Mozambico. Idai, il ciclone della morte

Data 21.03.2019

Potrebbe essere uno dei più gravi disastri ambientali ad aver colpito l’emisfero meridionale secondo le Nazioni Unite. Il ciclone tropicale Idai ha danneggiato circa 2,6 milioni di persone in Mozambico, Zimbabwe e Malawi. Il presidente del Mozambico, Filipe Nyusi, ha dichiarato che i morti nel paese sono oltre 200 e ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. Ieri, dopo aver sorvolato le zone più colpite nel Paese dell'Africa australe, lo stesso presidente aveva dichiarato di temere che le vittime potessero essere almeno 1000.

Parlando dalla città portuale di Beira, che è stata distrutta quasi per intero dal ciclone, Nyusi ha annunciato che dichiarerà l'emergenza nazionale. Beira, che conta circa 500 mila persone, oggi è diventata un’isola nell’oceano, completamente tagliata fuori dalla terra ferma. Le notizie di almeno 400.000 senzatetto nel Mozambico centrale fanno temere alla Federazione internazionale delle società della Croce rossa e della Mezzalunarossa (Ifcr) che la reale entità della "catastrofe umanitaria" causata dal ciclone Idai possa richiedere ancora giorni per essere stabilita con precisione.

In Mozambico lavoriamo sul tema dell'energia e dell'ambiente per rispondere ai cambiamenti climatici. Il progetto degli eco-fornelli ha effetti positivi su diversi settori: sanitario, economico e ambientale, con la diminuzione dell'utilizzo del carbone e di conseguenza della deforestazione

Martina Zavagli, responsabile AVSI Mozambico

Grazie alle stufe migliorate si risparmia più del 65% del carbone rispetto alle stufe tradizionali, consentendo di ridurre di 150.000 tonnellate la produzione di CO2 all’anno. Inoltre i fornelli efficienti permettono di aumentare di almeno il 10% il reddito disponibile per ogni famiglia e di ridurre le emissioni nocive domestiche dell’80%.