruppi di donne informali e già organizzati.